MENO MORETTI, PIÙ MINETTI - IL “FOGLIO” ESULTA PER LE SCEMENZE DELL’ESTETISTA DEL PD: “CON LEI LA POLITICA DEL ‘SE NON ORA QUANDO?’ APPARE ARCHIVIATA” - IL “FATTO”: OPERAZIONE BERLUSCONIANA TINTA DI ROSA

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1 - ALE MORETTI SDOGANA IL CORPO DELLE DONNE

Da "il Foglio"

 

ALESSANDRA MORETTI LADYLIKEALESSANDRA MORETTI LADYLIKE

Alessandra Moretti, eurodeputata del Pd e candidata alle primarie per la corsa alla presidenza alla regione Veneto, parla di stile “LadyLike” in politica: “Dobbiamo e vogliamo essere belle, brave, intelligenti ed eleganti”, dice al CorriereTv criticando (ex post) “lo stile” di Rosy Bindi che, a suo dire, era “più austero”, “mortificava la bellezza” e “la capacità di mostrare un volto piacente”.

 

Ma “i tempi sono cambiati”, dice Moretti, raccontando tranquillamente la sua giornata settimanale dall’estetista e infischiandosene delle critiche scandalizzate sul Web. I tempi sono cambiati, sì, ma soprattutto da quando, a sinistra, si accorreva alle manifestazioni di “Se non ora, quando?”, innalzando la bandiere delle “brave ragazze” contro le cosiddette Olgettine; e, en passant, anche se più velatamente, contro le donne politiche (avvenenti) del centrodestra, come se l’evocazione della bellezza fisica della donna impegnati nei Palazzi, di per sé, squalificasse partiti e movimenti.

 

ALESSANDRA MORETTI ALESSANDRA MORETTI

In quelle piazze che si dicevano paladine del “corpo delle donne” svilito dalla tv con tutti i suoi lustrini (dall’omonimo documentario di Lorella Zanardo in giù era tutto un fiorire di luoghi comuni sulla “bellezza” che danna chi sogna il piccolo schermo), andava in scena l’autodivisione moralista del mondo in brave e cattive ragazze, e la bellezza fisica della donna politica di sinistra, ove presente, veniva mascherata, non nominata, mai esaltata.

 

E anche se ora l’eurodeputata pd è oggetto (sulla rete) di una campagna satirica “Lady- Like” (con finte pubblicità di prodotti cosmetici), la politica del “Se non ora quando?” appare definitivamente archiviata per effetto della nemesi Moretti. Evviva!

 

2 - MORETTI-MINETTI, TROVA LE DIFFERENZE

Daniela Ranieri per "il Fatto Quotidiano"

 

Bei tempi di indignazione collettiva e profluvio di sani valori comuni, quando Nicole Minetti (condannata a 3 anni in appello al processo Ruby Bis e in odore di Isola dei Famosi) venne catapultata sulla scena politica dall’impresario più spregiudicato del mondo. Anche i più ingenui tra noi fecero una faccia perplessa e maliziosa.

 

ALESSANDRA MORETTI ALESSANDRA MORETTI

Da igienista dentale personale di B., faceva il suo ingresso nel panorama pubblico come consigliera regionale e, pagata da noi, stracciava col fisico del ruolo da pupa-del-boss il famoso “merito” femminile, rovello dei maschi di potere. Il menu politico si ampliava con un ingrediente sfiziosissimo, consegnato al mondo con la metonimia di “patonza”.

 

Il manifesto di questa svolta, vergato nel 2011 dalla Minetti nel suo blog su Affariitaliani.it   “Il favoloso mondo di Nicole”, destò sdegno e sorrisini, e fece della sua autrice l’incarnazione dell’archetipo sempre rinnovantesi della cortigiana dotata che accede al potere immeritatamente o, peggio, per meriti indicibili.

 

Oggi il vento rosa renziano riapre quelle pagine e le sciorina a nostra edificazione. Nessuno può dire, se non a occhio, che le ministre del governo-WhatsApp di Renzi siano delle belle senza cervello miracolate dalla confidenza col capo; e tantomeno che, insieme alle loro funzioni pubbliche, siano deputate al trasferimento di minorenni straniere arrestate e implicate in giri poco chiari col presidente del Consiglio.

 

NICOLE MINETTI IN THAILANDIANICOLE MINETTI IN THAILANDIA

Ma sono loro, con le continue puntualizzazioni circa i propri meriti oltre a quello di essere belle, a imporci un confronto tra la rivendicazione minettiana della bellezza come componente del talento personale e quindi del potere, e il loro orgoglio di belle signore impegnate a cambiare l’Italia.

 

Alla diatriba sul tema “politica e bellezza” tra la caruccissima ministra Maria Elena Boschi e una politica di lungo corso come Rosy Bindi, risponde in modo diretto la neo-europarlamentare (ma già candidata a governatrice del Veneto) Alessandra Moretti con una intervista al Corriere tv. I due interventi (li trovate di seguito), letti insieme, si somigliano molto; ma in confronto a quello della Moretti, che pare un’intervista di una meteorina a Diva e Donna, quello della Minetti pare scritto da Simone Weil.

nicole minetti 5nicole minetti 5

 

C’è dell’altro. La Moretti parte da una strana capriola logica: rivendicando la possibilità della concomitanza nella stessa persona di doti quali l’intelligenza, la bravura e la bellezza (rimarcata, quest’ultima, dalla sottolineatura di andare dall’estetista, come se le brutte non ci andassero o fossero brutte perché non ci vanno), associa tanta fortuna alla certezza di essere giudicata da non precisati interlocutori poco seria e preparata. In sostanza, è lei che pensa male di noi, e forse pure di se stessa.

NICOLE MINETTI A MIAMI NICOLE MINETTI A MIAMI

 

L’operazione della Minetti era onesta e raffinata: affermando che essere belle è un potere di per sé, non si proclamava bella (e dunque “facilitata”), ma pronta ad assumere il potere in un mondo che considerasse finalmente la bellezza femminile una “energia” e non un difetto da annientare.

 

Invece nella rivendicazione della Moretti l’elemento politico è relegato sullo sfondo, come contesto: la bellezza è usata come uno scudo logico (se mi attaccate, è perché sono bella e intelligente), di modo che ogni volta che la sua performance politica viene criticata, lei e le sue colleghe sono già pronte ad attribuire a chi le disapprova il vizio di usare il sillogismo “bella quindi scema”.

 

È un modo astuto di neutralizzare le critiche, molto più furbo di quello di accusare di misoginia chiunque si azzardi a criticare una donna, anche perché le critiche le anticipa, inibendole. Così la Moretti ci fa un numero sotto il naso: io non posso essere incompetente perché chi mi accusa di ciò è un miserabile abituato a considerare sceme le donne belle.

Finalmente Rosi Bindi confessa!Finalmente Rosi Bindi confessa!

 

E realizza un piccolo capolavoro: sottintendendo che essere belle e consapevoli (ladylike, come dice con un orribile neologismo), vuol dire appartenere al presente, rottama la vecchia guardia su un fronte inedito della guerra renziana. In realtà, trattando di fatto Rosy Bindi come la trattava B., rivela che il modo berlusconiano, primitivo e misogino, di usare le donne in politica, non è stato affatto abolito da Renzi, che l’ha solo verniciato di furbissimo rosa.

 

“Voglio avere il mio stile femminile, la cura di me stessa, la voglia di essere sempre a posto. Questo è un quid in più. La bellezza fa notizia e quindi la donna bella deve essere sempre incorniciata, diciamo così, in un recinto negativo, quindi sei bella ma scema, mentre la bellezza non è affatto incompatibile con l’intelligenza. Rosy Bindi ha avuto il suo stile, diciamo che il nostro è uno stile diverso, ma per fortuna che è diverso; è cambiato il mondo, è cambiata la politica, non possiamo avere lo stesso stile delle donne di trent’anni fa.

 

Era uno stile più austero, più rigido, uno stile anche che mortificava in qualche caso la bellezza, la capacità di mostrare invece un volto piacente. Io per esempio ho bisogno di andare dall’estetista ogni settimana. Cosa faccio dall’estetista? Qualsiasi cosa, mi prendo cura di me. Mi faccio le méches, mi faccio la tinta, poi non entriamo in altri particolari. Mi potranno criticare, perché come devo venire, con i peli, i capelli bianchi? Perché io che ho un ruolo pubblico, che rappresento tante persone, tante donne, voglio rappresentarle al meglio.

berlusconi renziberlusconi renzi

 

Sappiano che non ci intimidiscono, anzi che più fanno così più continueremo a essere più belle, più eleganti, più curate, più brave, più pronte, più tenaci, più coraggiose. Ma che c’hai, che t’ho fatto? Ma perché c’ho gli occhi blu? Perché sono anche bella oltre che brava? Ti dà così fastidio? La gente mica è scema, capisce: sei brava e intelligente, allora ti attaccano. Sei brava, intelligente e bella, ti attaccano ancora di più. (…). Perché il nostro stile di fare politica è uno stile ladylike, uno stile che deve piacere”.

(Alessandra Moretti)

 

“A parte i giochi di parole, mi piacerebbe “provocare” un pensiero, suggerendo una riflessione: perché urlare che “le donne sono diverse” se abbiamo lottato per la parità dei sessi? Suona come un’incoerenza. È visibile il fraintendimento: vogliamo affermare il potere delle donne dimenticando la nostra femminilità? La bellezza non è una qualità minore, ma un punto di forza.

giuliano ferraragiuliano ferrara

 

Non è un dettaglio estetico, ma un potere che viene da dentro. Si dice “quello che seduce spaventa”, vero, ma non cadiamo nella trappola di chi se ne è accorto e ha cercato di annientare questa energia, facendola addirittura diventare un difetto, mortificandola. Non cediamo alla banale uniformità bella/stupida, è un risultato parziale. Consideriamo nella somma tutti i fattori, e dimostriamo che il risultato cambia ogni volta. Prendiamo l’esempio di una donna, oggi, che lavora: se nell’operazione aggiungiamo i doveri professionali, il ruolo di madre e lo stato di moglie, non possiamo escludere i fattori suoi più personali: l’amore per se stessa e per la sua immagine, la sua intimità.

(Nicole Minetti)