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fondo monetario internazionale
Paolo Mastrolilli per “la Stampa”
«In Italia, il nuovo governo favorisce misure fiscali e di spesa che, se avranno piena attuazione, forniranno una significativa espansione fiscale, in contraddizione con la sostenibilità del debito». Il giudizio che il Fondo monetario internazionale esprime sul nostro Paese, nel rapporto Article IV sull' Eurozona, evidenzia le preoccupazione per il rischio che misure come il reddito di cittadinanza e la flat tax finiscano per gonfiare il debito pubblico. Un timore che si associa alla previsione di un rallentamento della crescita nel continente, che i Paesi con difficoltà fiscali dovrebbero invece anticipare, approfittando della ripresa in corso per migliorare i loro conti.
Il Fondo ritiene che le condizioni in Europa siano ancora favorevoli, ma la prospettiva è quella di una progressiva frenata. Le stime sulla crescita prevedono il 2,2% nel 2018, e poi un calo all' 1,9% nel 2019, 1,7% nel 2020 e 1,5% nel 2021. Quindi «i paesi con alto debito dovrebbero aumentare gli sforzi in termini di aggiustamento di bilancio», finché la situazione resta positiva: «Questo è il momento di rafforzare la resistenza dell' area euro e aumentare il potenziale di crescita di lungo termine. I paesi membri dovrebbero cogliere l' occasione per affrontare le sfide strutturali, e ricostituire i cuscinetti di bilancio.
L' intensificazione dei rischi aumenta l' urgenza di azione».
Invece l' Italia sta considerando misure che promettono di gonfiare il debito, senza offrire la garanzia di avere un effetto positivo significativo sulla crescita. «Gli sviluppi politici nazionali - nota il rapporto dell' Fmi - hanno mostrato la continua propensione ad agitare i mercati finanziari. Le recenti difficoltà nel formare un governo in Italia hanno innescato un forte aumento degli spread, accompagnato da un calo della liquidità sul mercato secondario». Il nostro paese dovrebbe «allineare i salari a livello aziendale, in modo da ridurre le disparità regionali».
L' Italia invece rimane agli ultimi posti in termini di crescita dei salari, che nel 2017 sono amentati solo dello 0,4%, contro il 2,2% della Germania.
E' curioso che questi i richiami alla sostenibilità delle politiche fiscali, contenuti anche nella relazione preparata in vista del G20 riguardo gli Stati Uniti, arrivino proprio nel giorno in cui il presidente Trump critica la Federal Reserve per la sua intenzione di continuare ad alzare il costo del denaro.
Una presa di posizione molto inusuale tanto dal punto di vista economico, quando da quello politico, visto che la Fed dovrebbe operare in una condizione di indipendenza. Il capo della Casa Bianca ha puntato il successo del suo mandato sulla crescita e il lavoro, e perciò ha ridotto le tasse ed eliminato molti regolamenti. Nello stesso tempo vorrebbe che i tassi restassero bassi, per alimentare ancora di più la crescita. Il nuovo capo della Fed Powell, nominato da Trump, ritiene che esista invece il rischio del surriscaldamento, e quindi vuole continuare ad alzare il costo del denaro, ma il presidente ora lo attacca.
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