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Andrea Montanari per "la Repubblica"
Doveva essere il giorno del chiarimento promesso dal presidente del Consiglio regionale lombardo, il leghista Davide Boni indagato per corruzione dalla Procura di Milano, si è trasformato, invece, in un colpo di mano, destinato a lasciare il segno. Con un cavillo burocratico, infatti, Pdl e Lega hanno di fatto impedito che si discutesse e soprattutto che si votasse la mozione firmata da tutta l´opposizione, Udc compresa, che chiedeva al presidente-indagato di farsi da parte. Proprio negli stessi minuti in cui il suo capo della segreteria Dario Ghezzi, anch´egli coinvolto nella stessa inchiesta, dava le dimissioni. La mozione è stata ritenuta «irricevibile».
«Avevano paura di andare sotto con il voto segreto - ha commentato a caldo il segretario lombardo del Pd Maurizio Martina - Il centrodestra in Lombardia ormai è allo sbando. Sono totalmente nel pallone. Non sono stati nemmeno in grado di replicare a una posizione ragionevole condivisa da tutta l´opposizione». Motivo per cui alla fine tutto il centrosinistra per protesta ha abbandonato l´aula. Boni si è limitato a scrivere una lettera ai consiglieri lombardi per confermare la sua «estraneità ai fatti contestati» e ribadire che non lascerà il suo posto.
Nell´indifferenza perfino dei leghisti che ieri non hanno speso una parola per difenderlo, mentre sedeva nei banchi del Carroccio e non al tavolo della presidenza. Roberto Formigoni, invece, ha attaccato il centrosinistra: «Sono loro che presentando quella mozione hanno impedito il dibattito». Poi maliziosamente è stato colto dai fotografi mentre abbracciava l´Udc Gianmarco Quadrini salutandolo con la battuta: «La sinistra ti applaude e tu li hai inculati», come riportano le immagini e il sonoro pubblicati sul sito del Fatto Quotidiano.
L´intervento di Quadrini, però, era stato tra i più duri. E infatti l´esponente dell´Udc ha preso subito le distanze dall´interpretazione fatta dal governatore lombardo. «à la prima volta che l´Udc decide di uscire dall´aula - ha spiegato - Pdl e Lega ci volevano prendere per i fondelli. à anche vero che abbiamo perso una mattinata a discutere di banalità sul regolamento. Vedere comunque Boni costretto a sedere al suo posto è stata già una vittoria».
Pur di impedire la mozione di sfiducia contro Boni, il centrodestra ne ha presentata un´altra in cui «riconfermando la massima fiducia nella magistratura» chiedeva alla maggioranza stessa «di proseguire nel programma votato dai lombardi». Una mozione che poi è stata ritirata, quando Pdl e Lega si sono resi conto che avevano affossato quella dell´opposizione. «Il punto più basso della storia del nostro consiglio regionale» ha commentato a quel punto tutto il centrosinistra. Dal Pd a Sel. Dai dipietristi all´Udc.
Ora la battaglia si sposta alla giunta del regolamento che domani dovrà dire la parola finale sull´ammissibilità della mozione su Boni. Nel frattempo, il centrosinistra ha lanciato cento iniziative, volantinaggi e un manifesto con lo slogan: «Formigoni, il tempo è scaduto».
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