DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA…
Al.T. per il Corriere della Sera
L' ultimo appello arriva in zona Cesarini, a tempo quasi scaduto. La sinistra del Pd chiede di aspettare gennaio per sciogliere le Camere in modo da provare a portare a termine quel che non è riuscito la settimana scorsa al Senato, causa mancanza del numero legale, ovvero il varo della legge sullo ius soli. Appelli che arrivano proprio mentre il presidente del Consiglio si appresta a tenere la conferenza stampa di fine anno, nella quale forse si capirà la sorte della legislatura. Che pare segnata: le Camere dovrebbero essere sciolte entro la fine dell' anno dal capo dello Stato e si dovrebbe andare al voto il 4 marzo.
Dopo lo sciopero della fame di Luigi Manconi e di alcuni Radicali italiani, è Gianni Cuperlo, leader della minoranza del Pd, a riproporre con forza il tema, in una nota: «Non può e non deve finire così. Con una conclusione che mortifica il diritto e la democrazia. Quegli scranni vuoti al Senato, la fuga dei senatori 5 Stelle, quel brindisi leghista, il dispiacere profondo per quelle assenze di parlamentari del Pd, sono un' immagine da cancellare». E dunque, scrive Cuperlo, premier e segretario del Pd dovrebbero chiedere al capo dello Stato di «prolungare la legislatura di pochi giorni».
Tesi sostenuta anche da Manconi, che vede nei 5 Stelle e nella destra i principali responsabili dello stallo, ma non assolve il suo partito: «Quei 29 senatori assenti dicono che il Pd non ci credeva abbastanza. Dateci 15 giorni di tempo per rimediare». Con Cuperlo e Manconi ci sono alcuni parlamentari pd, come Andrea Giorgis e Barbara Pollastrini. Ma non tutti ci credono. Come Andrea Marcucci: «Firmare appelli è nobile ma inutile». O Rosa Maria De Giorgi: «La metà degli italiani è ostile. Non basta desiderare un' iniziativa sacrosanta perché diventi legge».
IUS SOLI IL DIRITTO DI ESSERE ITALIANI
I 5 Stelle tacciono, come spesso hanno fatto in questi giorni, per una legge che è considerata dannosa in campagna elettorale e che quindi viene bocciata, nonostante il favore di alcuni parlamentari, silenti. Il leghista Roberto Calderoli invita a «non tirare per la giacchetta il capo dello Stato». Deborah Bergamini (Forza Italia), spiega: «Il popolo sovrano questa legge non la vuole». Liberi e uguali, con Alfredo D' Attorre, attacca Gentiloni: «Per la terza volta, dopo i voucher e la legge elettorale, viene meno alla parola data, per convenienza». Intanto Giorgia Meloni (FdI) rende noto di aver consegnato al presidente Mattarella centomila firme per «dire no allo ius soli».
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