FULMINATI A DAMASCO - DOPO I BOMBARDAMENTI DI ASSAD SU HOMS, CHIUDE L’AMBASCIATA USA IN SIRIA - CINQUANTA VITTIME SOLO OGGI, 230 LO SCORSO SABATO. OBAMA CHIEDE SANZIONI PER IMPORRE UN GOVERNO DI TRANSIZIONE - MA L’ONU è BLOCCATA DAL VETO STILE GUERRA FREDDA. L’AMBASCIATORE FRANCESE: “RUSSIA E CINA ANDREBBERO PRESE A CALCI NEL CULO!”…

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Da "Repubblica.it"

La crisi siriana è arrivata a un punto critico: gli Stati Uniti hanno chiuso oggi l'ambasciata a Damasco e richiamato i loro diplomatici in Siria. Lo ha annunciato il dipartimento di Stato.
Anche quella di oggi è stata una giornata di sangue. Le forze siriane fedeli al presidente Bashar al Assad stanno bombardando con mortai la città "ribelle" di Homs, in particolare il quartiere di Bab Amro, nella parte sud-occidentale della città. Lo riferiscono militanti dell'opposizione.

E ci sarebbero diverse vittime: almeno cinquanta. Le televisioni arabe stanno mostrando in diretta le immagini di colonne di fumo che si levano dalla città. "Stanno bombardando Bab Amro. Sparano in modo indiscriminato", ha raccontato un fotoreporter. "I feriti non possono essere soccorsi perché non si può fuggire. Sparano a caso, siamo rintanati al centro di un edificio", ha detto, mentre la voce è stata più volte coperta da boati di esplosioni.

Secondo gli attivisti del Comitato della rivoluzione siriana, raggiunti dalla tv al Arabiya, l'esercito governativo siriano ha "sigillato" la città e si prepara a una vasta offensiva militare. Sabato un altro attacco su Homs aveva fatto 230 vittime, secondo quanto riferito dall'opposizione che aveva parlato di un massacro.

L'emergenza sul terreno inasprisce lo scontro diplomatico. Il presidente Usa, Barack Obama, in un'intervista, si è detto convinto che la strada da seguire per risolvere la crisi in Siria sia quella delle sanzioni, per fare pressione sul regime di Assad e favorire la costituzione di un governo di transizione. Obama esclude categoricamente, come ha già fatto in passato, che la comunità internazionale possa esplorare un'opzione "libica", con una forma di intervento militare.

Ma la comunità internazionale è divisa persino sulla formulazione verbale da usare nei confronti del governo siriano. Dopo il veto di Russia e Cina alla risoluzione Onu che condannava l'operato di Assad, Francia e Usa hanno usato termini duri. Oggi il ministro della Difesa francese si lascia andare a un commento assai poco diplomatico: i due Paesi andrebbero presi a "calci nel c...".

"E' una vergogna che gli Stati rifiutino di assumersi le proprie responsabilità, perché tutti debbono guardarle in faccia", ha dichiarato Longuet, non nuovo a sfoghi poco diplomatici. "Francamente, esistono certe culture politiche che meritano un calcio in c.... Dobbiamo dare una svegliata a chi accetta il conformismo ed è inaccettabile il conformismo che chiude gli occhi davanti a un dittatore sanguinario", ha aggiunto Longuet alludendo al presidente siriano Bashar al-Assad, del quale la bozza di risoluzione avrebbe imposto la rinuncia al potere. Il ministro degli Esteri francese, Alain Juppè, aveva già definito il duplice veto una "macchia morale" sulle Nazioni Unite.

 

Bashar AssadBarack ObamaBOMBARDAMENTI SU HOMS IN SIRIA jpegPUTINBOMBE SU HOMS IN SIRIA BOMBARDAMENTI IN SIRIA