PIZZAROTTI ALLO SPIEDO - IL RIESAME RIGETTA LA RICHIESTA DELLA PROCURA CHE CHIEDEVA IL SEQUESTRO DELL’INCENERITORE PER PRESUNTI ABUSI D’UFFICIO NELL’AFFIDA¬MENTO DELLA PROGETTAZIONE - SULLA BATTAGLIA ALL’ECO-MOSTRO IL SINDACO GRILLINO HA COSTRUITO LA SUA FORTUNA ELETTORALE - COMUNQUE VADA SARÀ UNA BEFFA: SE PIZZAROTTI NON BRUCIA LA MONNEZZA DI PARMA DOVRÀ SMALTIRLA ALTROVE E NEL SUPERFORNO SARANNO BRUCIATI COMUNQUE I RIFIUTI DI ALTRI…

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Lucia Galli per "il Giornale"

«Prima di aprire questo male¬detto inceneritore dovrete passare sul cadavere di questo omino qui», disse più volte in comizio Beppe Grillo, aven¬do cura di scansarsi per indicare Federi¬co Pizzarotti, candidato sindaco di Par¬ma. Ora però ci sarà anche chi prende la rincorsa per travolgere il primo cittadi¬no cui il «grillo parlante» affidò la pata¬ta bollente del mefitico camino vista Parma.

Ieri, infatti, a cadere è stato anche l'ul¬timo dei mattoncini su cui Pizzarotti aveva basato la sua campagna elettor¬a¬le e lui è rimasto col cerino in una mano e una clessidra nell'altra perché, fra me¬no di due mesi il termovalorizzatore po¬trebbe cominciare a crepitare. Il tribunale del Riesame ha rigettato - per la se¬conda volta dopo il niet del Gip - la ri¬chiesta della procura che chiedeva il se¬questro dell'impianto per approfondi¬re presunti abusi d'ufficio nell'affida¬mento della progettazione. Questioni gravi, senza dubbio, per cui però non si ravvede la necessità di bloccare il com¬pletamento dell'impianto. E così i lavo¬ri proseguono perché non è della sua nocività che si discute.

E pensare che Pizzarotti deve la sua vittoria al ballottaggio proprio ad alcu¬ne frasi che in realtà nascondevano la madre di tutte le bugie: «Siamo disposti a pagare la penale pur di non far accen¬der¬e l'impianto e voi cittadini lo decide¬rete con un referendum».

Ma quale pe¬nale per un impianto su cui Parma non aveva nessun potere decisionale non essendo signora e padrona di un im¬pianto che è invece in condominio con altre istituzioni? In molti accordarono fiducia al bel ragass che faceva tanto aria pulita. Salvadanai pronti per una penale che manco si profilava.

Un su¬perconsulente chiamato a studiare le carte per trovare cavilli o latinorum con cui bloccare tutto. Risultato? Zero, perché le castagne son rimaste sul fuo¬co finché - e non è stato, nemmeno in questo caso, per intervento della giun¬ta - la procura non ha agito sua sponte contro queste irregolarità, lanciando, però, un assist che fece tornar il sorriso ai grillini in città.

Fino a ieri quando di incenerito ave¬vano tutti lo sguardo. Il paradosso è che l'ultima arma nelle mani del Comune è ora davvero chimica: quella, cioè, di non far bruciare nel nuovo forno i rifiuti di Parma. Una proposta alla Not in my name, non sarò vostro complice, che pe¬rò porterebbe l'inceneritore ad acco¬gliere rifiuti esteri per andare in ogni ca¬so a regime. Ma diversamente dall'er¬ba, il pattume del vicino non è certo più verde e quindi meno inquinante.

A sei mesi dalla sua elezione per Piz¬zarotti non vale più il «diamogli tempo» di una città che era forse pronta a cam¬biare davvero. Con misure di ampio re¬spiro e non solo turandosi il naso per i fumi di un inceneritore. Pizzarotti pe¬rò, in attesa di lumi sulle grandi questio¬ni, ha avviato una serie di misure di cui molti stentano a comprendere l'utilità: la lotta alla movida, istituzione di un'area C, raccolta differenziata spinta con mini cassonetti multicolore in bel¬la vista nei vicoli storici. Almeno resta la musica? Non quella di Verdi, dato che anche per celebrare il bicentenario del Maestro, nel 2013, i soldi sembrano essere finiti già dentro l'inceneritore.

 

grillo e pizzarotti c b d ef bc ad c d PIZZAROTTI IN COLLEGAMENTO CON MATRIX DI ALESSIO VINCIFEDERICO PIZZAROTTI CON LA MOGLIE CINZIA