DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
Marzio Fatucchi per “Il Corriere fiorentino”
La Rete non perdona. Ma non leggere i giornali (anche sul web) e aggiornare i propri post sui social può essere molto pericoloso. Perché possono scattare querele: come quella che farà l’ex «sceriffo» Graziano Cioni contro il deputato M5S Alessandro Di Battista e contro la trasmissione «Piazza Pulita» su La 7, Corrado Formigli. Ed è tutta colpa di una «piovra».
Nella trasmissione di lunedì scorso, il collegamento con il deputato Di Battista si è svolto con un fondale: quello della «piovra Pd», un disegno in cui ogni tentacolo rappresenta una regione e per ogni regione il M5S ha raccolto gli esponenti Pd indagati o condannati. È stato elaborato su un articolo de Il Fatto quotidiano: solo che evidentemente non hanno pensato di aggiornarlo o si sono dimenticati di farlo rispetto all’inchiesta su Castello a Firenze.
ALESSANDRO DI BATTISTA SERVE LE PIZZE
Nell’elenco toscano, infatti, tra gli esponenti del Pd «segnalati» dal M5S (la foto è ancora nel sito di Beppe Grillo) ci sono anche Gianni Biagi e Cioni con le condanne arrivate in appello: ma sia Cioni che Biagi sono stati assolti, con formula piena, in Cassazione. Il nome di Cioni è stato a lungo ben visibile nella diretta, dietro Di Battista. E lo «sceriffo» si è infuriato.
Sia con Di Battista e l’autore del disegno, che con il conduttore, che secondo Cioni non ha mai preso le distanze o chiesto chiarimenti sull’elenco «rappresentato» dal deputato M5S. E quindi, via alla querela, da un milione di euro: Cioni ha già dato mandato ai suoi avvocati, come conferma il legale (che lo ha difeso su Castello) Pasquale De Luca: «Siamo già al lavoro». Anche nei confronti del blog di Grillo, dove (anche lì) restano i nomi con le passate condanne.
«Ora basta, è barbarie» ha scritto Cioni su Facebook, confermando querela a tutti, anche per la trasmissione perché «ben a conoscenza della sentenza». «Chiedo ad Alessandro Di Battista di rinunciare all’immunità parlamentare e di assumersi le sue responsabilità» conclude Cioni. La stessa richiesta peraltro arrivata da Formigli a Di Battista, dopo che aveva parlato di Mafia Capitale facendo un riferimento a Renzi, sbottando: «Vi dovete levare l’immunità, così queste c...e non le dite più».
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