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Il Sole-24 Ore - R. Es.
La Francia non riuscirà a tenere il deficit sotto il 3% del Pil nel 2013 come programmato invece dal Governo di François Hollande. Il gap si attesterà probabilmente al 3,5 per cento. Lo scetticismo sulle prospettive economiche, definite «fragili» e sui conti di Parigi è stato espresso dal Fondo monetario internazionale nel rapporto conclusivo dopo le consultazioni annuali. Non solo: la Francia rischia anche ulteriori downgrade del debito sovrano.
Con l'outlook, l'Fmi ha diffuso anche la valutazione del sistema finanziario francese (Financial system stability assessment): pur essendo nel complesso diminuiti i rischi per la stabilità , dice il Fondo, le banche continuano a essere esposte al pericolo di perdite significative qualora il quadro generale della crisi europea del debito dovesse deteriorarsi. E dagli stress test condotti sugli otto grandi istituti francesi risultano ancora «sacche di vulnerabilità in particolare sul fronte della liquidità ».
Secondo il Fondo, «un peggioramento della situazione in Europa potrebbe portare all'aumento dei costi del credito e a spread sovrani più alti che potrebbero comportare perdite significative per alcune banche e potenzialmente indebolire gli sforzi di capitalizzazione». L'esposizione delle banche francesi al debito di Spagna e Italia era, l'anno scorso, pari a 500 miliardi di euro.
Gli stress test condotti dal Fondo hanno mostrato che due banche sulle otto grandi non riuscirebbero a rispettare i propri impegni in seguito a uno shock di una settimana senza l'aiuto della Bce. Una, tuttavia, non ci riuscirebbe neppure con il sostegno dell'istituto centrale.
Le valutazioni del Fondo sono un brutto colpo, alla vigilia delle festività , per il Governo francese già alle prese con le polemiche seguite all'esodo di contribuenti ricchi e famosi che hanno deciso di spostare la residenza a causa della supertassa sui redditi oltre il milione di euro.
Secondo l'Fmi, «le prospettive della crescita in Francia restano fragili, a causa delle deboli condizioni dell'Europa». In tale quadro, prosegue il rapporto, è atteso un rallentamento della crescita dall'1,7% del 2011 allo 0,2 del 2012 con una lentissima ripresa allo 0,4% l'anno prossimo.
Ma la ripresa è ostacolata da una perdita di competitività che si riflette, tra l'altro, in una netta perdita di quote dell'export. «La chiave per migliori risultati in termini di crescita e occupazione - scrive l'Fmi - sta in riforme del mercato del lavoro tali da aumentare la capacità delle imprese di investire, adattarsi e creare posti di lavoro».
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