“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Estratto dell’articolo di Fra. Pier. per “il Messaggero”
Un rigore segnato val bene un segno della croce, e pazienza per la sharia, la legge islamica, che pure prevederebbe pene fino alla morte per chi non rispetta i precetti dell'islam. Se poi a segnare è CR7 aka Cristiano Ronaldo, settima meraviglia del calcio a 400 milioni di euro per due anni, gli si perdona quasi tutto, perfino appunto un segno della croce a suggellare il gol che ha portato la sua squadra, l'Al Nassr, in finale della Champions araba battendo gli iracheni dell'Al Shorta.
L'episodio, accaduto il 9 agosto, aveva fatto temere addirittura a un arresto per Ronaldo. In realtà pochi o nessuno ci aveva davvero creduto, vista la quasi immunità di cui godono i calciatori star su cui l'Arabia Saudita del principe Mohammed Bin Salman punta per l'operazione di rebranding nazionale. Alla fine le autorità saudite - calcistiche e non hanno informalmente liquidato le polemiche sull'esultanza cattolica del fenomeno con un: «per noi nessun problema». […]
cristiano ronaldo si fa il segno della croce in arabia saudita
La lista dei calciatori assoldati nel campionato saudita grazie ai fondi provenienti dal Pif, il fondo sovrano saudita, è da capogiro: dopo il pioniere Benzema, e l'exploit di Ronaldo, si contano anche (per citarne alcuni) Ngolo Kanté, Seko Fofana, Koulibaly, Milinkovic Savic, fino all'ultimo gioiello della collezione: Neymar. Per tutti loro e relative famiglie, come per i turisti internazionali (tutti facoltosi viste i pacchetti in offerta) attirati dalle recenti aperture ai visti, il rigore della legge islamica in vigore è un po' meno rigoroso.
cristiano ronaldo si fa il segno della croce in arabia saudita 2
Godono per esempio di una sorta di extra territorialità religiosa i quartieri più prestigiosi della capitale Riad come Al Muhammadiyah o Al Nakhell, comprensori extra-extra lusso con ville, parchi e piscine, adiacenti alle scuole internazionali (e allo stadio Al Nassr) in cui hanno trovato casa le nuove reclute d'oro dello sport saudita. Oltre i cancelli e i recinti delle cittadelle dorate - come pure negli hotel riservati ai turisti internazionali - non vengono a disturbare le pattuglie della Moutawa, la polizia "morale" incaricata di vegliare al rispetto dei precetti islamici, in particolare per quanto riguarda l'abbigliamento delle donne e il consumo di alcool.
Per gli osservatori, tutto risponde alla strategia del principe MBS, che seguirebbe una linea che prevede "meno religione ma più repressione" per sdoganare il paese e portarlo nell'era post petrolio, dove il primo esportatore di grezzo al mondo dovrà prima o poi rassegnarsi a entrare. La strada per raggiungere l'obiettivo senza rinnegare le fondamenta dello stato saudita è lastricata di grandi eventi, sportivi o no. […]
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