VIDEO-FLASH! - L’ARRIVO DI CECILIA SALA NELLA SUA CASA A ROMA. IN AUTO INSIEME AL COMPAGNO, DANIELE…
Franco Bechis per “Libero Quotidiano”
La geniale idea di Giachetti: elettori sotto i bus
Roberto Giachetti, candidato del Pd a Roma, si lamenta quando in trasmissioni tv ripetono che i candidati alle amministrative discutono di tutto e non parlano mai di programmi. Lui un programma ce l' ha, eccome! E infatti l' ha messo sul suo sito Internet per la campagna elettorale. Si chiama «10 cose da fare», ed è composto di dieci piccoli slogan che nella maggiore parte dei casi dicono nulla.
Ma uno di questi è un suo chiodo fisso, che infatti ripete in tutti gli incontri che fa: «Più preferenziali & contromano». È il suo piano per risolvere i problemi del traffico di Roma.
La prima parte si capisce bene: più corsie preferenziali per i mezzi pubblici.
La seconda parte tiene conto della tradizionale disciplina degli abitanti di Roma: siccome tutti quando ci sono le preferenziali, le occupano con le proprie auto private, Giachetti ha questa idea: «Invertire il senso di marcia delle preferenziali, laddove possibile, per scoraggiare definitivamente le infrazioni degli automobilisti incivili». Il candidato Pd non è molto diplomatico, e perfino nel programma tira calci nelle parti intime di chi dovrebbe poi votarlo.
Ma la sua idea delle corsie contromano non è gran novità. È già stata sperimentata proprio dal centrosinistra a Firenze anni fa. Poi arrivò un sindaco e la fece saltare a furore di popolo. Sapete chi era quel sindaco? Sì, proprio lui: Matteo Renzi. E perché rese carta straccia quella che sarebbe diventata anni dopo la grande idea di Giachetti? Per un motivo semplice: grazie alle corsie preferenziali a senso di marcia invertito, morivano come birilli i poveri cittadini di Firenze.
AUTO BLU OCCUPANO LA CORSIA PREFERENZIALE DIETRO BANKITALIA
Non solo quelli indisciplinati che non sapendolo viaggiavano in quelle corsie con le proprie auto trovandosi all' improvviso un bus che procedeva contromano. Ma perfino i pedoni che attraversavano la strada: guardavano a destra, e poi il bus veniva da sinistra e li prendeva sotto.
A Firenze dopo averle introdotte come vuole Giachetti a Roma al secondo anno gli incidenti sono raddoppiati. Al terzo triplicati. Poi è arrivato Renzi e tutto è tornato come prima salvando la vita ai fiorentini. Una supplica al premier: salvi i romani da Giachetti...
L' allarme di Portas sulle indagini: italiani bugiardi
Dopo avere letto l' ultima rilevazione sul comune di Roma che attribuiva più e meno ad alcuni candidati a poche ore da alcune loro affermazioni pubbliche, il deputato Pd Giacomo Portas (fondatore del movimento dei Moderati) nel cortile di Montecitorio è esploso: «Balle. Tutte balle».
Lui è un tecnico, che faceva proprio quel mestiere. Utile starlo a sentire: «È impossibile fare sondaggi attendibili a poche ore da un fatto o da una dichiarazione. E poi da quel che mi risulta ormai si spendono spiccioli per ottenere quelle rilevazioni, che quindi sono fatte generalmente alla viva il parroco».
Secondo Portas per avere un sondaggio attendibile bisogna invece spendere molti soldi: «Il costo minimo è almeno 40 mila euro a rilevazione. Per avere risposte attendibili bisogna fare una domanda e almeno altre sei o sette di verifica sulla veridicità della risposta. In quel modo la maggioranza di quelle ottenute si deve buttare via.
PIERLUIGI BERSANI GIACOMO PORTAS E CHIARA SALERNO FOTO INFOPHOTO
Faccio un esempio: tizio mi dice chi vota al comune di Roma. Gli chiedo chi aveva votato nel 2008, e lui mi risponde di avere votato 5 stelle, che non si erano presentati. La sua risposta è inattendibile, e va buttata via.
Caio invece mi risponde che voterà Pd. Gli chiedo chi è il segretario del Pd, e non lo sa.
Quindi mi ha detto una bugia prima. Via anche questa. Bisogna scremare molto, perché al telefono gli italiani sono bugiardi. Ma scremare costa, e nessuno spende più. Risultato: non credete ai sondaggi». Le diranno pure, ma il rischio è che quei risultati per quanto falsi diventino dopo un po' più veri, perché orientano l' elettorato.
Il turco Marantelli fa le pulci al referendum
Daniele Marantelli, deputato Pd di Varese della corrente di Andrea Orlando (i "giovani turchi") ufficialmente sta nella maggioranza che sostiene Matteo Renzi. Ma non sembra così coinvolto dalla propaganda governativa sul Sì alla riforma Costituzionale.
Chiede in giro dubbioso se ci sia la possibilità di vincere, e quando qualcuno gli risponde che la speranza è che si faccia largo fra gli elettori il tema del taglio dei costi della politica («Bisogna chiedere agli italiani se preferiscono spendere 300 milioni o 100 milioni di euro per mantenere il Senato», gli fanno notare), Marantelli scuote la testa: «Non è grande argomento. Se qui pensano di avere risolto i problemi della spesa pubblica tagliando qualche voce a palazzo Madama, stiamo freschi...».
15 milioni in tasca e 23 da parte: che lezione a Silvio
Operazione da manuale dei tre figli minori di Silvio Berlusconi. Luigi, Eleonora e Barbara sono riusciti nel miracolo di mettersi questa primavera 15 milioni di euro in tasca (5 a testa) e di metterne pure da parte 23,6 per il futuro. Tutto nella loro Holding italiana 14, che detiene qualcosa di più del 21% di Fininvest.
Il colpaccio di avere allo stesso tempo più soldi da spendere quest' anno e più soldi nel forziere della società, è originato per altro dalla decisione di staccare per sempre il cordone ombelicale dal padre. Prima decisione: via la sede societaria da Milano 2, e trasferimento nel centro di Brera, dove vive la Milano degli affari.
Seconda decisione: basta chiudere i bilanci al 30 settembre di ciascuno anno come fanno tutte le altre holding di controllo Fininvest (le 4 di Silvio e quelle dei figli più grandi Piersilvio e Marina), dal 2015 si fanno i bilanci fino al 31 dicembre. Così i tre berluschini hanno approvato prima l' ultimo bilancio al 30 settembre, dividendosi sia l' utile che parte delle riserve con quei 15 milioni di euro, e poi il bilancio al 31 dicembre 2015 con un utile di 23,6 milioni di euro in gran parte dovuto a 20 milioni di dividendo extra Fininvest distribuito a novembre, e hanno accantonato tutto a riserva.
Ora la società dei tre fratelli minori (Luigi ne è il presidente) ha in pancia 212,06 milioni di riserve. E ha pure aumentato le proprie partecipazioni di 29,3 milioni grazie a un accordo di minoranza fatto all' estero con società del gruppo del fedelissimo di Renzi, Marco Carrai. Sui titoli in portafoglio hanno fatto una plusvalenza di 3,2 milioni. Unica nota negativa, quella sui derivati con cui sono state ricoperte le operazioni. Hanno dato differenziali positivi per 5 milioni di euro e negativi per 6,8 milioni. Insomma, alla fine hanno bruciato così quasi 2 milioni di euro...
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