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ULTIME DAL MONTE DEI PACCHI DI SIENA! – A CHI FA GOLA L’ISTITUTO USCITO MALCONCIO DAGLI STRESS TEST? AL BANCO DI SANTANDER, CHE GIÀ LO VOLEVA NEL 2007, PRIMA DI RIFILARGLI LA FREGATURA ANTONVENETA

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Certo, adesso c’è da organizzare il maxi-aumento di capitale da 2,5 miliardi che metterà in sicurezza la banca dopo la bocciatura europea, ma dalla prossima primavera a Siena si riaprirà anche il dossier delle alleanze. E secondo i bene informati il Monte dei Paschi di Siena ha un pretendente di tutto il rispetto: il colosso spagnolo Banco di Santander.

 

EMILIO BOTIN CON LA PIZZETTA FOTO LAPRESSE EMILIO BOTIN CON LA PIZZETTA FOTO LAPRESSE

L’istituto guidato da Ana Patricia Botin è già stato accostato a Carige e la scorsa settimana, in una conferenza stampa in Spagna, ha smentito un ipotetico interesse per Siena. Ma si tratta di una risposta scontata, visto che i tempi, in ogni caso, sarebbero lunghi. Certo, Mps è un boccone decisamente impegnativo e già Intesa e Unicredit, due colossi del rango degli spagnoli, si sono abilmente tirati indietro nonostante qualche pressione dalla Banca d’Italia.

 

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Se il Santander portasse a termine l’operazione realizzerebbe quell’ingresso in forze sul mercato italiano che già Emilio Botin, padre di Ana scomparso a settembre, aveva sognato in almeno due occasioni. La prima fu nel 2006, quando era pronto a fondersi con il Sanpaolo di Torino, ma fu bruciato dalla Banca Intesa di Giovanni Bazoli, con la benedizione dell’allora premier Romano Prodi.

GIOVANNI BAZOLI E ROMANO PRODI FOTO LAPRESSE GIOVANNI BAZOLI E ROMANO PRODI FOTO LAPRESSE

 

La seconda volta risale al 2007, quando il Santander provò ad allearsi proprio con Siena, ma fu respinto. Si “vendicò” pochi mesi dopo, facendosi strapagare Antonveneta, la cui costosa acquisizione è all’origine di tutti i problemi di oggi. Che risolverebbe il Santander.

ANA PATRICIA BOTIN ANA PATRICIA BOTIN