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Andrea Malaguti per "La Stampa"
Gol. L'auletta dei gruppi dove i parlamentari del Movimento Cinque Stelle sono riuniti assieme alla loro nuova stella polare, Stefano Rodotà , esplode come se fosse la curva di Wembley.
Un applauso che non finisce mai. Ululati. Vittoria? Ma perché? Vito Crimi, capogruppo al Senato, ha appena annunciato la condanna in appello di Silvio Berlusconi al processo Mediaset e il Professore si apre in un sorriso largo e maligno. «C'è qualcuno che vuole impedire la pacificazione, che ci volete fare?». Pochi minuti prima aveva criticato le minacce della destra «di trasformare il Parlamento in un Vietnam in caso di certe sentenze». Che succede ora?
Vito Crimi riprende la parola. Approfitta del clima euforico per sottolineare: «L'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni è forse la notizia più importante». Altro applauso. L'anima antiberlusconiana del Movimento prende forma in maniera plastica. E sembra un segno del destino che la sentenza arrivi nel momento esatto dell'abbraccio con Rodotà .
Chi è stato a chiedere l'incontro? Il Professore dice: «Loro». Loro, che lo guardano affascinati come farebbero con una farfalla posata sulla lama di una spada, dicono: «Lui». Poco importa. L'anomala fusione sembra ormai completa. Il deputato Sebastiano Barbanti sintetizza lo stato d'animo collettivo. «à la prima volta che stringendo la mano a qualcuno mi vengono le lacrime agli occhi». Rodotà si inorgoglisce. «Al posto di Napolitano vi avrei dato l'incarico», butta lì esagerando un po'.
Poi, nel silenzio estasiato della sala, regala un pezzo della sua visione del mondo. «Oggi qualcuno ha detto che la Convenzione è uno scherzo, è la conferma dell'inaffidabilità della politica», attacca riferendosi ancora una volta a Berlusconi. Quindi regala un'analisi che sembra un rimprovero. «La capacità di mediazione è essenziale. Al compromesso non do una connotazione negativa, anche se ormai quando si dice compromesso si dice inciucio e io da questa sostanza voglio tenermi lontano. La politica ha bisogno anche di conflitto come diceva Machiavelli. Dal conflitto possono nascere frutti come avvenne per lo Statuto dei lavoratori». Applausi e abbracci.
A Bologna anche Beppe Grillo commenta la condanna del Cavaliere. «Che vi devo dire, si vede che lo faranno senatore a vita», sussurra mentre Rodotà lascia il Palazzo. E sul volto gli si nota il bizzarro appagamento - impassibile e privo d'espressione - che solo i veri guru possono avere.
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