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GIORGIA MELONI NON PUÒ TENERE PER SEMPRE IL PIEDE IN DUE STAFFE – LA DUCETTA HA SENTITO DONALD TRUMP AL TELEFONO DOPO CHE QUELLO HA RIFILATO ALL’UE DAZI AL 30%. DIVERSAMENTE DAL SOLITO, LA MELONI NON HA RIVENDICATO PUBBLICAMENTE IL CONTATTO, MA L’HA FATTO SOLO TRAPELARE AI GIORNALI. LA SORA GIORGIA NON PUÒ METTERE LA FACCIA SULLA CHIAMATA CON IL BULLIZZATORE DELL’EUROPA E ALLO STESSO TEMPO TENERE L’ITALIA AGGANCIATA ALL’UE (COME LE RIMPROVERA SALVINI)…
Estratto dell’articolo di Francesco Malfetano per “La Stampa”
Il colloquio è avvenuto nei giorni scorsi, dopo che la minaccia dell'imposizione di dazi al 30% da parte degli Stati Uniti si era già abbattuta sull'Unione europea.
Giorgia Meloni e Donald Trump si sono parlati direttamente. Una telefonata che – spiegano fonti diplomatiche – si è concentrata sulla necessità di trovare un punto di incontro tra le richieste Usa di riequilibrare la bilancia commerciale e la necessità europea di raggiungere un'intesa accettabile per le nostre aziende.
Il tycoon, forte delle "vittorie" già incassate con Regno Unito, Canada e Messico, ha avviato un giro di contatti informali con alcuni «grandi leader europei», da Emmanuel Macron a Friedrich Merz, fino a Ursula von der Leyen.
MEME SULL INCONTRO TRUMP MELONI - BY MEME DELLA TERZA REPUBBLICA
Tra questi, appunto, anche la premier italiana. […]
Da Palazzo Chigi tutto tace, nessuna nota ufficiale. Meloni ieri non ha neppure varcato la soglia del suo ufficio. Il cdm pomeridiano è stato presieduto dal vicepremier Antonio Tajani. Ma il silenzio, in questo caso, non smentisce. Anzi.
Il colloquio – descritto come cordiale e pragmatico – conferma che tra Meloni e Trump il canale resta aperto. E operativo. Data la delicatezza del momento, la necessità di tenere unita l'Europa e l'incertezza sull'esito reale delle trattative, è difficile però per la premier metterci la faccia. Non è arrivato nessun rilancio pubblico, infatti. Nessuna sponda esplicita. Solo cautela.
Del resto, anche sul piano interno la linea è la stessa. Meloni non ha alcuna intenzione di presentarsi in Aula per riferire sullo stato delle trattative. In primis perché queste sono formalmente tra le mani dell'Unione europea. In seconda battuta, riferiscono i suoi fedelissimi, perché «non vuole offrire il fianco a un attacco politico».
giorgia meloni ursula von der leyen
Le opposizioni, da Elly Schlein a Giuseppe Conte, continuano a chiederle spiegazioni. «Venga in Parlamento a chiarire al paese che cosa intende fare per sostenere il negoziato europeo e per sventare questi dazi al 30%, che avrebbero un impatto devastante sulle imprese e sui lavoratori italiani» è l'attacco lanciato ieri dalla segretaria dem. Ma la porta resta chiusa.
[…] Meloni […] sa che ogni accelerazione unilaterale rischierebbe di indebolire il fragile fronte europeo. Ma sa anche che l'asse con Trump potrebbe, se gestito con intelligenza, diventare una carta da giocare più avanti, quando le trattative entreranno nel vivo. Non a caso, dal Quirinale filtra apprezzamento per la postura prudente dell'esecutivo.
ELLY SCHLEIN - GIUSEPPE CONTE - IL SORPASSO - MEME BY IL GIORNALONE - LA STAMPA
Il presidente della Repubblica non può disdegnare la volontà meloniana di tenere l'Italia agganciata all'Ue, evitando fughe in avanti e non alimentando tensioni con un alleato strategico come gli Stati Uniti.
Un equilibrio che ora passa anche per la missione americana di Tajani. Il ministro degli Esteri è in volo verso Washington, dove proverà a tenere aperto un canale istituzionale con la nuova amministrazione americana. […]
«Non si tratta di scegliere tra Europa e Stati Uniti – spiegano fonti della Farnesina – ma di non essere marginali in nessuna delle due partite». Tajani, dal canto suo, predica «equilibrio». E lo fa anche in chiave interna. Perché se la Lega continua a spingere su un intervento più deciso della premier, Forza Italia si allinea al profilo basso scelto da Meloni.
Un asse silenzioso, ma solido. Resta il nodo della gestione politica. Salvini non intende arretrare, e nelle prossime ore potrebbe tornare alla carica. Non per sfidare Meloni, ma per marcare la distanza tra i due partiti, provando a tradurre in consenso le critiche verso Bruxelles. Intanto la premier osserva. Evita l'Aula, mantiene il doppio canale con Ursula e con Trump, e spera che il negoziato europeo tenga. Ma sa che, presto, le pressioni interne e quelle internazionali potrebbero costringerla a uscire dal silenzio.
meloni trump g7 canada
INCONTRO TRA GIORGIA MELONI E DONALD TRUMP - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA
MEME SULL INCONTRO TRUMP MELONI - BY FAWOLLO
giorgia meloni emmanuel macron mark carney donald trump g7 di kananaskis in canada
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