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“I BENETTON VOLEVANO SOLO DIVIDENDI, DIVIDENDI, DIVIDENDI…” – LE TELEFONATE TRA L’AMMINISTRATORE DELEGATO DI ATLANTIA CARLO BERTAZZO, IL PRESIDENTE FABIO CERCHIAI E GIANNI MION CHE PARLANO ALLEGRAMENTE DI CASTELLUCCI E DELLE STRATEGIE DELLA HOLDING: “LUI DICE CHE DEVONO USCIRE. SE LUI DICESSE I BENETTON SONO DEI CAZZONI, PUÒ ESSERE. MA CHE L'ABBIANO INGESSATO COSTRINGENDOLO CON QUESTI DIVIDENDI, NON CI CREDO" – "È UNA DIFESA INDEGNA, MENTRE LUI STA LAVORANDO CON QUALCHE FONDO PER ORGANIZZARE LA CORDATA..."
Andrea Pasqualetto per il "Corriere della Sera"
«Me l' hanno detto in due per cui, insomma, una certa verità ci dovrebbe essere. Dice che i Benetton hanno di fatto ingessato la società in quanto volevano solo dividendi, dividendi, dividendi. Dice che si è trovato così a gestire questa situazione...».
Carlo Bertazzo è il numero uno di Atlantia, il colosso mondiale delle infrastrutture di trasporto autostradali ed aeroportuali che ha in pancia anche Autostrade per l' Italia (Aspi) ed è controllato dalla famiglia Benetton. L' 8 febbraio dello scorso anno parla in questi termini con Fabio Cerchiai, altro pezzo da novanta, presidente di Atlantia e, fino al mese prima, anche di Aspi.
giovanni castellucci con il plastico del ponte morandi a porta a porta
Bertazzo commette una leggerezza: telefona. Cosicché ad ascoltarli ci sono gli uomini della Guardia di Finanza che indagano sul crollo del ponte di Genova e li stanno intercettando con le antenne bene alzate visto il calibro dei personaggi. L' oggetto della conversazione, finita agli atti del Tribunale del Riesame, è Giovanni Castellucci, l' ex ad di Aspi e Atlantia indagato per il disastro del ponte Morandi, dal quale Bertazzo ha appena avuto il timone del gruppo (presente in 25 Paesi con 31 mila dipendenti) e che Cerchiai conosce bene.
Bertazzo gli sta dicendo cioè che secondo Castellucci la famiglia trevigiana avrebbe ingessato Atlantia pensando solo ai dividendi e che questa sorta di fissazione gli avrebbe creato delle difficoltà nel governo del gruppo. Cosa non irrilevante per gli inquirenti che stanno cercando le prove delle cause del disastro con un' idea di base: che la responsabilità ricada soprattutto sul concessionario autostradale, colpevole di aver pensato più agli utili che alla manutenzione e alla sicurezza del ponte.
GIOVANNI CASTELLUCCI E FABIO CERCHIAI
Bertazzo e Cerchiai si lasciano poi andare a confidenze anche sulle strategie dei Benetton, sulla loro holding, Edizione, che controlla Atlantia, e sulla convenienza a liberarsi della società che è quotata in Borsa. «Fabio, lui dice che devono uscire da Atlantia», aggiunge Bertazzo che sembra preoccupato: è uomo Benetton e si è appena insediato al vertice. Cerchiai: «Ah, per cui Edizione deve uscire da Atlantia... A prescindere dal fatto che secondo me se riuscisse a vendere a 23 euro, quanto sta, sarebbe un' operazione di massima convenienza».
Ventitrè euro era il valore delle azioni Atlantia nel mese di febbraio 2020. I Benetton però non hanno mai venduto e nel frattempo il titolo è precipitato a 13. «Guarda, io fossi stato loro avrei detto - ipotizza il presidente di Atlantia - "Carlo Bertazzo, troviamo il modo di dare incarico Mediobanca e mi piazzi il 25% meno un' azione..." (al 25% scatta l' obbligo di opa, ndr )».
le carcasse delle auto sotto il ponte morandi
Sulla pretesa «ingessatura» della società causata a Castellucci dai Benetton, Cerchiai ha però dei dubbi: «Faccio fatica a ricondurre questo pensiero a Castellucci. Se dicesse "i Benetton mi hanno maltrattato, sono dei cazzoni", può essere. Ma che l' abbiano ingessato costringendolo con questi dividendi, non ci credo». E lo stesso pensa Gianni Mion, ad di Edizione, che in un' altra intercettazione parla di difesa «indegna» di Castellucci che starebbe scaricando le responsabilità sui Benetton. «Mentre lui contemporaneamente sta lavorando con qualche fondo... per organizzare la cordata», aggiunge Cerchiai.
In ogni caso, il piano di Castellucci è andato all' aria. Un po' perché è uscito dal gruppo ma soprattutto perché è stato arrestato lo scorso novembre per la vicenda delle barriere fonoassorbenti pericolanti (arresti poi revocati). Anche lì: poca manutenzione. E il motivo di fondo, secondo quanto Bertazzo attribuisce all' ex ad, è sempre lo stesso: «Dividendi, dividendi, dividendi».
GIANNI MION
soccorsi dopo il crollo del ponte morandi
una veduta del moncone del ponte morandi da una finestra di via fillak
il crollo del ponte morandi
giovanni castellucci 7
ruspe al lavoro per spezzare i blocchi del ponte morandi
crollo ponte morandi
giovanni castellucci 6
GIOVANNI CASTELLUCCI E FABIO CERCHIAI
FABIO CERCHIAI E GIOVANNI CASTELLUCCI
FABIO CERCHIAI E GIOVANNI CASTELLUCCI
giovanni castellucci 4
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