DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…
Eugenio Occorsio per “la Repubblica”
Aste del Tesoro sospese, banche sotto pressione in Borsa con la possibilità che la Consob ne sospenda la contrattazione, spread che s’impenna a quota 300. È uno scenario da Armageddon quello della Grexit. La speranza che resti un’astrazione è fondata visti gli sviluppi più distensivi delle ultime ore, ma per non farsi trovare impreparati i tecnici del Tesoro, di Palazzo Chigi, della Banca d’Italia, stanno predisponendo i piani d’emergenza. Nulla trapela dai palazzi della finanza pubblica, ma è possibile, sulla base delle indicazioni fornite da economisti indipendenti, valutare alcune delle ipotesi verosimilmente in discussione, sempre con la premessa che la loro attuazione non è lo scenario più probabile.
franco bassanini pier carlo padoan
Banche . Quelle italiane sono esposte per 800 milioni con la Grecia, fra titoli del Tesoro, obbligazioni e azioni. «Le possibilità di recupero si ridurrebbero molto in caso di Grexit. Per l’effetto-domino gli istituti italiani sono i più esposti ma in tutta Europa i contraccolpi sarebbero violenti», spiega Rainer Masera, già ministro del Bilancio. «È probabile un calo delle quotazioni, a cui si potrebbe rispondere in due modi: sospendendo le banche più penalizzate e intensificando la pressione sulla Bce perché intervenga con un ampliamento del quantitative easing ( misura che alcune fonti danno per probabile addirittura il 5 giugno, ndr ) sia con ulteriori misure di sostegno finanziario». Una cifra che circola è di 2-300 miliardi per tutto. Viene esclusa la corsa agli sportelli (e la chiusura per qualche giorno di cui pure si è parlato) anche in caso di Grexit.
Bce. Il tormento di Draghi è di non essere riuscito a completare l’Unione bancaria. «L’operazione — spiega Brunello Rosa, capo economista del Roubini Global Economy — si compone di tre gambe: l’unione vera e propria che è fatta per le 130 maggiori banche; la garanzia comune dei depositi che invece è in alto mare come qualsiasi misura che preveda aiuti transnazionali; il meccanismo di risoluzione che è finanziato per ora solo con 80 miliardi, pochi se accade il peggio, e entrerà in vigore fra 8 anni. Tutti sarebbero più tranquilli se il pacchetto fosse già chiuso».
MARIO MONTI RAINER MASERA - Copyright Pizzi
Tesoro. Quando lo spread era a 400, Draghi disse che per metà era colpa del Paese e per metà del sistema Europa. Questi ultimi 200 punti rientrerebbero in gioco, e forse di più, in caso di Grexit. «Il rischio-Italia è sceso rispetto a due-tre anni fa», commenta Paolo Guerrieri, economista della Sapienza. «Ma che si torni a 300-350 è possibile perché la Grexit rilancerebbe i Bund verso rendimenti zero. Per i Btp si parla del 2,5-3%».
Se si dovessero rivedere al rialzo i tassi sull’intero debito, analizza Angelo Baglioni, economista della Cattolica e della voce. info, «si spenderebbero 20 miliardi, ma visto che il fabbisogno italiano è di 300 miliardi di nuove emissioni l’anno, il danno è più limitato: 100 punti base valgono 3 miliardi, così rispetto ai livelli attuali sono 4-5 miliardi da aggiungere al debito pubblico».
Il Tesoro ha due armi: ricorrere per le esigenze di cassa al conto corrente presso la Banca d’Italia istituito dopo il “divorzio” del 1991, che ammonta a 3,6 miliardi secondo il Bollettino di via Nazionale del 17 aprile, e sospendere alcune aste come già avvenne nella crisi del 2010. Per le future emissioni, si ridurrà la durata cercando di applicare questi tassi solo per sei mesi-un anno, sperando che in futuro la situazione si normalizzi. Fondamentale, insistono al Tesoro, è l’apporto del Qe, del fondo salvastati e degli Omt, gli acquisti dei bond a tappeto per calmierare i prezzi. Ma per accedervi occorre un memorandum con cessioni di sovranità. Almeno a questa conseguenza, il governo spera che non si arrivi.
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