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IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI LE SPARA E QUALCUN ALTRO CI DEVE METTERE UNA PEZZA - INCONTRO AL QUAI D’ORSAY TRA L’AMBASCIATRICE D’ITALIA A PARIGI, EMANUELA D’ALESSANDRO, ED ESPONENTI DEL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI FRANCESE, INDISPETTITI PER I RIPETUTI ATTACCHI DEL MINISTRO AL PRESIDENTE FRANCESE, BOLLATO COME “UN MATTO” – I FRANCESI HANNO FATTO INTENDERE CHE SALVINI DEVE ABBASSARE LA CRESTA: SE IL DISACCORDO È LECITO, LA STESSA COSA NON SI PUÒ DIRE DEGLI INSULTI A UN CAPO DI STATO DI UN PAESE ALLEATO COME LA FRANCIA…
Estratto dell'articolo di Stefano Montefiori per www.corriere.it
macron salvini immagine creata con l'IA
Incontro al Quai d’Orsay, due giorni fa, tra l’ambasciatrice d’Italia a Parigi Emanuela D’Alessandro e esponenti del ministero degli Affari esteri francese, a proposito dei ripetuti attacchi di Matteo Salvini nei confronti di Emmanuel Macron.
Il governo francese ha esposto all’ambasciatrice italiana il disappunto per le frasi del ministro dei Trasporti e vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, che una settimana fa aveva detto «il mondo vuole la pace, Zelensky chiede la pace, Trump lavora per la pace, Putin vuole la pace e a Parigi c’è qualche matto», riferendosi al presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron […]
emmanuel macron emanuela d'alessandro
Se il disaccordo sulle scelte politiche è ovviamente legittimo, la stessa cosa non si può dire dell'insultare (dando del matto) il capo di Stato di un Paese alleato come la Francia, e questo è stato il senso della convocazione informale al Quai d’Orsay dell’ambasciatrice, che poi ha ovviamente riferito a Roma.
Già nel 2019, quando Macron era al suo primo mandato, Salvini lo aveva attaccato duramente assieme all’allora ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che aveva manifestato il suo appoggio ai gilet gialli in rivolta contro il governo di Parigi.
In quell’occasione la crisi diplomatica tra i due Paesi aveva raggiunto ben altra gravità arrivando fino al richiamo a Parigi dell’ambasciatore francese a Roma Christian Masset. Dopo le scuse di Di Maio, Masset era tornato a Roma e la ricucitura diplomatica su impulso del presidente Sergio Mattarella aveva portato alla firma del Trattato del Quirinale il 26 novembre 2021.
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