LO SALVERA’ NAPOLITANO? - APPENA INCASSATA LA FIDUCIA SILVIO SALE AL COLLE, NON PER PARLARE DELLA MANOVRA, MA PER CERCARE UNA SPONDA CONTRO I MAGISTRATI CAMPANI - LA SPERANZA (VANA) È DI CONVINCERE NAPOLITANO CHE SI TRATTA DI UN’INDAGINE CHE FA ACQUA DA TUTTE LE PARTI E CHE METTE IN DIFFICOLTÀ IL GOVERNO IN UN MOMENTO TERRIFICANTE PER L’EUROPA E L’ITALIA - LA STRATEGIA DEL MURO CONTRO MURO CON LEPORE & C.: NESSUNA DATA. TRANNE SE NON VERRANNO CONCORDATE UNA SERIE DI COSE, A COMINCIARE DALLA PRESENZA DEI LEGALI…

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Amedeo La Mattina per "La Stampa"

Oggi, accompagnato da Gianni Letta, Berlusconi dovrebbe salire al Colle. Ufficialmente con Napolitano non parlerà delle inchieste giudiziarie e dell'inseguimento dei pm napoletani che vogliono ascoltarlo come parte lesa nella vicenda Tarantino. Il premier vuole riferire dei colloqui avuti a Bruxelles e a Strasburgo col presidente del consiglio Ue Van Rompuy e con il capo dell'esecutivo europeo Barroso. Vuole parlare della manovra economica (a mezzogiorno si voterà la fiducia alla Camera e lui dovrebbe varcare il portone del Quirinale subito dopo), della necessità di ridare fiducia ai mercati «infiammati dagli articoli dei giornali e dai comportamenti delle opposizioni nei vari Paesi».

Quelle opposizioni che avrebbero voluto contestarlo mentre lui si spostava da un'ala all'altra dell'Europarlamento e che ha sapientemente evitato, imbucandosi in porte secondarie. Ecco, il tema ufficiale è la manovra e i nuovi impegni per il rilancio dell'economia, ma non è escluso che il Cavaliere pieghi l'incontro su ben altro. Su quei magistrati che fanno di tutto per indebolire il governo, su quelli di Napoli in particolare, che vogliono ascoltarlo come parte lesa, ma che gli starebbero tendendo una «trappola».

Il capo dello Stato si è sempre tenuto alla larga da questo terreno minato, e quindi dalle parti del Colle è difficile che Berlusconi trovi una sponda. Anche se i berlusconiani mettono in giro la voce che il Quirinale guarda con scetticismo l'inchiesta di Woodcock. Voci di parte, ovviamente, che non hanno riscontri e che magari sono messe in circolazione per screditare i pm partenopei.

Ma il punto è: cosa farà il Cavaliere di fronte alla pressante richiesta di essere ascoltato? Non è stato fissato alcun altro incontro ed è molto improbabile che ce ne sarà qualcuno in futuro. Questa è la strategia che Berlusconi ha messo a punto con i suoi avvocati.

Dopo il forfait di ieri per «impegni europei», la procura partenopea ha posto l'ultimatum: entro pochi giorni il Cavaliere dovrà dare la sua disponibilità, altrimenti ci sarà l'accompagnamento coatto. Un'escalation che ha compattato la maggioranza attorno al presidente del Consiglio che torna a Roma con la convinzione che hanno ragione i suoi avvocati, Ghedini e Longo: è meglio sbattere la porta in faccia a Lepore. Berlusconi è un po' spavaldo e spaccone. Oppure finge sicurezza.

Va dicendo che se dipendesse da lui non ci penserebbe un minuto a incontrare i magistrati. «Non hanno nulla in mano e io non ho nulla da nascondere. Ho aiutato una famiglia in difficoltà, come ho fatto con tante altre. Tutti sanno che sono un tipo generoso. Dov'è il reato quando sia io che Tarantini diciamo la stessa cosa?».

Nei ragionamenti del premier torna lo spettro dell'avviso di garanzia recapitato durante il vertice del G8: «Le procure stanno tentando l'ultimo attacco, non hanno nemmeno avuto il buon gusto di aspettare domani per parlare di audizione coatta. Non credano di farmi fare la fine del '94». I suoi difensori continuano ad insistere: non è il caso di prestarsi alla «furbata» dei magistrati di Napoli. Loro - questa la convinzione dei legali - sono pronti ad accusare il premier di falsa testimonianza se il Cavaliere confutasse quei «fatti oggettivi» di cui parla Lepore.

Insomma, non vogliono ascoltarlo, ma accusarlo, e tutto questo senza le garanzie e la tutela necessaria. Berlusconi non potrà avvalersi della facoltà di non rispondere e non avrà accanto a sè gli avvocati. Dunque, nessuna data. Tranne se non verranno concordate una serie di cose, a cominciare dalla presenza dei legali di Berlusconi. Questa possibilità rientra nelle facoltà dei magistrati e su questo si sta trattando. Sarebbe una ipotesi di mediazione la presenza di Ghedini e Longo (anche per evitare che il Cavaliere vada in escandescenza nei confronti dei pm).

Un'altra condizione per fissare l'incontro è che vengano anticipati tutti i fatti che si vogliono sottoporre all'attenzione del premier, in modo tale da arrivare veramente preparati. Rimane il fatto che Berlusconi non darà alcuna disponibilità a quelli che considera degli accusatori, dei ricattatori, che diffondono le intercettazioni, che interrogano gli avvocati nonostante il segreto professionale, che sono fuori dalla loro competenza territoriale.

Un'indagine che fa acqua da tutte le parti, sostiene il premier, e che mette in difficoltà il governo in un momento di terrificante per l'Europa e l'Italia. Chissà se tutte queste cose le metterà nel conto della tenuta del nostro Paese quando arriverà oggi al Quirinale?

 

Silvio BerlusconiGIORGIO NAPOLITANO NICOLO GHEDINI Il procuratore Giandomenico LeporeWOODCOCK E FRANCESCO CURCIOtarantini