
DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA…
Giovanna Casadio per "La Repubblica"
«Ho mandato a Marianna un sms annunciandole che le avrei scritto una lettera aperta, e augurandole "in bocca al lupo" per il suo ruolo in segreteria di responsabile Lavoro». Chiara Geloni, direttore di Youdem, la tv del Pd, si è tolta qualche sassolino dalla scarpa.
Geloni, cosa le ha risposto Marianna Madia?
«Che l'avrebbe letta con attenzione».
In un blog sull'Huffington le ha rimproverato di passare da una casacca a un'altra, prima veltroniana poi dalemiana quindi lettiana, bersaniana e infine renziana?
«Non voglio mettere in discussione il diritto alle scelte di un parlamentare. Il mio non è un richiamo di corrente o di fedeltà correntizia. Non è che mi sento tradita perché non è più bersaniana. L'ho votata alle primarie per i parlamentari perché mi è sembrata una persona libera da settarismo».
Però ha fatto troppe giravolte?
«Io faccio le mie scelte e non metto in discussione il diritto di un altro di fare le sue. Mi chiedo però, non solo nel suo caso, quali messaggio riceve un elettore come me, che l'ho votata alle primarie e si aspetta di essere rappresentato dal suo deputato. tante volte neppure capisce... Non vorrei che il cambiamento fosse solo cambiare segreteria, ma cambiare il modo di fare politica, essere più trasparenti».
Più coerenti?
«Rispettosi gli uni con gli altri. Un parlamentare deve voltarsi indietro e guardare in faccia le persone che l'hanno votato. Può anche cambiare idea, ma non dovresti
mai dimenticarti di chi ti ha votato e a cui devi rendere conto».
Queste cose poteva anche dirgliele in privato?
«à una riflessione che penso possa riguardare tutto il Pd».
C'è una corsa a salire sul carro del vincitore?
«Questa c'è sempre, non mi scandalizzo, però un partito è una comunità di persone le cui scelte devono essere leggibili, rispettabili, spiegate. Se no ci saranno altri mille casi Marini e altre mille volte i 101 "franchi tiratori" di Prodi, non può ognuno muoversi come gli pare, senza mai risponderne».
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