IL GOVERNO NON SMETTE DI MOLES-TARES LE IMPRESE

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Gianni Trovati per "Il Sole 24 Ore"

Colpito dal caso-Terzi e dalle ripercussioni sulla compagine del Governo tecnico nei suoi giorni finali, il Consiglio dei ministri di ieri si è occupato solo della legge europea, dello Statuto del Coni e di un pacchetto di leggi regionali, e non è andato oltre a un sommario passaggio sulla proroga Tares al 2014. In condizioni normali, tanto più con un preciso schema di decreto già predisposto dal ministero dell'Ambiente, la prassi vorrebbe l'approdo ufficiale e la decisione sul testo alla prossima riunione di Governo, ma sul terreno accidentato della politica di questi giorni è impossibile trovare solide certezze.

A determinare l'urgenza del problema è il fatto che, a fianco di una pressione fiscale locale destinata a crescere ancora proprio a causa delle regole Tares, il calendario dei versamenti sta determinando una crisi di liquidità nelle aziende, che rischiano di dover bloccare i pagamenti ai fornitori e, in tempi non troppo lunghi, di veder svanire le basi necessarie ad assicurare anche i pagamenti degli stipendi agli operatori. Di qui l'allarme sull'«emergenza rifiuti nazionale» rilanciato da imprese e sindaci, anche perché i meccanismi alternativi pensati per superare il periodo di emergenza si stanno rivelando spesso impraticabili.

La maggioranza delle aziende è già molto esposta nei confronti delle banche, e non ha quindi grande spazio per ulteriori affidamenti: in più di un caso la richiesta di aiuto arriva direttamente ai Comuni, che possono però intervenire solo quando le anticipazioni di tesoreria (in pratica gli "anticipi" chiesti al bilancio pubblico) non sono già esaurite per far fronte all'incertezza delle entrate e della riscossione (allarme lanciato giusto ieri dalla Corte dei conti, come mostra l'articolo in basso). In un quadro come questo è intervenuto il rinvio a luglio per l'avvio dei pagamenti della prima rata Tares, deciso dal Parlamento alla vigilia delle politiche di febbraio, che di fatto sposta a settembre-ottobre i primi incassi significativi per le imprese.

Proprio l'assenza di prospettive chiare ha acceso le reazioni alla mancata decisione del Consiglio dei ministri da parte del vasto fronte che chiede la proroga, e che accanto alle imprese del settore riunite in Federambiente e Fise-Assoambiente (Confindustria) vede schierati gli amministratori locali e Cgil-Funzione Pubblica, la Federazione trasporti della Cisl, Uil-Trasporti e Fiadel (il sindacato autonomo dei dipendenti degli enti locali).

In campo ieri è sceso anche il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, che ha lanciato l'allarme sull'ingorgo fiscale di giugno-luglio (si veda l'articolo a fianco), mentre il presidente dell'Anci, Graziano Delrio, ha ribadito che «è molto grave non risolvere un problema urgente che rischia di determinare un'emergenza di liquidità e di raccolta dei rifiuti».

I sindaci valutano nuove azioni insieme agli "alleati" di sindacati e imprese: «È sbalorditivo - spiega il presidente di Federambiente, Daniele Fortini - il fatto che di fronte a un mondo ampio che implora un intervento urgente il Governo dilazioni pur avendo coscienza del problema. A oggi - sottolinea Fortini - gli operatori avrebbero già dovuto incassare la copertura economica del primo trimestre, mentre con le regole attuali dovremo lavorare gratis per mesi».

Per dribblare il problema il ministero dell'Ambiente ha preparato un decreto che per il 2013 rimetterebbe in campo le vecchie Tarsu e Tia, consentendo alle aziende di ricominciare a incassare e ai contribuenti di evitare i rincari ulteriori determinati dall'obbligo di copertura integrale dei costi previsto dalla Tares e non dalla Tarsu. Si tratta di un primo passo, che non affronta comunque il problema della maggiorazione da un miliardo di euro in calendario comunque per luglio, e che soprattutto ora ha bisogno urgentemente di un padre.

 

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