UN “INADEGUATO” ALLA BIENNALE DI VENEZIA - MALGARA SÌ O NO, SFIDA ALL'ULTIMO VOTO IN COMMISSIONE - IL SINDACO ORSONI L’HA DEFINITO “INADEGUATO”, IL GOVERNATORE ZAIA SI È ESPRESSO A FAVORE DI BARATTA - SE FOSSE BOCCIATO, GALAN POTREBBE COMUNQUE PROCEDERE ALLA NOMINA. MA IL NUOVO PRESIDENTE SI TROVEREBBE IN DIFFICOLTÀ OPERATIVA E DI RAPPORTI ALL'INTERNO STESSO DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE (DOVE SIEDONO ORSONI E ZAIA)…

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Paolo Conti per il "Corriere della Sera"

Nuova convocazione per oggi alle 9 della commissione Cultura alla Camera. All'ordine del giorno: votazione sulla proposta del ministro Giancarlo Galan di designare Giulio Malgara, fondatore e presidente di Auditel, alla presidenza della Biennale di Venezia in sostituzione di Paolo Baratta.

Il confronto si annuncia numericamente sul filo del rasoio. Ieri, su 46 membri della commissione, i deputati della maggioranza erano appena quattro contro la dozzina delle opposizioni. Nel dibattito i numeri non sono essenziali come lo saranno oggi (ricordando comunque che il voto è consultivo ma non vincolante).

In commissione proprio questa mattina si insedierà Luciano Sardelli, il «responsabile» che nell'ultimo voto di fiducia al governo Berlusconi non si è presentato ed è stato definito «traditore» dal Pdl. Il suo parere potrebbe far pendere l'ago della bilancia da una parte o dall'altra, anche se i calcoli saranno incerti fino all'ultimo. Ieri duro confronto tra le opposizioni e la presidente Valentina Aprea, Pdl. Al centro delle contestazioni la decisione della presidenza di non concedere l'audizione al sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni che, secondo lo statuto della Fondazione Biennale, è vicepresidente di diritto dell'istituzione culturale.

Il Comune è anche proprietario della sede storica di Ca' Giustinian (recentemente restaurata sotto la gestione di Baratta) e di gran parte degli spazi di mostra. Orsoni ha reso pubblico il suo dissenso, definendo «inadeguato» Malgara. Aprea ha sostenuto che la designazione è di competenza ministeriale e che tale passo non necessariamente deve coinvolgere gli enti locali. Ma nel frattempo è arrivato il sì all'audizione della parallela commissione Cultura di Palazzo Madama.

E proprio su questa contraddizione istituzionale le opposizioni hanno molto insistito ma senza raggiungere risultati operativi. Di nuovo il centrosinistra ha ricordato alla Lega gli ottimi risultati raggiunti dall'attuale presidenza nel rapporto con la Regione e gli altri enti locali. Proprio ieri il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha ribadito la sua piena stima a Baratta: «È stato l'attore del rilancio. Malgara non lo conosco e quindi non posso dire nulla. Comunque la nomina del presidente è del ministro, sentite le commissioni».

Oggi, qualunque sarà l'esito finale, il voto alla Camera, poi si passerà a Palazzo Madama. Se Malgara fosse bocciato, Galan potrebbe comunque procedere alla nomina. Ma il nuovo presidente si troverebbe in una oggettiva difficoltà operativa e di rapporti all'interno stesso del consiglio di amministrazione (dove siedono Orsoni e Zaia).

Intanto continuano le adesioni sul sito della «Nuova Venezia». Hanno sottoscritto il loro appoggio a Baratta anche Nicholas Serota, direttore della Tate Gallery a Londra, Kathy Halbreich, direttore associato del Moma di New York, Bernhart Schwenk, curatore della Pinacoteca di Monaco, Jarrett Gregory, curatrice del New Museum di New York. La crisi al vertice della Biennale di Venezia sta dunque diventando una questione di respiro internazionale.

 

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