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Vittorio Feltri per “Libero Quotidiano”
Chi ha paura dell' uscita dall' Europa dell' Inghilterra? Tutti, almeno a giudicare da quello che si legge sui giornali italiani. Ieri, il Corriere della Sera ha pubblicato un articolone dell'ex direttore Ferruccio de Bortoli in cui si elencano i pericoli (tanti) e i vantaggi (pochi) che deriverebbero dalla cosiddetta Brexit. Lo abbiamo letto con interesse, perché contiene osservazioni non banali, ma non abbiamo capito le ragioni per cui gli euroscettici, pronti a votare l'addio a Bruxelles, sarebbero più stupidi di coloro che vorrebbero rimanervi.
il primo ministro inglese david cameron
Indubbiamente non mancano le incognite legate a un eventuale decisione britannica in senso indipendentista, ma è pur vero che l'UE è stata una sciagura per quasi tutti i Paesi che vi fanno parte. Tenuto conto della quale non si comprende perché qualcuno, ad esempio i sudditi del Regno, non debba pensare che sia meglio svignarsela nella speranza di migliorare le proprie condizioni economiche.
Il discorso degli avversari dell’Europa è semplice e persuasivo. Da quando l' Unione è attiva a ogni effetto, gli italiani - tanto per citare un popolo - sono diventati più poveri,meno liberi e meno sicuri che in passato, ai tempi del nazionalismo. Nessuno può negarlo, cosicché non è sorprendente che aumenti nel continente il numero di cittadini desiderosi di tornare indietro.
Essi non sono né capricciosi né pazzi: avendo verificato nelle proprie tasche che l' Europa li ha fatti precipitare in difficoltà mai immaginate, adesso rimpiangono lo statu quo ante. La loro non è un' aspirazione illogica, sentimentale e irrazionale, ma si basa sul conto della serva, notoriamente più affidabile delle teorie astruse dei politologi e degli economisti, i quali economisti se fossero bravi come si presentano sarebbero ricchi mentre, in realtà, sono non dico in miseria ma non nuotano nell' oro. Campicchiano.
L'UE piace alle banche e agli speculatori finanziari perché ne traggono vantaggi inestimabili, ma al signor Rossi e ai tanti signor Rossi non è gradita per motivi pratici: ciò che ieri compravano spendendo 100 oggi costa 200 a parità di reddito generale. La felicità non sta nel pagare il doppio le merci e gli alimenti di cui si ha necessità per tirare avanti. La questione è tutta qui. Non c' è nulla di astruso nella mente di chi sostiene che si stava meglio allorché l' euro era di là da venire.
Gli inglesi, gli svedesi e i danesi d' altronde hanno sempre rifiutato l' adozione della moneta unica, come hanno sempre mal sopportato i diktat di Strasburgo e Bruxelles, avendo intuito che si tratta di fregature. Sul perché in Inghilterra non ne possono più della burocrazia asfissiante dell' Europa conviene riflettere.
L' indipendentismo non è uno stato d' animo, un capriccio estetico e neppure un tipo di patriottismo d' antan: esprime piuttosto la voglia dei britannici e non solo di costoro di arrangiarsi con le proprie forze, senza essere tributari e succubi di un governo continentale estraneo è indifferente alle vicende nazionali. Se dopo il 23 giugno gli inglesi saranno liberi, noi parteciperemo alla loro festa sicuri che presto la loro gioia sarà anche la nostra.
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