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1- EADS-BAE: DI PAOLA, FINMECCANICA E GOVERNO VALUTERANNO
(ANSA) - "Il fallimento della trattativa per la fusione tra Eads e Bae systems crea spazi che vanno valutati in tempi brevi in primis da Finmeccanica e poi dal governo". Lo ha detto il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola, a margine di un' audizione alla Camera.
2- NO DI BERLINO, SALTA LA FUSIONE EADS-BAE - IL CEO ENDERS: «NON AVREMMO MAI IMMAGINATO UNA SIMILE OPPOSIZIONE» DA PARTE DELLA GERMANIA
Marco Moussanet per "Il Sole 24 Ore"
Tom Enders e Ian King, ceo rispettivamente di Eads e Bae Systems, ci hanno creduto - hanno voluto crederci - fino alla tarda mattinata di ieri. Ma a poche ore dalla scadenza fissata dall'authority di mercato inglese si sono dovuti arrendere e hanno gettato la spugna: il negoziato è finito, la megafusione che avrebbe creato il gigante mondiale dell'aeronautica e della difesa non ci sarà .
«Bae Systems e Eads - si legge sul comunicato diffuso all'ora di pranzo - sono convinti che l'operazione fosse basata su una solida logica industriale e rappresentasse l'opportunità di creare un gruppo più forte della somma delle due società . Ma le discussioni con i Governi non hanno raggiunto il livello necessario a consentire la completa esposizione dei dettagli del merger e dei suoi benefici. Quindi hanno deciso di chiudere la trattativa».
Le indiscrezioni, le "fonti vicine al dossier", gli "insider" sono tutti d'accordo nel dire che la responsabilità è di Berlino. Che è stata la Germania a dire di no. In serata lo conferma lo stesso Enders in una lettera aperta ai dipendenti: «Non avremmo mai immaginato di dover affrontare una simile opposizione, in particolare da parte di Berlino. Mentre i Governi francese e inglese hanno fatto sforzi importanti per superare gli ostacoli politici». Anche se le reali motivazioni del niet tedesco restano avvolte nel mistero, lasciando campo aperto alle più svariate supposizioni.
Apparentemente, spiegano a Eads, Berlino aveva ottenuto quello che aveva chiesto: una partecipazione identica a quella francese (9%) e la "special share". La questione della sede, che la Germania aveva posto, sembrava un dettaglio risolvibile. Eppure nella tarda mattinata di ieri il Governo tedesco ha detto a Enders che il matrimonio «non si poteva fare».
La convinzione più diffusa e più accreditata, in attesa che la Germania chiarisca la sua posizione, è che Berlino temesse una progressiva marginalizzazione all'interno del nuovo gruppo. Non c'è infatti alcun dubbio che il ruolo da protagonista sul fronte dell'aviazione civile sia quello della Francia, confermato dalla recente decisione del tedesco Enders di portare a Tolosa (cioè in casa Airbus) la sede di Eads, oggi divisa tra Francia e Germania. Mentre il dominus in campo militare (senza trascurare la forte presenza francese) è la Gran Bretagna. Che prima o poi avrebbe inevitabilmente catalizzato le attività nel settore della difesa (quelle di Eads, con la controllata Cassidian, sono attualmente in Germania, nei pressi di Monaco).
Alcuni ricordano il precedente della fusione nel settore farmaceutico tra la francese Rhone-Poulenc e la tedesca Hoechst, poi diventata Sanofi Aventis. Avrebbe dovuto essere un'unione alla pari, mentre si è trasformata in un'acquisizione da parte del colosso francese.
Se così fosse, la Germania dimostrerebbe ancora una volta di voler sacrificare sull'altare dei propri - pur comprensibili - interessi, probabilmente motivati anche dalle prossime scadenze elettorali, quelli più generali dell'Europa.
Per quanto riguarda le due società , anche se in questa vicenda non ci sono vinti e vincitori, è stato il mercato a designare chi esce meglio dal fallimento dell'operazione. Se infatti a Parigi, con un indice in calo dello 0,5%, il titolo Eads (in flessione del 15% su sei mesi) ha guadagnato il 5,2%, a Londra l'azione Bae ha perso l'1,4 per cento.
Analisti e investitori ritengono che Eads - in presenza di un mercato aeronautico in netta progressione e forte dell'appoggio dei due Governi francese e tedesco, ribadito ancora ieri dal presidente Hollande e dal portavoce Seibert - abbia meno problemi di quelli che rischia di incontrare Bae, alle prese con un settore della difesa condizionato dai crescenti tagli dei budget pubblici. D'altronde persino Enders ha già sottolineato la necessità anche per Eads di «rivedere la propria strategia, in particolare nel comparto della difesa».
3- BAE SYSTEMS: CONFERMA OBIETTIVI DI FINE ANNO DOPO FLOP FUSIONE (AGI/AFP) - Il colosso della difesa britannico Bae Systems conferma i suoi obiettivi di fine anno, nonostante il fallimento della fusione con Eads. "Come indicato precedentemente - si legge in una nota - prevediamo per il 2012 un modesta crescita degli utili sottostanti". Il risultato si basa sulla "soddisfacente conclusione della negoziazione sui prezzi quest'anno effettuata con il governo saudita sul programma Typhoon Salam e con l'esclusione dei benefici nel 2011 dell'intesa fiscale Research & Development".
4- L'OMBRA DEL PENTAGONO SULLA RITIRATA
Marco Magrini per "Il Sole 24 Ore"
Fra i cento motivi che hanno portato al fallimento della megafusione fra Eads e Bae Systems, ce n'è anche uno che potrebbe essere definito - come si dice in America - classified. Ovvero, che resta celato dietro la cortina fumogena della sicurezza nazionale.
L'inglese Bae Systems è legata a doppio filo con il Pentagono. Non solo perché, nell'esercizio 2011, ha incassato dal Governo americano oltre il 40% dei suoi 20 miliardi di sterline di fatturato. Non solo perché negli Usa ha 40mila dipendenti in 40 Stati diversi. Ma soprattutto perché è l'unica società non americana a godere di un particolare Ssa con il Dipartimento della Difesa.
La sigla sta per special security arrangement. Ã il permesso che consente alle imprese straniere di mettere (parzialmente) il naso in progetti di sicurezza nazionale. Anche Eads, quella che fino a ieri mattina era la promessa sposa di Bae Systems, ha sottoscritto un Ssa con il Pentagono, visto che - oltre a costruire gli Airbus per l'aviazione civile - opera nel settore della difesa.
Ma il security arrangement di Bae Systems, ha sin qui offerto alla società inglese uno status da società «quasi americana». Anche se, va detto, che il contratto impone agli ingegneri di Bae Systems che maneggiano progetti segreti di avere in tasca un passaporto a stelle e strisce.
Non c'è bisogno di scomodare la storia antica e recente, per asserire che - a livello militare - c'è un filo rosso che lega gli Stati Uniti all'Inghilterra. Agli occhi del Pentagono, un conto sono gli alleati Nato, un conto gli alleati inglesi. Durante la seconda guerra in Iraq, ad esempio, è venuto fuori che - fra i ranghi della cosiddetta Coalizione dei volenterosi - solo gli inglesi potevano accedere al Siprnet, l'internet "privata" del Pentagono.
In questo scenario, l'inevitabile maggior peso dei soci europei di Eads nell'ipotetico gruppo post-fusione, avrebbe potuto innescare una revisione dell'Ssa di Bae Systems, con un possibile downgrade. Per una società della difesa come Bae Systems, prima fornitrice non americana dell'esercito americano, sarebbe stato un disastro.
Che sia stato un cenno del Pentagono, a far saltare la fusione del decennio? Forse non lo sapremo mai. Ã classified anche quello.
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