“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
UMBERTO BOSSI E MATTEO SALVINI
Mattia Feltri per “la Stampa”
Ci fu una Lega Nord che voleva federarsi con la Baviera - e pezzi d’Austria, di Svizzera, di Francia e di Slovenia - e ci fu una Lega Nord eruttata nelle placidità della Prima repubblica per muovere guerra all’indolenza meridionale, e all’assistenzialismo che la nutre contro ogni equilibrio di bilancio. Era una Lega che guardava a Nord, e il professor Gianfranco Miglio sosteneva la stretta parentela fra i popoli padani e quelli meridionali di Germania.
UMBERTO BOSSI E MATTEO SALVINI 2
Umberto Bossi ridisegnava a suo piacere i confini di una sognata Mitteleuropa nella quale le uova d’oro del lombardo-veneto sarebbero rimaste ai legittimi proprietari, e la politica tradizionale, romanocentrica e inorridita dalle argomentazione secessioniste, essenzialmente contabili, accusava i nuovi barbari di egoismo.
I leghisti scrivevano «raus» sui cartelloni per rimarcare la differenza antropologica con Roma ladrona, quasi per far risuonare un calvinismo pedemontano, e nel 1997 l’ex ministro delle Finanze, Giancarlo Pagliarini, spiegava che «se nel mezzogiorno ci fossero i tedeschi non ci sarebbe bisogno di fare la secessione». I modelli industriali da seguire erano quelli di Lufthansa e Bmw, il sistema elettorale aureo era quello tedesco, la loro difesa delle frontiere un modello.
UMBERTO BOSSI A PONTIDA NEL 1990
La Lega di oggi, così filoateniese e avversaria di Angela Merkel, così attenta alle ragioni greche del debito e distante dai rigori tedeschi, sembrerebbe autoribaltata in una spettacolare piroetta, e basterebbe ricordare il Matteo Salvini alla conquista del sud che dalla Sicilia dice: «Merkel dovrebbe venire a Catania a vedere come siamo messi».
Purtroppo Merkel «pensa solo ai soldi», l’egoista. Anche se poi il nuovo capo ammette: «Invidio la Merkel ai tedeschi perché la cancelliera in questi anni ha fatto perfettamente e concretamente gli interessi dei suoi cittadini, delle aziende e delle imprese».
Mentre Tsipras, l’ottimo ispiratore del referendum, il nemico irriducibile dell’euro, «è un furbetto, mica un eroe, un angelo, un cavaliere senza macchia e senza paura. Non paga i debiti ma vorrebbe tenere l’euro e restare in Europa», e dunque un evviva soltanto per il popolo greco che «ha rialzato la testa e ha detto no». Non gli invidio il premier, «gli invidio la possibilità di indire il referendum».
E dunque? Ci sono contraddizioni fra la Lega filotedesca delle origini e quella antitedesca di oggi? In realtà meno di quanto sembrerebbe. Leggete qua: «L’Europa federale è l’unica possibile, altrimenti dominerà la Germania, ci sarà l’egemonia della Germania. I crauti a noi non interessano, noi ci battiamo per le medie e piccole imprese, per i lavoratori».
È un Bossi del 1994, non un Salvini di ieri. Quindici anni fa, il grande capo leghista centrava la questione a suo modo: «Il problema ora è passare da Carlo Marx a Carlo Magno: l’Europa è governata dai comunisti, mentre bisogna passare a una vera confederazione fra Stati». Battezzò l’idea ormai diffusa del Quarto Reich, un rischio «con la Germania che la farà da padrone».
Parlava di «Europa dei popoli», formula che ora passa per una romanticheria, contrapposta alla «finanza franco-tedesca», parlava dell’«Europa che non esiste, esiste solo l’euro creato per tenere sotto controllo i debiti e l’inflazione». «Sarà un pasticcio», diceva, perché comanderà la finanza, visto che «nessun popolo è libero senza una sua moneta, e i popoli hanno subito l’euro: né in Germania né in Spagna né in Italia chi governa ha sentito il bisogno di chiedere al popolo se volesse o meno la moneta unica. Non si è fatto nessun referendum».
Ecco, forse la Lega attuale è una conseguenza, magari burrascosa e furbina, della Lega dei tempi, avversaria delle burocrazie e poco affascinata dalle prospettive epifaniche della globalizzazione. La Lega attuale offre estremi rimedi, si allea con i lepenisti che per Bossi sono ancora la peggio fascisteria, vuole abbandonare l’euro e per Bossi «non è una buona idea». Ma se la Padania avesse da scegliere fra la confederazione mediterranea del tirare a campare e la confederazione settentrionale della disciplina, secondo voi che cosa sceglierebbe?
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