GRANDE MELA O GRANDE SOLA? - IL VOTO DEGLI ITALIANI NEGLI STATI UNITI POTREBBE RIVELARSI PIÙ APPASSIONANTE DEL SOLITO - IL PDL NEGLI ULTIMI ANNI HA AVUTO FACILE, SOPRATTUTTO A NEW YORK, MENTRE ORA È IL PD A VOLER CONQUISTARE LA GRANDE MELA - MA CHI POTREBBE ESSERE LA VERA RIVELAZIONE È IL M5S DI GRILLO, CHE HA CANDIDATO PROFESSORI E RICERCATORI - BUONE POSSIBILITÀ SEMBRANO ESSERCI ANCHE PER OSCAR GIANNINO…

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Maurizio Molinari per "la Stampa"

Il Pd scommette sulla conquista di New York e il Pdl per resistere all'assalto mobilita le roccaforti di Brooklyn e Queen ma a decidere il duello potrebbero essere i voti raccolti dalle nuove liste: imprenditori e accademici reclutati dal Movimento Cinque Stelle con una campagna tutta online, la Lista Monti data in crescita oppure «Insieme», una formazione locale bipartisan che annovera un protagonista della galassia degli hedge funds.

Se a ciò si aggiunge che Nuriel Roubini sostiene il capolista del Pd alla Camera, l'Udc si lega alla lista «Maie» guidata da un residente in Sudamerica e Insieme punta a fare il pieno di preferenze a Cancun, Messico, è facile dedurre che la campagna elettorale nella circoscrizione Nordamerica Centroamerica è ricca di sorprese.

In gioco c'è un bottino esiguo - 1 senatore e 2 deputati - ma quanto matura in questo tassello dell'elettorato all'estero mette in luce un'insolita vivacità frutto di un duplice fenomeno: la proliferazione delle liste e la rilevanza degli immigrati più recenti, giunti negli ultimi 10-15 anni.

Gli aventi diritto al voto nell'area metropolitana di New York - che va dal Connecticut al New Jersey - sono circa 60 mila e poiché in Canada le roccaforti etniche di Toronto e Montreal per tradizione votano a sinistra, se il Pd vuole ribaltare il risultato del 2008 - quando il Pdl conquistò 1 senatore e 1 deputato - è qui che deve guadagnare terreno. «Credo che possiamo farcela - assicura Gianluca Galletto, capolista Pd alla Camera - portando alle urne gente nuova» ovvero gli immigrati più recenti. Per riuscirci conta su Alfonso Ricciardelli, veterano della campagna «Obama for America», sul sostegno dell'economista Nuriel Roubini e sui legami col partito democratico locale, a cominciare dal senatore Chuck Schumer.

Al lancio della campagna in un hotel nei pressi di Wall Street la maggioranza dei presenti erano non a caso i manager trentenni giunti di recente in America mentre sul fronte opposto il Pdl risponde con una strategia più tradizionale. «L'elettorato di New York per tradizione è e resta di centrodestra - assicura Domenico Delli Caprini, 63 anni, candidato alla Camera e cofondatore del popolare quotidiano «America Oggi» - il ritorno di popolarità di Silvio Berlusconi raccoglie favori e il Pd dovrà accontentarsi dei bastioni canadesi ma qui credo proprio sarà, ancora una volta, respinto».

Su tale duello si innestano però molteplici incognite. La più vistosa è il Movimento Cinque Stelle di Grillo che ha selezionato i candidati via web, arrivando a candidare alla Camera un ricercatore del Mit di 35 anni, un docente dell'Università del Wiscosin e un imprenditore di Milwaukee mentre al Senato presenta un ricercatore della Nasa e un dirigente d'azienda della Florida. «Sono italiani giovani e di successo qui in America - spiega Marco Petrini, coordinatore per l'area di New York e presidente della Monini Usa che fanno campagna online, cercano voti nuovi e non hanno fondi elettorali».

Petrini non ha potuto neanche contare su una mini-tournee di comizi di Grillo e ammette di non ritenere possibile la conquista di seggi «ma la nostra scommessa è sul lungo periodo» ovvero riuscire a diventare «l'espressione diretta di tanti italiani non coinvolti dalle istituzioni nazionali o locali, come i Comites». Qualcosa si simile si proponeva anche «Fermare il declino», che ha il suo nome di spicco nell'economista di Chicago Luigi Zingales, ma la raccolta delle firme non sembra in grado di riuscire a centrare il quorum entro la scadenza di lunedì.

A farcela invece è la lista «Con Monti per l'Italia» che ha fra i candidati Luigi Solimeo, un volto di spicco nei circoli dell'immigrazione, che questa volta sente di avere il vento a favore: «C'è grande favore, soprattutto fra gli italiani arrivati negli ultimi anni, faremo un buon risultato».

Sulle schede ci saranno anche i simboli del «Maie» del sudamericano Ricardo Merlo alleato dell'Udc, e di «Insieme» la cui particolarità è di essere una lista bipartisan locale senza legami con partiti italiani. I candidati sono l'ex Pdl Salvatore Ferrigno e Joseph Di Virgilio, l'economista che si è fatto largo fra gli hedge fund grazie alle previsioni sui subprime. «Siamo espressione degli italiani d'America, non apparteniamo a destra o sinistra - riassume Di Virgilio - ed è per questo che ci voteranno».

 

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