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Tommaso Labate per “Il Corriere della Sera”
Adesso manca soltanto la conferma ufficiale. Che arriverà probabilmente entro stasera, visto che oggi è in agenda un’altra telefonata tra Silvio Berlusconi e Angelino Alfano, che segue quella di domenica all’ora di cena. Dopodiché ci sarà una data chiave nella storia della ricomposizione del centrodestra. E quella data, con tutta probabilità, sarà giovedì 24 luglio. Dopodomani.
A meno di incidenti di percorso, infatti, giovedì — all’ora di pranzo — Alfano, accompagnato da una delegazione del Nuovo centrodestra, dovrebbe varcare il portone di palazzo Grazioli. Insieme a lui, al momento, dovrebbero pranzare con Berlusconi il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, il capogruppo a Montecitorio Nunzia De Girolamo e anche il tandem di vecchi amici dell’ex Cavaliere composto da Fabrizio Cicchitto e Paolo Bonaiuti.
Messa così sembra una rimpatriata. O magari l’occasione per ricucire rapporti umani e politici che la scissione del Popolo della libertà, andata in scena quando i berlusconiani decisero di togliere la fiducia al governo Letta all’alba della decadenza di Berlusconi dal Senato, aveva prodotto. Invece no. Nel menù del pranzo di giovedì a palazzo Grazioli, la portata principale non saranno le pennette tricolori tanto care all’ex premier. Bensì «le tappe» della ricomposizione del centrodestra. La fine della diaspora FI-Ncd, tanto per essere chiari.
La tabella di marcia, o almeno quella che starebbe in cima ai desiderata di Berlusconi, sarebbe già stata fissata. L’avvio di un cantiere, la nascita di una costituente delle idee e, a seguire, una tornata di primarie. L’obiettivo minimo è la creazione di una federazione di partiti, che nella migliore delle ipotesi radunerebbe Forza Italia, Nuovo centrodestra, Fratelli d’Italia e la Lega Nord. Quello più ambizioso, invece, rimanda al «sogno» di riportare i moderati all’interno di un partito unico.
Ma se sul versante di Forza Italia le «fronde» sembrano ormai rientrate — prova ne è la conferma del faccia a faccia tra Berlusconi e Fitto che andrà in scena domani pomeriggio — dentro il Nuovo centrodestra le sacche di resistenza rispetto a un nuovo abbraccio con l’ex premier non accennano ad arretrare.
Tra i favorevoli al ritorno con l’ex Cavaliere ci sono soprattutto Lupi, la De Girolamo e anche la portavoce del partito, Barbara Saltamartini. Nel fronte dei contrari, che prova a resistere rispetto al richiamo della «casa del padre», ci sono il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, l’ex titolare delle Riforme Gaetano Quagliariello, Renato Schifani e anche Cicchitto. «Berlusconi non pensi di essere lui ancora il leader della coalizione facendo derivare l’investitura dalla conclusione della vicenda giudiziaria che lo coinvolgeva», avverte proprio quest’ultimo. «Una sentenza non sposta indietro le lancette della storia. Né tantomeno quelle del centrodestra», rincara l’ex presidente del Senato Schifani.
maurizio lupi pennarello argento
In questa complicatissima partita, Alfano si trova esattamente al centro. Toccherà a lui, durante un incontro coi ministri del suo partito, trovare una sintesi. Un primo tentativo proverà a farlo oggi, visto che il titolare del Viminale ha in programma un incontro con la delegazione di governo del suo partito proprio sul tema della federazione di partiti del centrodestra.
Il tutto mentre Berlusconi, fresco di vittoria al processo Ruby e smanioso di accelerare il dossier della ricomposizione della sua vecchia coalizione, tornerà nella Capitale. In agenda, alle ore 17, l’ex Cavaliere ha la partecipazione alla presentazione del libro di Michaela Biancofiore, Il cuore oltre gli ostacoli. Sarà la prima occasione di mostrare il suo volto dopo l’assoluzione. Infatti, strano ma vero, dal giorno della sentenza di lui — in pubblico — s’è vista soltanto la mano destra. Sbucata all’improvviso dal finestrino della berlina che lo accompagnava fuori dalla Fondazione Sacra Famiglia di Cesano Boscone.
LA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI RENATO SCHIFANI
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