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Giampiero Martinotti per "la Repubblica"
«Non molliamo», ripetono ossessivamente i manifestanti e i loro striscioni. L'anno scorso sono scesi in piazza contro il matrimonio gay, quest'anno contestano la supposta teoria dei generi, che secondo loro il governo vorrebbe introdurre nell'insegnamento scolastico.
à la nuova destra francese che sta nascendo fuori dai partiti tradizionali, un po' come i Tea Party statunitensi. Una destra senza complessi, cattolica e reazionaria, influenzata da vari gruppi di estrema destra, molto presenti nelle manifestazioni. Ieri erano 30 mila a Lione, decine di migliaia nella capitale (80 mila secondo la polizia, 500 mila secondo gli organizzatori).
Ma al di là delle cifre conta il dato politico,l'emergere di una nebulosa fortemente ancorata ai valori tradizionali, "vandeana" nello spirito e modernissima nei mezzi di comunicazione. Una destra che in passato preferiva lasciare la piazza alla gauche e oggi si mostra a viso scoperto. Un'ala minoritaria della società francese, capace però di mobilitare e di influenzare l'opinione pubblica.
à un movimento difficile da controllare per tutti. La presenza di gruppuscoli di estrema destra mette sempre a dura prova i nervi delle forze dell'ordine. Ma il problema è piuttosto nelle idee veicolate da una parte dei manifestanti. Già otto giorni fa, durante una manifestazione anti-Hollande, si sono sentiti slogan antisemiti, razzisti e omofobi.
«Sono le forze oscure che dividono », dice il ministro dell'Interno, Manuel Valls, parlando di un clima da anni Trenta. L'estrema destra di Alain Soral, un ex comunista che ha sposato le tesi negazioniste, è riuscita a influenzare il movimento contro il matrimonio gay, trovando una "Madonna" inattesa in Farida Belghoul: trent'anni fa guidava i giovani delle banlieues nelle marce per l'eguaglianza, oggi sposa tesi antisemite e diffonde l'idea che il governo vorrebbe negare l'identità sessuale.
La destra democratica si trova spiazzata da un movimento nato in piazza e sul web, poco incline alle mediazioni, voglioso di affermarsi contro una società che va in senso contrario (il matrimonio gay aveva il consenso dei francesi e sembra già entrato nel costume). E che si ritrova attorno ai valori tradizionali, denuncia la "famigliafobia" che regnerebbe nel paese, mette in giro voci sulla teorie del genere che sarebbe studiata alle elementari («vogliono trasformare tuo figlio in una femmina»).
Non a caso, il presidente dell'Ump, Jean-François Copé, che pure aveva manifestato contro il matrimonio gay, ha rifiutato di partecipare al corteo di ieri. Ma al tempo stesso deve tenere conto di un fenomeno che attira una parte del suo elettorato, che protesta contro la fecondazione assistita per le coppie omosessuali, per il momento rinviata sine die, o le leggi sulla parità uomo-donna o le modifiche in senso liberale alla legge sull'aborto.
Ma la cui mobilitazione traduce anche il malessere sociale delle classi medie, spaventate dalla precarietà e dall'impoverimento. La destra democratica, quasi senza voce di fronte a questo smarrimento, assiste impotente alla deriva reazionaria di una parte del suo elettorato.
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