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LA GUERRA ALL’IRAN È L’ULTIMA SPIAGGA DI NETANYAHU – “BIBI” SI È IMPANTANATO NELL’ECATOMBE DI GAZA: ISRAELE HA PERSO IL SUPPORTO DELLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE, È ISOLATO E CONSIDERATO UN CRIMINALE DI GUERRA DA MEZZO MONDO. SOLO L'IRAN È MESSO PEGGIO: ODIATO DA TUTTO IL MONDO ARABO SUNNITA, HA COME ALLEATI "SOLO" CINA E RUSSIA – “LA STAMPA”: “UNA GUERRA APERTA E PROLUNGATA CON L'IRAN ROVESCEREBBE LA PROSPETTIVA. ISRAELE TORNEREBBE A ESSERE IL PAESE AGGREDITO DALLE ‘FORZE DEL MALE’, COME NELLE PRIME SETTIMANE DEL DOPO 7 OTTOBRE, E LA SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE, FORSE, SI RISVEGLIEREBBE. IN PIÙ HA DIMOSTRATO DI POTER DECAPITARE A PIACIMENTO ANCHE LA LEADERSHIP IRANIANA, DI ESSERE ANCORA LA POTENZA DOMINANTE NEI CIELI NELLA REGIONE. SOLO LA PORTATA DELLA RISPOSTA DI TEHERAN, E LE SUE CAPACITÀ EFFETTIVE DI REGGERE L'URTO, CI DIRANNO SE IL CALCOLO DI KING BIBI È STATO CORRETTO…”

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Estratto dell'articolo di Giordano Stabile per “La Stampa”

 

benjamin netanyahu - attacco di israele all iran

Benjamin Netanyahu vuole mostrare al mondo intero che sta vincendo la guerra. Se pensiamo ai 20 mesi del conflitto scoppiato dopo il massacro del 7 ottobre, sembrerebbe così. Lo Stato ebraico ha decapitato l'intera leadership di Hamas, politica e militare, e ucciso i due terzi dei suoi combattenti. Ha fatto altrettanto con Hezbollah, e ha distrutto gran parte, forse oltre l'80 per cento, dell'arsenale della milizia sciita libanese.

 

Nel frattempo, è riuscito a rovesciare il regime filoiraniano in Siria, tagliato l'autostrada Baghdad-Damasco-Beirut, tenuto a bada gli Houthi dello Yemen […]

 

ali khamenei

Sotto la superficie, però, la situazione è più complessa. Per quanto stremata, Hamas resta in controllo dei principali centri urbani, anzi delle loro macerie, nella Striscia. Ha ancora ostaggi, e un numero considerevole di miliziani.

 

Hezbollah si è riposizionato sul lato politico, ha aumento i suoi consensi […], non è stato escluso dal governo, ha cominciato a ricostituire le sue riserve belliche, si è ritirato con ordine dalla Siria.

 

A Damasco siede un nuovo potere, emanazione dei gruppi jihadisti, il nucleo duro delle forze che hanno condotto dodici anni di guerriglia contro Bashar al-Assad. Dietro la facciata e la propaganda, l'ideologia è rimasta quella.

 

 

feriti dopo l attacco missilistico iraniano a tel aviv

Il nuovo leader Al-Joulani ha aperto canali di comunicazione con Israele, soprattutto in funzione anti-Iran. Ma Gerusalemme non si fida e continua a condurre raid di avvertimento. Al-Joulani parla anche con i russi, in trattativa per mantenere almeno una delle loro basi aeree.

 

Gli americani hanno invece ritirato oltre metà delle loro forze presenti nel Nord Est, manterranno solo la base di Al-Tanf nel Sud, e lasciano spazio alla penetrazione della Turchia. Con la fine della presenza statunitense la talebanizzazione della Siria andrà ancora più spedita, mentre a Kabul […] governano gli stessi uomini che davano asilo e protezione a Osama bin Laden negli Anni Novanta.

 

iron dome in funzione contro i missili iraniani a tel aviv

Sugli altri lati Israele deve far fronte alle ambiguità degli Stati arabi alleati dell'Occidente.

L'ostilità popolare nei confronti dello Stato ebraico non è mai stata così forte in ottant'anni. I governi devono tenerne conto.

 

L'Arabia saudita è passata dall'imminente adesione agli Accordi di Abramo all'iniziativa all'Onu, con la Francia, per il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte di chi ancora non l'ha fatto. Si è beccata le ire americane, specie dell'ala "neocon" dei repubblicani, ma non ha rinunciato, per ora, alla conferenza della prossima settimana. Un messaggio chiaro ai suoi cittadini, o sudditi se vogliamo, da parte di Mohammed bin Salman: «Non lasciamo i palestinesi al loro destino, vedete?».

 

Operazione Rising Lion - attacco di israele all iran

Per la prima volta Paesi europei di peso, come Spagna e Gran Bretagna, parlano di sanzioni a Israele, di stop alle forniture militari. Netanyahu si è ritrovato all'angolo, con il rischio di essere travolto da una valanga diplomatica, oltre alle crepe nella sua maggioranza.

 

Una guerra aperta e prolungata con l'Iran rovescerebbe la prospettiva.

Israele tornerebbe a essere il Paese aggredito dalle "forze del male", come nelle prime settimane del dopo 7 ottobre, e la solidarietà internazionale, forse, si risveglierebbe. In più ha dimostrato di poter decapitare a piacimento anche la leadership iraniana, di essere ancora la potenza dominante nei cieli nella regione. Solo la portata della risposta di Teheran, e le sue capacità effettive di reggere l'urto, ci diranno però se il calcolo di King Bibi è stato corretto.

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