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Brunella Bolloli per "Libero"
Il re del Vaffa spodestato dai forconi. Beppe Grillo nel mirino della protesta. L'urlo di piazza, stavolta, è rivolto contro di lui, il leader del Movimento che ha eletto 163 parlamentari che si fanno chiamare «cittadini», ma poi in sei mesi sono diventati «più casta degli altri», incravattati e imborghesiti come il resto della ciurma politica.
Titolari di stipendi e indennità che, al netto dei rimborsi restituiti, è molto superiore a ciò che hanno in tasca gli aderenti al Coordinamento 9 dicembre 2013, cioè i manifestanti, i cosiddetti forconi e non solo: autotrasportatori, agricoltori, disoccupati e pensionati. Così, a meno di dieci giorni dallo strombazzato e gelido Vaffa day genovese, che ha riunito militanti grillini e proiettato il messaggio di Julian Assange, sconosciuto alle masse, dalle piazze italiane è partito il forcone diretto al M5S.
Una sorta di vaffa effetto boomerang, che ieri si è esplicitato nella sua chiarezza fuori da Montecitorio, quando due ignari deputati «cittadini» pentastellati, Paolo Romano e Carlo Sibilia, si sono avvicinati ai manifestanti per dare loro solidarietà , forse convinti di sentirsi dare delle pacche sulle spalle e dei complimenti.
E, invece. «Se siete illegittimi perché non andate a casa anche voi?», è stata la risposta. «Voi avete fatto finta di niente e la parola di Grillo è una grande stronzata perché se voi rappresentate i cittadini dovevate aderire a questa protesta e qui dovevamo essere milioni di cittadini invece di quattro gatti, ma voi siete assenti, siete casta anche voi, non fate niente».
Il messaggio è chiaro, documentato dalle telecamere e rimbalzato su tutti i siti. «Siamo delusi dal Movimento Cinquestelle», ha spiegato un manifestante, «perché anziché stare in mezzo alla gente si è concentrato solo sul web e ha escluso un sacco di gente che non sta sul web. Grillo doveva partecipare anche lui, perché questa non è una protesta politica, ma è la protesta del popolo italiano che è stufo perché ci stanno massacrando».
In verità , Grillo ha provato a infilarsi nel calderone della rivolta corteggiando le forze dell'ordine con la sua letterina che incitava gli agenti all'insubordinazione, ma la mossa è stata più controproducente che altro, visto che è servita al premier Enrico Letta per avere un argomento in più, di maggiore efficacia, nel discorso per la fiducia di ieri alle Camere.
Il capo del governo ha fatto la voce grossa contro i manifestanti. Ha assicurato che lotterà come un leone per evitare che il Paese piombi nel baratro e sia messo a ferro e fuoco dai rivoltosi. E ha bacchettato sia Grillo che Berlusconi avvertendoli che «blandire le minoranze stravolge la democrazia». «Il malessere sociale esiste», sono state le parole del premier, «ma non scambiamo le proteste di queste ore degli autotrasportatori per una cosa che è un'altra».
In più Grillo si è beccato una denuncia alla procura della Repubblica da una serie di parlamentari Pd (e anche candidati di Scelta Civica alle scorse elezioni) per istigazione di militari a disobbedire le leggi (reato previsto dall'articolo 266 del codice penale). Intanto, il vicepresidente del Consiglio nonché ministro dell'Interno, Angelino Alfano, oggi riferirà alla Camera sugli scontri in tutta Italia. Il leader del Ncd ha dichiarato che «lo Stato metterà tutta la forza necessaria» contro le frange più estreme e violente nel movimento.
«Abbiamo segnali chiari dall'intelligence. Non stiamo qui ad aggettivare le ali estreme di questi movimenti, ma abbiamo gli occhi puntati su di loro e sapremo cosa fare se costoro esagereranno». Fiutata l'aria incandescente, Silvio Berlusconi ha deciso di rinviare l'incontro nella sede di Forza Italia con i leader degli autotrasportatori, sebbene la pitonessa Daniela Santanché abbia spiegato che «l'incontro con alcuni rappresentanti dei forconi, nello specifico con una delegazione di autotrasportatori c'è stato, eccome».
Con lei, ma non con il Cavaliere.
I camionisti hanno fatto una richiesta in quattro punti: «Non chiedono soldi, chiedono aiuto. Troppo poco è stato fatto da questo governo», ha attaccato la Santanché, oggi gli italiani pagano ancora l'Imu sulla prima casa». Anche per il collega Pino Galati, che condanna le violenze, servono risposte chiare per questa gente.
La mossa azzurra è stata comunque anticipatrice rispetto all'incontro ufficiale convocato dal governo per martedì prossimo. Il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, con il sottosegretario Girlanda, ha assicurato che l'esecutivo sta lavorando per risolvere il problema dell'autotrasporto. Ma i forconi, dopo avere assaltato varie sedi delle Camere del Lavoro, come denuncia la Cgil, non intendono fermarsi. E puntano a Roma.
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