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"IL CONSENSO PER UN RAPPORTO SESSUALE DEVE ESSERE ESPLICITO” - DOPO IL CASO CIRO GRILLO, LA DEM VALERIA VALENTE RILANCIA L'URGENZA DI UNA LEGGE SUL TEMA DEL CONSENSO (CHE MODIFICHI L'ARTICOLO 609BIS DEL CODICE PENALE SULLA VIOLENZA SESSUALE): "C’È BISOGNO DI UNA NORMA PER AIUTARE LE DONNE A DIFENDERSI NEI TRIBUNALI”. MA SERVE ANCHE UNA NORMA CHE AIUTI GLI UOMINI A NON RITROVARSI NEI GUAI SE UNA DONNA PRIMA CI STA E IL GIORNO DOPO VA A DENUNCIARE...
Maria Novella De Luca per “la Repubblica” - Estratti
Un rapporto sessuale senza il consenso libero e consapevole di una donna è sempre uno stupro. Dunque è fondamentale che questo concetto, entri, in modo esplicito, nel codice penale tra le norme sulla violenza sessuale.
È Valeria Valente, senatrice dem, ex presidente della Commissione sul femminicidio, all'indomani della sentenza sul caso Grillo, a rilanciare l'urgenza di una legge sul tema del consenso. Perché è stato proprio questo il fulcro del processo che ha portato alla condanna dei quattro imputati in Sardegna.
ciro grillo al tribunale di tempio pausania
Un passo in avanti sul fronte non solo giudiziario. Spiega Valeria Valente, prima firmataria di un disegno di legge che modifica l'articolo 609bis del codice penale sulla violenza sessuale, nominando esplicitamente il consenso: «Questa sentenza conferma che senza il consenso consapevole, esplicito e continuato della donna non siamo di fronte a un rapporto sessuale ma a uno stupro, come stabilisce la Convenzione di Istanbul».
E Valente lancia un appello perché si faccia di nuovo fronte comune, come è già accaduto più volte, nella modifica delle norme sulla violenza sessuale. «Una legge sul consenso aiuterebbe le donne a difendersi dalla violenza sessuale nelle aule giudiziarie. Come Pd abbiamo presentato testi sia al Senato che alla Camera. Approviamo insieme una legge necessaria».
Non condivide invece l'urgenza di una nuova norma Martina Semenzato, attuale presidente della commissione bicamerale sul femminicidio. «Che la mancanza del consenso all'atto sessuale integri il reato di violenza sessuale è da sempre pacificamente affermato dalla giurisprudenza di legittimità. La norma, così come interpretata, non richiederebbe ulteriori modifiche.
martina semenzato noi moderati
La donna, inoltre, non deve provare di aver manifestato il proprio dissenso, perché già la logica, prima del diritto, indice a ritenere che qualsiasi atto non consensuale non può considerarsi lecito. Certo ci si aspetta che tale interpretazione venga applicata in sede giudiziale senza pregiudizio alcuno».
Dunque per adesso le posizioni restano distanti sul fronte legislativo, sulla modifica dell'articolo 609bis, che afferma: «Chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità, costringe taluno a compiere o subire atti sessuali è punito con la reclusione da sei a 12 anni».
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