
DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO…
TURNOVER A KABUL: FUORI WASHINGTON, DENTRO PECHINO - I TALEBANI ABBRACCIANO LA CINA: “È UN GRANDE PAESE CON UN'ENORME ECONOMIA E CAPACITÀ E PUO’ GIOCARE UN RUOLO MOLTO GRANDE NELLA RICOSTRUZIONE” - LO STOP AGLI AIUTI INTERNAZIONALI E IL CONGELAMENTO DI QUASI 10 MILIARDI DI FONDI AFGANI ALL'ESTERO (METÀ DEL PIL NAZIONALE) RENDONO URGENTI GLI INVESTIMENTI CINESI - TRA I PARTNER PRIVILEGIATI DEI MULLAH POTREBBE ESSERCI ANCHE L’IRAN…
XI JINPING CINA AFGHANISTAN TAIWAN KABUL global times
«Un grande ruolo nella ricostruzione». Dopo giorni di abboccamenti diplomatici, i Talebani spalancano alla Cina le porte del nuovo Afghanistan. Mentre l'Occidente prova a stringere l'embargo finanziario, i nuovi padroni di Kabul lanciano pubblicamente il loro appello a Pechino.
«La Cina è un grande Paese con un'enorme economia e capacità e penso che possa giocare un ruolo molto grande nella ricostruzione», ha detto il portavoce per i media internazionali, Suhail Shaheen, parlando al canale europeo in lingua inglese della tv statale cinese Cctv.
Mani tese che il Dragone sembra pronto ad afferrare. Volendo «svolgere un ruolo costruttivo», la comunità internazionale dovrebbe «rispettare pienamente l'indipendenza e la sovranità dell'Afghanistan e la volontà del suo popolo», ha ribadito all'omologo britannico Dominic Raab il ministro degli Esteri Wang Yi, che appena 20 giorni fa aveva ricevuto i leader talebani. Per Pechino, l'unico vero caveat resta l'isolamento dei jihadisti uiguri provenienti dallo Xinjiang.
Gli investimenti cinesi, del resto, potrebbero essere urgenti. Lo stop agli aiuti internazionali e il congelamento di quasi 10 miliardi di fondi afgani all'estero - metà del Pil nazionale bloccato nelle casse della Federal riserve americana - sembrano aver colpito nel segno. «Un'ingiustizia», la definisce ancora il portavoce del gruppo jihadista, secondo cui la «gente ha bisogno di quelle risorse» e «la Banca centrale ne avrà bisogno».
Sul carro dei partner privilegiati dei mullah potrebbe salire presto anche il nuovo Iran del presidente fondamentalista Ebrahim Raisi, proprio in partnership con il Dragone. «Crediamo che Teheran e Pechino, sulla base di un piano strategico, possano cooperare in Afghanistan a diversi livelli», ha detto ieri il ministro degli Esteri designato, Hossein Amirabdollahian,
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