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Il Fondo Monetario Internazionale ha deciso oggi un' iniziativa senza precedenti storici contro l'Argentina approvando una 'dichiarazione di censura' alle autorità di Buenos Aires a causa dei dati ufficiali forniti dal paese sudamericano, ed esigendo un che siano corrette le loro "inesattezze" entro la fine del 2013.
Una procedura che, se portata alle estreme conseguenze, potrebbe significare anche l'uscita del paese dall'organizzazione. Il direttore del Fondo, Christine Lagarde, aveva avvertito lo scorso 24 settembre che le autorità di Buenos Aires "hanno tre mesi per evitare il cartellino rosso, ma se non si registrano progressi allora lo tireremo fuori".
E oggi il consiglio direttivo dell'Fmi ha proceduto. Nel mirino del fondo ci sono i dati trasmessi dall'Istituto Nazionale di Statistiche e Censimenti (Indec) sul tasso di inflazione dell'area di Buenos Aires (non esiste un dato a livello nazionale) e l'evoluzione del Pil. L'organo esecutivo del Fondo ha dichiarato che "il progresso dell'Argentina nell'implementazione di misure correttive dallo scorso settembre non è stato sufficiente", per cui si è resa necessaria una "dichiarazione di censura", primo passo di un processo di sanzione di un paese membro, che può portare alla sua espulsione dall'organismo. L'Fmi si è detto aperto al dialogo ma ha precisato che Buenos Aires deve agire "al più presto, e in ogni caso entro il 29 settembre 2013".
E' da due anni che il Fondo avverte le autorità argentine sulle loro statistiche, giacché le cifre dell'Indec sono considerate inaffidabili anche dentro al paese sudamericano: secondo i dati ufficiali l'inflazione nel 2012 è stata del 10,8%, mentre per gli analisti privati supera di poco il 25%.
Finora non vi è stata alcuna reazione ufficiale alla dura presa di posizione dell'Fmi, ma negli ultimi mesi la presidente Cristina Fernandez de Kirchner si è riferita varie volte alla disputa con l'Fmi per le statistiche dell'Indec: il giorno seguente alle dichiarazioni di Lagarde sul "cartellino rosso", Fernandez ha affermato, parlando all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite: "Questa non è una partita di calcio, questa è la crisi economica più grave che si ricordi dagli anni '30'' aggiungendo che "il mio paese non è una squadra di calcio, è una nazione sovrana che prende le sue decisioni e che non accetterà minacce per le quali se non fa una certa cosa gli tireranno fuori il cartellino rosso".
Il 26 settembre, parlando con gli studenti all'Università di Georgetown, la presidente argentina ha commentato che "l'Fmi ce l'ha con l'Argentina" e che "se ci fosse un'inflazione del 25%, il paese salterebbe in aria".
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