sensi schlein cofferati

“DOVREBBE AVERE RISPETTO PER CHI È RIMASTO A LAVORARE NEL PARTITO” – FILIPPO SENSI E I RIFORMISTI DEM SI INCAZZANO CON “IL CINESE” COFFERATI CHE AVEVA STRONCATO IL RENZISMO – NEL PARTITO SI RIACCENDE LO SCONTRO SUL JOBS ACT, IL COORDINATORE DELL'AREA BONACCINI, ALESSANDRO ALFIERI, MANDA UN AVVISO A SCHLEIN: “OGNI VOLTA CHE QUALCUNO TORNA NEL PARTITO È UNA BUONA NOTIZIA MA RAGIONIAMO SU CHI LO STA LASCIANDO, DI CUI BISOGNA TUTTI FARSI CARICO”. E ELLY PROPONE UNA SETTIMANA LAVORATIVA DI 4 GIORNI…

Carlo Bertini per “la Stampa” - Estratti

 

bonaccini schlein

Per un ritorno a casa, c'è un ritorno di polemiche interne nel Pd e stavolta il caso è pesante perché porta il nome di Sergio Cofferati, l'ex leader della Cgil, «quello dei 3 milioni al circo Massimo» come viene ricordato dai militanti, andato via dal partito nel 2015 e tornato all'insegna del «renzismo è finito, voglio dare una mano a Elly Schlein», riaprendo però le ostilità su quella «brutta legge» che fu il jobs act. Incassando le ire degli ex renziani e dei riformisti vicini a Stefano Bonaccini e Lorenzo Guerini, che appoggiarono le riforme dell'allora premier.

 

Per Elly Schlein un'altra grana, che la segretaria punta a tacitare anche chiamando alla battaglia tutte le anime del partito: convocando a Roma per sabato 28 ottobre una grande manifestazione del Pd contro il governo e per la sanità pubblica. La segretaria comunque incassa il ritorno di Cofferati come un punto a favore e replica gelida alle rasoiate di Giuseppe Conte e Beppe Grillo, i quali in teoria dovrebbero esserle alleati e invece vanno per un'altra strada. La strada della «competizione verso le europee, mentre noi facciamo opposizione al peggior governo di destra», replica fredda la segretaria dem.

filippo sensi marianna madia foto di bacco

 

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Ma nel partito democratico, mai domo, riemergono tensioni tra le due anime, quella di sinistra e quella dei riformisti. «Chi se ne va, dovrebbe avere rispetto di chi è rimasto a lavorare per il partito», dice il senatore Filippo Sensi. «Alle leggi va fatto un tagliando - ammette Lia Quartapelle - ma la furia iconoclasta non aiuta». Marianna Madia, all'epoca di Renzi responsabile lavoro, chiede un confronto con Cofferati per spiegare le ragioni del Jobs Act.

 

Ma il più duro è il responsabile riforme della segreteria e coordinatore dell'area Bonaccini, Alessandro Alfieri, critico con il modo con cui si è riaffacciato l'ex leader Cgil: «Se uno decide di rientrare, magari dovrebbe fare autocritica e manifestare rispetto per chi invece è restato ed ha difeso il Pd da scissioni, facendo sì che questa comunità rimanesse plurale e con cultura di governo». Con una chiosa che dovrebbe far drizzare le antenne alla segretaria: «Ogni volta che qualcuno torna nel partito è una buona notizia ma ragioniamo su chi lo sta lasciando, di cui bisogna tutti farsi carico». 

walter veltroni massimo d'alema sergio cofferati nazionale politici 2002 foto augusto casasoli:contrastosergio cofferatifilippo sensi