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TORY DI RAZZA – L’ULTIMO OSTACOLO CHE SEPARA BORIS JOHNSON DA DOWNING STREET È JEREMY HUNT: IL MINISTRO DEGLI ESTERI HA BATTUTO MICHEAL GOVE E ORA TOCCA AGLI ISCRITTI AL PARTITO DECIDERE CHI PRENDERÀ IL POSTO DELLA MAY – HUNT HA VOTATO REMAIN ED È FLESSIBILE RISPETTO ALLA SCADENZA DELLA BREXIT PER HALLOWEEN, MENTRE IL VULCANICO BORIS È DISPOSTO A PROCEDERE ANCHE CON IL NO DEAL…

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Cristina Marconi per “il Messaggero”

 

BORIS JOHNSON

Con uno scarto minimo di due voti, il ministro degli Esteri Jeremy Hunt ha battuto il responsabile per l'Ambiente Michael Gove, diventando l'unico concorrente di Boris Johnson alla corsa verso Downing Street. I 313 deputati chiamati a votare nella quinta e ultima tornata per la scelta dei due nomi da mettere sulla scheda, che verrà sottoposta ai circa 140 mila iscritti Tories, hanno dato 160 preferenze a Boris, confermando l'ampio vantaggio del sindaco di Londra, 77 a Hunt e 75 a Gove, dopo che in mattinata era stato eliminato il quarto candidato, il ministro per le imprese Sajid Javid, in una tornata che aveva invece visto Gove avanti di due punti rispetto a Hunt.

 

SCALATA INTERROTTA

JEREMY HUNT

I due candidati, visti come moderati, responsabili e tecnici rispetto al vulcanico Boris, avevano molti punti in comune, soprattutto in materia di Brexit: anche se Hunt aveva votato «remain» e Gove aveva scelto il «leave», cosa che in teoria avrebbe dovuto favorire quest'ultimo, entrambi si sono schierati a favore di una certa flessibilità rispetto alla scadenza del 31 ottobre per evitare il no deal, mentre per Boris quel giorno il Regno Unito dovrà uscire dalla Ue a qualunque condizione, anche senza accordo con Bruxelles.

MICHAEL GOVE

 

Ma la scalata di Gove, considerato una mente estremamente brillante, adottato quando aveva 4 mesi da una coppia della media borghesia e quindi lontano anni luce dal mondo dorato da cui vengono sia Johnson, sia Hunt, figlio di ammiraglio della Royal Navy e imparentato con la regina, è stata danneggiata dall'ammissione di aver fatto uso di cocaina. Inoltre la principale differenza tra i due candidati centristi è che Hunt ha un rapporto migliore con Johnson, il quale già nel 2016 aveva tentato l'assalto a Downing Street finendo sabotato dall'annuncio che anche Gove aveva ambizioni.

MICHAEL GOVE

 

Lo psicodramma in casa Tory finito con la vittoria di Theresa May, che all'epoca era rimasta fuori dalle polemiche emergendo come la candidata più saggia e responsabile. Gove le era stato relativamente leale, anche perché sperava di poter tentare la sua ascesa ai vertici della politica una volta archiviato il dossier della Brexit, mentre Hunt, estremamente impopolare come ministro della Sanità in tempi di tagli all'Nhs, non sembrava una minaccia reale.

BORIS JOHNSON COME MILEY CYRUS

 

CAMPAGNA ELETTORALE

JEREMY HUNT

Ora Johnson e Hunt gireranno il Paese per quattro settimane i sedici appuntamenti inizieranno già sabato - e, dopo le operazioni di voto, il successore della May si insedierà nella settimana del 22 luglio. Boris parte strafavorito, ma non è detto che i conservatori non decidano di affidarsi a una personalità più prevedibile, almeno stando ai risultati ottenuti al Foreign office. «È il momento di tornare ad avere un po' di eccitazione in politica, ma penso anche che ci sia del lavoro serio da fare», ha detto Johnson.

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