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Il referendum appena concluso si era caricato di significati e attese che poco avevano a che fare col merito della consultazione. Da un lato una motivazione politica: una forte valenza antigovernativa (più precisamente antirenziana), una sorta di prova generale per il referendum costituzionale.
Dall' altro lato una spinta «regionalista». Il fatto che a promuoverlo siano state nove Regioni fa infatti pensare anche che ci sia un tema di attribuzione di competenze tra il livello centrale e quello locale.
Altro elemento forte al centro del prossimo referendum. Infine il conflitto interno al Pd, di cui il governatore della Puglia, nonché uno dei più attivi promotori della partecipazione, Michele Emiliano, è un protagonista.
Diventa quindi interessante cercare di capire chi ha partecipato al voto, per verificare l' impatto della campagna, che è stata peraltro molto in sottotono.
Abbiamo quindi lavorato sui nostri sondaggi precedenti il voto, un campione nutrito di circa 9.000 interviste condotte tra la fine di marzo e i giorni precedenti il voto.
Sono stati gli elettori pentastellati più degli altri a partecipare al voto. In questo gruppo di elettori, poco meno della metà (47%) si è presentato ai seggi.
È lecito pensare che tra questi elettori si siano sommate due motivazioni: quella politica (dare un segnale forte a Renzi) e quella ambientalista. Tra gli elettori grillini infatti la sensibilità ambientale è più elevata della media e non a caso è stato uno dei collanti iniziali del Movimento.
A distanza arrivano gli elettori di sinistra. In questo caso la partecipazione, pur consistente, è stata più bassa rispetto ai pentastellati: il 36% si è presentato ai seggi. Negli elettori di sinistra albergano motivazioni sostanzialmente simili a quelle degli elettori di Grillo: l' insofferenza per Renzi e l' orientamento ambientalista.
BANDIERA AMMAINATA NELLA SEDE DI FORZA ITALIA
Seguono gli elettori del centrodestra, Forza Italia e Lega. Gli elettori berlusconiani fanno registrare un' affluenza vicina alla media, il 30%. Non è illegittimo pensare che in questo caso la motivazione prevalente sia stata la voglia di mandare un segnale critico al presidente del Consiglio.
Si tratta infatti di un segmento elettorale dove la sensibilità ambientalista è meno consistente della media. Lo stesso si può dire per gli elettori leghisti, tra cui la partecipazione si attesta al 29%.
Agli ultimissimi posti gli altri. Gli elettori delle forze di area governativa hanno aderito massicciamente alla linea dell' astensione: solo il 23% degli elettori democratici e la stessa percentuale tra gli elettori di Area popolare hanno ritenuto di presentarsi ai seggi.
Colpisce indubbiamente il dato degli elettori Pd: per quanto questo referendum sia stato non solo promosso ma anche esplicitamente sostenuto da esponenti di primo piano della minoranza e da uomini di largo seguito popolare come Michele Emiliano, i risultati sono stati marginali. Sembra quindi che l' utilizzo del referendum ai fini di una «conta» interna non abbia prodotto risultati.
Le motivazioni che abbiamo individuato sembrano essere piuttosto trasversali. È interessante infatti notare che gli strumenti di informazione hanno avuto un effetto secondario sugli orientamenti alla partecipazione. L' unica differenza apprezzabile emerge infatti per il gruppo di elettori che utilizza Internet come strumento prevalente di informazione, dove la partecipazione sale al 34%.
Ma è anche un dato piuttosto scontato. Tra gli internettiani infatti tendono a essere maggiormente rappresentati gli elettori del Movimento 5 Stelle e a essere più presente (anche per un' età più giovane) la sensibilità per l' ambiente. All' estremo opposto troviamo il gruppo di coloro che si informano esclusivamente attraverso la televisione, dove la partecipazione scende al minimo: 28%. Qui troviamo un' età più elevata e una sensibilità ambientalista meno spiccata. Ma in entrambi i casi non si tratta di differenze macroscopiche.
Insomma, posto che questo referendum per alcuni doveva servire per riscaldare i motori in vista della consultazione sulla riforma costituzionale, se non è una falsa partenza poco ci manca. Per l' autunno bisognerà trovare motivazioni, compattezza e strumenti più solidi.
SALVINI VOTA REFERENDUMreferendum renzi by spinoza
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