donald trump lewis eisenberg

UNA FELUCA NEL FREEZER/2 - TRUMP NON HA ANCORA NOMINATO IL SUO AMBASCIATORE IN ITALIA, E SARÀ AL G7 DI TAORMINA SENZA ‘SCORTA’ LOCALE - IL PRESCELTO È IL POTENTE LEW EISENBERG, TESORIERE DEI REPUBBLICANI E INTIMO DI DONALD - ANCHE OBAMA NOMINO' L'EMISSARIO DOPO L’ESTATE, MA MANCANO ANCHE I DIPLOMATICI DI SANTA SEDE E ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI

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Marco Ventura per ‘Il Messaggero

 

LEWIS EISENBERG JON BON JOVILEWIS EISENBERG JON BON JOVI

Ambasciatore, vacante. Il sito della rappresentanza degli Stati Uniti in Italia riporta l'assenza dell'uomo che dovrebbe accompagnare Donald Trump nella prima visita in Italia per il G7 del 26-27 maggio a Taormina.

 

Mancano pochi giorni e non ci sono più i tempi tecnici per la designazione formale e l'approvazione del Congresso. Nei palazzi del governo, a Roma, c'è chi nota il ritardo nella scelta e nell'invio in Italia del successore di John Phillips, l'ambasciatore ultra-obamiano che aveva preso posizione a favore di Renzi e del Sì al referendum (poi bocciato). Phillips accoglie ora Barack in Italia e cura la propria tenuta toscana di Borgo Finocchietto.

 

Nel frattempo a Via Veneto, nella sontuosa Ambasciata degli Stati Uniti e a Villa Taverna, la residenza ai Parioli, si aspetta con ansia l'arrivo di Lewes (Lew) Michael Eisenberg, dato da mesi per ambasciatore in pectore ma non ancora nominato. Un peso massimo.

 

Famiglia ebraica dell'Illinois, 75 anni, cresciuto a Chicago, per 23 anni alla Goldman Sachs, capo della Port Authority di New York che gestiva le Torri Gemelle l'11 Settembre, vide la fine di un epoca e la morte dei suoi concittadini e di 84 suoi dipendenti. Designato come manager della costruzione dei nuovi impianti sportivi del New Jersey, scelse di restare al suo posto tra le macerie, per gestire il day after di quella tragedia che descrisse come «peggiore di Pearl Harbor».

LEWIS EISENBERGLEWIS EISENBERG

 

Sembrava una bella scelta. Quanto meno, Eisenberg è un amico di The Donald, uno che entra alla Casa Bianca dalla porta d'ingresso, e al quale Trump stesso deve qualcosa, perché da tesoriere dei repubblicani Lew aveva convogliato fondi sulla campagna elettorale del futuro presidente degli Stati Uniti.

 

IL PRECEDENTE

E invece. Come ai tempi del G8 dell'Aquila, quando Obama non aveva ancora scelto il proprio uomo a Roma, anche Trump arriva con l'assistenza solo dello staff, del segretario di Stato Tillerson, della struttura del Consiglio per la sicurezza nazionale, e del supporto a Roma di una diplomatica di carriera, l'incaricato d'affari Kelly Degnan, abile e affidabile nei rapporti con le autorità italiane per via della lunga esperienza anche in luoghi caldi del pianeta, dal Kossovo all'Afghanistan, dalla Turchia al Pakistan, già al fianco di due segretari di Stato importanti, John Kerry e Madeleine Albright, e con un passato di 8 anni da avvocato in California e Micronesia.

TRUMP GENTILONITRUMP GENTILONI

 

Nelle cancellerie romane ci si interroga però sul perché del ritardo nella designazione di Eisenberg, dato per certo. Non circolano al momento nomi alternativi, mentre a parlare dei rapporti tra Italia e USA sono personaggi come Thomas Williams, ex sacerdote dei legionari di Cristo, da più di 10 anni uomo di riferimento dello stratega Steve Bannon a Roma, e cicerone delle segrete vaticane.

 

Vacanti, del resto, sono pure le sedi romane presso la Santa Sede e le organizzazioni delle Nazioni Unite (FAO in testa), perché il cambio di linea politica a Washington comporta le dimissioni immediate di tutti i rappresentanti della vecchia amministrazione (diverso sarebbe stato se a vincere fosse stata Hillary Clinton).

 

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GLI OSSERVATORI

C'è chi getta acqua sul fuoco osservando che tradizionalmente gli ambasciatori degli Stati Uniti arrivano in Italia dopo l'estate, ma stavolta sembrava Eisenberg e nessun altro. Per la Santa Sede circolano i nomi di Bill Simon, uomo d'affari e filantropo che nel 2002 ha corso invano per la carica di governatore della California appoggiato da Rudolph Giuliani, e Calista Gingrich, la moglie dell'ex potente speaker del Congresso.

 

Nell'ultima missione del premier Gentiloni a Washington è risultata chiara l'attenzione di Trump e degli USA per l'Italia in virtù della nostra storia e cultura, del ruolo nel Mediterraneo e in particolare in Libia, delle basi NATO sul nostro territorio, del contributo dei nostri militari in Afghanistan e Iraq, e del peso che esercitiamo nelle decisioni dell'Unione Europea rispetto alla crisi ucraina e in generale ai rapporti con la Russia. 

giuliano amato alfonso pecoraro scanio e jhon r phillips (1)giuliano amato alfonso pecoraro scanio e jhon r phillips (1)