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Paolo Mastrolilli per "la Stampa"
Se qualcuno si chiedesse ancora perché cinque anni fa Barack Obama scelse Joe Biden come suo vice, la risposta sta nel risultato che ha ottenuto al Senato. Fino a ieri sera, gli Stati Uniti sembravano aver scampato il «Fiscal Cliff» soprattutto grazie a lui. Anche se il problema del debito nazionale non è ancora risolto una volta per tutte e l'accordo dei senatori si è arenato alla Camera dominata dai repubblicani.
Nei primi quattro anni dell'Amministrazione Obama, Biden era diventato famoso soprattutto per le sue gaffes, le uscite estemporanee, le dichiarazioni troppo sincere e avventate. Una su tutte, quella a favore dei matrimoni gay, che costrinse il Presidente ad anticipare l'annuncio del suo appoggio alle nozze tra omosessuali. «Joe è Joe», lo giustificò il Capo della Casa Bianca, mettendo a tacere le voci secondo cui stava pensando di sostituirlo con Hillary Clinton, per evitare altri guai e assicurarsi la vittoria nelle elezioni di novembre.
Durante la campagna elettorale, poi, Biden si era trasformato nel cane da caccia di Obama, il «cattivo in capo», che aveva il compito di fare tutto il lavoro sporco, attaccando i rivali senza peli sulla lingua. Joe mordeva, in sostanza, e così difendeva Barack dagli assalti più negativi, consentendogli di apparire presidenziale e sopra le parti nella bassa politica quotidiana. Anche qui, un esempio su tutti: il discorso di Biden alla Convention di Charlotte ebbe più spettatori televisivi di quello di Obama, perché la gente sapeva che sarebbe stato sanguigno.
In tutto questo, gli osservatori specializzati e gli americani comuni hanno dimenticato una cosa fondamentale: prima di fare il vice presidente, Joe era uno dei senatori americani più esperti. Il suo servizio in Congresso si misurava in decenni, con svariate iniziative di legge sul fronte interno e internazionale.
Biden ha percorso passo a passo tutta la carriera del politico e del parlamentare di lungo corso. Ha cominciato con l'attivismo locale, con le piccole cariche che ti insegnano a trattare con la gente, capire le sue necessità e usare le istituzioni per soddisfarle. Figlio della classe media, cresciuto nella Pennsylvania dei colletti blu e poi nel Delaware, Joe ha scelto subito la strada della sincerità : dire le cose come stanno, e possibilmente in faccia. Tanto ai sostenitori quanto agli avversari.
Nelle piccole cariche locali, però, ha imparato anche a trattare con i rivali, a usare l'arte del negoziato, perché in un sistema bipartitico come quello americano è tutto facile quando si stravince, ma tutto diventa quasi impossibile da realizzare senza diplomazia, quando le elezioni fanno le scherzo di dividere il potere per costringere i politici a seguire la strada del compromesso. Biden ha capito questa lezione fondamentale, e l'ha portata con sé a Washington, prima come deputato, poi come senatore.
Lo dimostrò durante l'affare Lewinsky, ad esempio. L'America allora era più spaccata che mai lungo le linee dell'ideologia, con i repubblicani che speravano di usare lo scandalo sessuale per fare cadere Clinton e i democratici che chiudevano gli occhi davanti a qualunque vergogna pur di salvare il loro presidente. Joe diventò così una delle poche voce equilibrate, che non perdonavano i suoi errori ma li mettevano in prospettiva, favorendo così l'uscita da una crisi che rappresentava soprattutto una vergogna per il Paese.
Così Biden è salito nei ranghi fino a diventare leader della prestigiosa Commissione Esteri del Senato. Passione per la politica internazionale, buon statista di una superpotenza. Aveva sempre avuto la Casa Bianca in testa, e nella campagna del 2008 era stato duro contro il giovane collega Obama. Eppure Barack lo aveva perdonato e scelto come vice, proprio per la sua esperienza.
Nessuno conosceva Washington come Joe, e soprattutto nessuno conosceva l'arte di lavorare con il Congresso come lui. Certamente non Obama, che in Senato non aveva finito neppure il primo mandato. Dopo il passaggio della riforma sanitaria, e la vittoria dei repubblicani nelle elezioni 2012, l'arte del negoziato era diventata di colpo inutile, con i due partiti votati solo a bloccarsi a vicenda. Fino a ieri, quando Biden ha rispolverato la sua vecchia arte politica.
I SORRISETTI DI BIDEN DURANTE IL DIBATTITO CON RYANOBAMA BIDEN DIBATTITO BIDEN RYANobama biden hillary clinton Hillary Clintoncasa bianca
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