DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO…
Antonello Caporale per il “Fatto quotidiano”
Le parole cascano dalla bocca di Sabrina Ferilli come pietre da una rupe. Meriterebbe già solo per questa disposizione alla sincerità una menzione speciale. Disprezza le perifrasi, le ombre, i sottintesi, le allusioni. Le viene e lo dice.
“Questa cosa di sporcare con i soldi, i troppi che avrebbe voluto, il lavoro di Floris è per me inaccettabile. Lo dico da persona che guarda la televisione, che ama la Rai e che ricorda che questa Rai è servizio pubblico. Dunque è un bene comune. Avendo perso il senso di questo bene collettivo nessuno s’indigna”.
Floris ancora non è l’eroe dei due mondi.
Ma è un ottimo giornalista che io conosco solo per via catodica. Non ho frequentazioni, amicizie particolari nè connessioni professionali. Perciò mi sento libera di dire, di riflettere sul dato per me più inquietante. I soldi, questi benedetti soldi, sono il paravento, una motivazione puerile e conformista. Sniffano questo pauperismo dilagante, dove il valore professionale di ciascuno non conta, l’esperienza, la qualità, la preparazione non hanno bisogno di essere testate. Tu costi.
E finisce qui la storia. Nessuno che ricordi quanto tu valga. Quanto faccia guadagnare in termini di attendibilità, di professionalità. E anche di audience e di pubblicità. Questi altri non sono soldi? E non vale niente per l’informazione pubblica che ci sia uno capace al posto di un brocco, uno con la schiena dritta al posto di uno scendiletto?
In Italia i brocchi sono richiestissimi, e a volte amati dagli italiani.
Er popolo beota, eh? Sì, noi italiani abbiamo un’etica fragile, spesso affidiamo le passioni a gente sprovveduta e il nostro destino (ed è purtroppo successo) a dei lazzaroni. Pensi che ci sono dei poveretti, molti poveretti, che battono continuamente le dita su twitter, in questo fenomeno compulsivo e orribile di autocelebrazione, di verifica quotidiana del proprio narcisismo. Nonostante questo io mi accorgo che la democrazia si regge se c’è un flusso di informazioni, anche contrastanti , che arrivano a me. E se la Rai, il pilastro pubblico della comunicazione, diviene una lattina vuota, una pentola dentro cui buttare roba scadente, io m’incazzo. Biagi e Santoro erano non allineati, quindi fuori. La politica li espulse. Questa volta...
Non mi sembra che siano possibili paragoni.
A me sì. Sarà meno grave, meno politico, ma è ugualmente incredibile ciò che è accaduto. L’idea che la tua esperienza non conta, la tua qualità non conta, i tuoi meriti non contano o contano solo a patto che accetti la busta paga decisa da questa nomenclatura irresponsabile e mediocre, è il segno cattivo di questo tempo buffo e un po’ pericoloso. Si butta dalla finestra ogni cosa senza avere idea di come sostituirla. Non c’è orizzonte, idea, obiettivo. Solo contingenza, conformismo, pavidità.
Non ama la dirigenza Rai. Diranno: la Ferillona parla perché le
Parlo perchè ho voglia di parlare e perchè posso permettermelo. Le mie idee sono conosciute, non sono il tipetto che arranca, la femminuccia che, brrr... che paura.
Doveva finire così: con Sabrina Ferilli l'ultima comunista in campo.
Sono romana e de sinistra. Non è un difetto. Può mai piacermi questo tempo? Ho i miei dubbi sul Pd e qualche remora sul nostro attuale lider maximo.
Alle primarie non ha fatto la coda per Matteo.
Stimavo Gianni Cuperlo e ho scelto lui.
Sconfitta
Ma ho fiducia in Renzi. Non mi fa simpatia però non mi sembra un requisito necessario. Invece, se posso permettermi, avrei una domanda da porgli.
Porgiamola con le cautele perchè Matteo è permaloso.
Con ogni rispetto: ma lui quando rottama ha idea di cosa fa?
Butta l’acqua sporca del conservatorismo, dell’immobilismo. Rompe la casta, la destruttura.
Butta l'acqua sporca e risparmia il ragazzino lei dice?
Lui dice.
Mi sto chiedendo se abbia un disegno, un obiettivo. Se quando rottama ha idea di chi promuovere.
Molti gigli fiorentini stanno fiorendo nella serra renziana.
Ma so’ bravi questi? Sono capaci? Perchè a volte ho il terrore che ci incamminiamo verso il nulla. Potiamo, tagliamo, rottamiamo, seppelliamo come per segnare il punto, contribuire a innalzare il nuovo totem: largo al nuovo. E che cacchio è sto nuovo. Il ragazzo lo sa che l’esperienza ha un valore, che il sapere ha un costo? Perchè a volte mi domando: ma ha capito che un chirurgo è più bravo se ha cinquant'anni e più fesso se ne ha trenta? Perchè, per dirla con Schopenauer, le fregnacce costano poco ma valgono niente.
La Ferilli è sicuramente rottamabile.
Ho compiuto l’altro giorno cinquant’anni, quindi sarei perfetta per il cast di questo film che ci appassiona così tanto ma non ha spessore, vuoto come la zucca del mercato. Se quel ragazzo avesse potuto conoscere, come ho avuto la fortuna io, la passione, il talento, il piacere con cui Garinei, e allora aveva settant’anni, affinava la sua arte e la trasmetteva. I suoi anni, la sua esperienza erano una dote infungibile. Lui era così bravo anche perchè aveva quell’età. Vorrei dirlo alle aziende che prepensionano. Cacciare via una persona dal ciclo del lavoro, buttarla sulla panchina è il segno del più grande fallimento di questa società. È il baco di questa nostra modernità.
In effetti la rottamazione ha fatto sentire tutti più vecchi.
Conta il merito o no? E se conta il merito Matteo farebbe bene a tenerlo nella giusta considerazione. Abbia sale in zucca.
Lui ha twitter.
Madonna! twitter!
Eh già
Me fanno paura quelli che tweettano.
Il mondo nuovo, globale, interattivo, istantaneo
Paura.
sabrina ferilli intervistatasabrina ferilli carlo verdonesabrina ferilli
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