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FLYNN, IN & OUT - IL GENERALE CHE SI È DIMESSO PER AVER MENTITO ALL’AMMINISTRAZIONE TRUMP SUI SUOI CONTATTI CON L’AMBASCIATORE RUSSO ORA SI OFFRE DI TESTIMONIARE ALLA COMMISSIONE D’INCHIESTA IN CAMBIO DELL’IMMUNITÀ. MA SECONDO IL ‘WSJ’ SIA FBI CHE CHE IL PARLAMENTO HANNO DECLINATO QUEST’OFFERTA - GLI ALTRI TRE INDAGATI PER CONTATTI COI RUSSI PARLERANNO SENZA IMMUNITÀ

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1. FLYNN HA OFFERTO LA SUA TESTIMONIANZA IN CAMBIO DI IMMUNITÀ A FBI E ALLE COMMISSIONI DI CAMERA E SENATO, CHE PERÒ AVEVANO GIÀ DECLINATO L’OFFERTA

https://www.wsj.com/articles/mike-flynn-offers-to-testify-in-exchange-for-immunity-1490912959

 

Il generale si è dimesso dopo aver ammesso di aver tenuto nascosto al vicepresidente e al resto dell’amministrazione i suoi contatti con l’ambasciatore russo. Le sue telefonate sono state intercettate e passate al setaccio dall’FBI - Manafort, Stone e Page, gli altri tre dello staff Trump sotto inchiesta, si sono offerti di testimoniare senza richiesta di immunità

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2. TRUMP E LA RUSSIA: FLYNN PRONTO A TESTIMONIARE IN CAMBIO IMMUNITÀ

Da www.corriere.it

 

L’ex consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, il generale in pensione Michael Flynn è disposto a testimoniare in cambio dell’immunità davanti all’Fbi e ai membri del Congresso che investigano sui possibili legami tra la Russia e la squadra della campagna elettorale di Donald Trump.

 

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È quanto rivela il Wall Street Journal. Flynn aveva assunto il ruolo di consigliere per la sicurezza nazionale il 20 gennaio scorso e si era dimesso il 13 febbraio nel pieno della bufera sul «Russiagate» e il tentativo di occultare i suoi contatti con i rappresentanti del Cremlino. Secondo il WSJ, Flynn avrebbe detto all’Fbi e ai membri del Congresso degli Stati Uniti che stanno indagando i legami della campagna di Trump con la Russia, di essere disposto a testimoniare a patto che gli venga garantita l’immunità a una possibile azione penale nei suoi confronti.

 

I contatti con l’ambasciatore russo

MICHAEL FLYNNMICHAEL FLYNN

Secondo le fonti del quotidiano, Flynn ha formulato l’offerta tramite il suo avvocato Robert Kelner. Tra le discussioni alle quali ha partecipato l’ex generale, ci sarebbero le delibere per rivedere le sanzioni imposte alla Russia da parte dell’amministrazione Obama. Kelner, in un comunicato diffuso dopo le rivelazioni del WSJ, ha confermato che Flynn «ha una storia da raccontare e intende raccontarla se le circostanze lo permettono».

 

Ma avverte anche che «nessuna persona ragionevole» sarebbe soggetta a interrogatorio «in un ambiente altamente politicizzato, di caccia alle streghe, e senza garanzia di un giusto processo». Nel suo comunicato Kelner non ha fatto cenno ai temi che Flynn sarebbe disposto ad affrontare in caso di suo interrogatorio. Si è tuttavia rammaricato che il generale in pensione, un veterano con 33 anni di servizio militare, sia stato «falsamente accusato» e sia oggetto di «accuse scandalose di tradimento».

 

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Flynn ha lasciato l’amministrazione Trump per nascondere la natura delle conversazioni avute con l’ambasciatore russo Sergei Kislyak. È anche emerso che l’ex generale ha ricevuto decine di migliaia di dollari da parte di tre società russe, tra cui il canale televisivo RT, per discorsi o interventi fatti poco prima di entrare a far parte del team della campagna elettorale di Trump.

 

sergey kislyaksergey kislyak

L’addio di Kate Walls

Intanto l’amministrazione fronteggia una nuova uscita: ha lasciato l’incarico il vicecapo di gabinetto, Katie Walls, ruolo chiave nella gestione quotidiana dell’amministrazione. Walsh era il n.2 di Reince Priebus, il capo di gabinetto che nell’organigramma della Casa Bianca è il più stretto collaboratore del presidente, qualcosa di assimilabile ad un quasi premier in una repubblica presidenziale. «Katie Walsh ha accettato un altro incarico al di fuori dell’organizzazione» ha riferito una fonte della Casa Bianca elogiandola formalmente.

Paul ManafortPaul Manafortil new yorker su jeff sessions e sergey kislyakil new yorker su jeff sessions e sergey kislyak