DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ,…
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giovanni maria flick e emmanuele emanuele
E' una storia italiana, una di quelle che spiegano più di tanti dati perché il paese balla sulle sabbie mobili e perché nemmeno quando ci sono le risorse economiche e una nobile causa che riguarda una parte rilevante delle famiglie italiane si riesce a portare a casa un risultato utile per la comunità.
I fatti: tre anni fa la Fondazione Roma chiese al Comune di Roma i permessi per costruire nella capitale un villaggio per i malati di Alzheimer, un progetto da 100 milioni di euro di investimento sul modello dell'esperienza olandese del villaggio De Hogewyek, cioè "un luogo di normalità" dove i malati possono portare i mobili di casa per mantenersi attaccati ai ricordi, dove non ci sono chiavi e dove l'obiettivo e' quello di mantenere un filo rosso con la vita condotta sono ad allora.
francesco rutelli emmanuele emanuele
Ma tre anni non sono bastati al Comune di Roma a dare le autorizzazioni necessarie per costruire il villaggio sui terreni che Fondazione Roma aveva comprato alla Bufalotta, a Nord della città. L'ultima richiesta della burocrazia del Comune ha dell'incredibile: la Fondazione avrebbe dovuto fornire persino la previsione delle piene del Tevere per i prossimi 200 anni, nonostante i terreni siano distanti dal fiume e perciò indenni dal pericolo di esondazione.
E stamattina, alla Giornata nazionale dell'Alzheimer nella sala della Protomoteca in Campidoglio affollata come non mai, davanti a diverse centinaia di familiari di malati e altrettanti addetti ai lavori, il presidente della Fondazione Roma non ce l'ha fatta più a giustificare l'attesa per le decisioni della burocrazia che chiede carte assurde e dei politici che lo permettono: "Ora basta, non sono più disposto a celebrare la Giornata dell'Alzheimer solo con le parole. Così io non continuo. Oppure andrò avanti lo stesso senza permessi. Personalmente, andrei io stesso con la cazzuola a costruire il villaggio. Vediamo cosa deciderà il Consiglio della Fondazione".
Emanuele, incazzato nero, ma anche commosso per le testimonianze di affetto che i convenuti alla Giornata di un male che trasforma in altro da se' chi viene colpito, ha promesso di non arretrare di un millimetro nella determinazione di iniziare appena possibile a costruire il villaggio anche, se necessario, in aperta sfida alla burocrazia comunale romana e in osservanza invece delle leggi europee. E se n'è andato a lavorare a come velocizzare il progetto con Eloy van Hal, il pioniere dell'esperienza olandese di villaggio per i malati di Alzheimer.
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