GIALLO BANANA: NESSUNO SA CHI HA TIRATO IL FRUTTO CONTRO LA KYENGE

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Raffaello Masci per La Stampa

L'Italia ieri si è vergognata di se stessa e ha affidato ai social network questo senso di disagio per l'ennesimo insulto razzista rivolto l'altra sera a Cervia al ministro per l'Integrazione Cécile Kyenge. Il ministro, che già a caldo aveva reagito con ironia, ieri ha chiuso l'episodio affidando una parola conclusiva a Twitter: «Il coraggio e l'ottimismo per cambiare le cose devono soprattutto partire dalla base e arrivare alle istituzioni».

Niente di più. Nessuna accusa, nessun attacco. In serata, poi, un'ultima battuta: «Credo che il problema non sia mio, c'è qualcuno che non sta bene e che manifesta disagio, il mio compito è ascoltare questo disagio». Il fattaccio resta immutato, ma almeno la politica - una volta tanto - è riuscita a interpretare trasversalmente il fastidio che questo increscioso episodio ha suscitato nei più.

Perfino Forza Nuova, che a Cervia aveva organizzato una manifestazione contro lo Ius Soli (con tanto di manichini imbrattati sul petto di vernice di colore rosso e con cartelli con scritto «l'immigrazione uccide»), si è chiamata fuori dall'accaduto:

«Smentisco nella maniera più assoluta ogni nostro coinvolgimento - ha detto il segretario nazionale Roberto Fiore -, ogni nostra manifestazione contro lo ius soli è sempre stata radicale sulle politiche, ma improntata al massimo rispetto nei confronti delle persone». La Digos sta cercando di vederci chiaro e di identificare l'eletta schiera che ha lanciato le banane all'indirizzo del ministro, ma per ora non ci sono novità.

Fin qui i fatti dell'indomani. Quanto al coro della solidarietà - si diceva - è stato unanime e trasversale. «Brava Cécile, e comunque le italiane e gli italiani sono con te» ha detto il collega di governo Graziano Delrio. «Cécile grande!» è il tweet di Pippo Civati. «Brava Cécile, una lezione di stile a quei quattro selvaggi che infangano l'Italia. Ogni offesa a te è un'offesa alla Costituzione» è il messaggio del senatore del Pd Sergio Lo Giudice.

E così via, una quantità di dichiarazioni, sms, tweet. «Tutto il Partito Democratico è con la ministra Cecile Kyenge in questa difficile ed importante battaglia per l'affermazione di un'Italia nuova, multiculturale, antirazzista e rispettosa delle diversità» ha commentato Khalid Chaouki, deputato e responsabile Nuovi Italiani del Pd.

«Sono solidale con il ministro Kyenge, apprezzo il suo coraggio e la sua determinazione, sarò sempre con lei e con lei sarà la scuola» ha twittato il ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza.

Ma anche il centrodestra si è distinto in questa gara di solidarietà. Il primo commento è giunto da Renata Polverini: «Quello che è accaduto è inqualificabile: il razzismo non ha alibi e non merita tolleranza». Poi Mara Carfagna, portavoce del gruppo Pdl alla Camera: «Brava Cécile, l'ironia è il grimaldello per scardinare il senso del ridicolo al quale si espongono gli stolti».

Al segretario della Lega, Roberto Maroni, memore di un analogo e recente episodio che ha visto protagonista un suo alto dirigente, devono aver fischiato le orecchie: «È una cosa idiota. Non so cosa sia successo esattamente, ma non riguarda la Lega», ha detto, ricordando che il ministro sarà ospite della festa leghista il 3 agosto, proprio a Cervia.

Vicinanza anche dal ministro delle Politiche Agricole, Nunzia De Girolamo: «La collega Kyenge ha dimostrato che di fronte ad alcuni gesti idioti e violenti a volte l'arma migliore è l'ironia». La conclusione è di Nichi Vendola, anche lui su Twitter: «Siamo orgogliosi ed onorati che questa sera la nostra festa di Milano ospiterà due donne simbolo di una nuova Italia.

Cécile Kyenge e Laura Boldrini sentiranno intorno a loro l'affetto, il sostegno, la speranza di chi con loro vuole cambiare il nostro Paese e farlo diventare un'Italia migliore».

 

 

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