DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
P.Bar. per “La Stampa”
I sindacati incassano la cancellazione dal decreto semplificazioni del principio del massimo ribasso negli appalti e segnano un punto a loro favore, ma sul blocco dei licenziamenti, su cui ieri sono tornati ad insistere nell'incontro con Draghi a palazzo Chigi, restano a bocca asciutta.
E come se non bastasse ad agitare le acque scoppia un nuovo caso Alitalia. «Il tema licenziamenti non è all'ordine del giorno - ha tagliato corto Draghi - tra le pochissime cose che può decidere il premier ci sono quelle all'ordine del giorno della discussione».
Ed a Cgil, Cisl e Uil che insistevano il presidente del Consiglio ha risposto che la norma del nuovo decreto sostegni, con lo stop ai licenziamenti sino a dicembre per chi chiede la cig è «la soluzione più avanzata possibile».
«Non sono della vostra idea» avrebbe poi aggiunto, «ma sono comunque disponibile al confronto». I sindacati, che oggi tornano a protestare davanti a Montecitorio, però non mollano e chiedono che la fine del blocco, attualmente previsto per giugno, venga portato almeno a fine ottobre.
«Abbiamo detto che la mediazione trovata non è sufficiente e abbiamo chiesto di poter riaprire confronto e discussione» ha spiegato al termine il segretario Cgil Maurizio Landini.
«La soluzione non riscontra le nostre aspettative - ha aggiunto il segretario confederale Cisl Ignazio Ganga - andava maggiormente portato avanti il confronto col sindacato».
protesta dei dipendenti alitalia
Questione Alitalia. L'intesa raggiunta mercoledì dal governo con la Commissione Ue non piace ai sindacati. Che parlano di almeno 5.000 esuberi su un organico di 10.500 unità e bocciano l'ipotesi di una compagnia che opererà con appena 50 apparecchi.
Su Alitalia «non abbiamo intenzione di accettare licenziamenti, la parola esuberi sarebbe il momento di toglierla» attacca Landini. «Non accetteremo riduzioni di personale. Se l'idea è una piccola azienda che metta in collegamento le regioni di questo Paese non siamo d'accordo - rilancia il segretario generale Uil Pierpaolo Bombardieri -. Dobbiamo aggredire le lunghe rotte e portare turisti».
protesta dei sindacati per la fine del blocco ai licenziamenti
«No ad una compagnia mignon» dichiarano a loro volta Luigi Sbarra e Salvatore Pellecchia della Cisl. Mentre la Fnta, la federazione nazionale del trasporto aereo (Anpac, Anpav, Anp e Assovolo), chiede che «nessun lavoratore sia lasciato senza un futuro definito e senza reddito» e di adeguare i livelli occupazionali del personale navigante di Ita alle previsioni di ripresa consistente del mercato previste per il 2022 prevedendo «non meno di 75-80 aeromobili».
Dal fronte del governo il ministro dello Sviluppo Giancarlo Giorgetti spiega invece che «il piano industriale che la nuova Alitalia deve proporre offre anche in prospettiva grandi possibilità di sviluppo».
andrea orlando e giancarlo giorgetti
«L'obiettivo è avere una compagnia aerea nazionale più forte e ristrutturata rispetto a prima» ha dichiarato a sua volta, il suo predecessore al Mise, Stefano Patuanelli, convinto che l'organico fissato a 6mila unità non possa che crescere in futuro.
Intanto, però, anche questo mese i dipendenti Alitalia riceveranno lo stipendio in due rate, 50% subito ed il restante 50% dopo il 3 giugno quanto i commissari avranno incassato il nuovo prestito da 100 milioni concesso dal governo.
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