
DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER…
Marco Travaglio per Il Fatto
Dopo Dell'Utri, anche Casini fa sapere che non sarebbe affatto "tranquillo" se "mi trovassi a essere processato da Ingroia", anzi "qualche preoccupazione in più ce l'avrei, a prescindere dalla mia innocenza o colpevolezza", perché "Ingroia non è affatto imparziale".
Scarseggiando di autostima, Piercasinando non esclude di finire sotto processo a Palermo (forse sa qualcosa che noi ancora non sappiamo), e in quel caso non può giurare sulla propria colpevolezza ma nemmeno sulla propria innocenza, però già sa che non vuol essere processato da Ingroia.
Se, prima di dare manforte a Dell'Utri, Azzurro Caltagirone avesse preso ripetizioni dall'avvocato di famiglia Paola Severino, che fa anche il ministro della Giustizia, avrebbe scoperto che Ingroia non potrebbe mai processarlo né giudicarlo, visto che fa il pm. Ora poi, almeno per un anno, non potrà neppure indagarlo perché ha accettato un incarico dall'Onu in Guatemala.
Pare infatti che alle Nazioni Unite - diversamente che nei palazzi della politica italiana e in particolare nella sede Udc, popolata di clienti fissi di procure e tribunali - Ingroia goda fama di magistrato capace e imparziale. In ogni caso, se proprio ci tiene, Azzurro potrebbe comunicare alla Procura di Palermo quali eventuali reati ha commesso e vedrà che un altro pm glielo trovano.
Già nei giorni scorsi, il noto statista aveva definito i pm di Palermo che indagano sulle trattative Stato-mafia "schegge della magistratura che forse hanno obiettivi intimidatori", mandanti dell'"attacco pretestuoso al Quirinale", gente che "si sente minacciata nei privilegi di casta o pensa di avere il monopolio su alcuni poteri dello Stato rispetto a un uomo che garantisce l'equilibrio tra i poteri".
Parole che hanno suscitato comprensibile entusiasmo fra i maggiorenti Udc: Cuffaro non c'era, essendo momentaneamente distaccato a Rebibbia; mancava pure Mannino, indagato per la trattativa, da tempo trasmigrato in zona B. Resistono invece Cesa, a suo tempo arrestato e reo confesso per tangenti, e l'ex tesoriere Naro, imputato per una tangente Enav.
Ci si attendeva magari una lavata di capo dal suo neoalleato Bersani, invece era troppo impegnato a tuonare contro Di Pietro, reo di aver difeso i pm di Palermo. Evidentemente non gli crea alcun imbarazzo allearsi con un tizio che, non contento di aver portato in Parlamento Cuffaro, Mannino, Cesa, Naro e solidarizzato da presidente della Camera con Dell'Utri alla vigilia della prima sentenza in cui fu condannato per mafia, insulta i pm antimafia. Chi si somiglia si piglia.
Ci si attendeva magari una parolina dal Csm, così prodigo di "pratiche a tutela" dei magistrati aggrediti da B & C: invece niente, silenzio di tomba. Forse perché il presidente del Csm è Napolitano e il vicepresidente è Vietti, sodale di Piercasinando e degno successore di Mancino.
Poteva dire qualcosa l'Anm, ma anch'essa s'è prontamente adeguata alla consegna del silenzio. Eppure bastava copiare ciò che si diceva l'anno scorso, quando ad attaccare i pm, anche con conflitti di attribuzione, non erano il Quirinale e Casini, ma Palazzo Chigi e B. Vietti: "La magistratura non ha disegni sovversivi, ai giudici si deve rispetto". Cascini: "Non c'è uno scontro istituzionale. C'è un'aggressione alla magistratura da parte di chi rifiuta il principio di uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge".
Palamara: "Punire i magistrati? Parole gravissime e inaccettabili. La magistratura non si farà intimidire: non è in conflitto con nessuno, applica la legge. Non possiamo far finta di non vedere, a meno che non venga scritto che quando c'è il potere politico non si devono fare indagini".
Parole perfette anche per l'oggi. Ma oggi il neopresidente dell'Anm Sabelli suona il silenzio e monita: "Non si vuole interferire in alcun modo nelle vicende giudiziarie: troppe parole fanno male alle indagini e ai processi", occorre "evitare la logica del contrasto e della contrapposizione". Ma tu pensa. Come passa il tempo.
DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER…
DAGOREPORT – SI FA PRESTO A DIRE “RIARMIAMO L’EUROPA”, COME FA LA VON DER LEYEN. LA REALTÀ È UN PO’…
DAGOREPORT – LUCIO E TANTE OMBRE: CRESCONO I MALUMORI DI ELKANN PER LE SPARATE TRUMPUTINIANE DI…
DAGOREPORT – DA DE GASPERI A TOGLIATTI, DA CRAXI A BERLUSCONI, LE SCELTE DI POLITICA ESTERA SONO…
DAGOREPORT – IL “MAKE GERMANY GREAT AGAIN” DI FRIEDRICH MERZ: IMBRACCIARE IL BAZOOKA CON UN FONDO…
DAGOREPORT – CE LA FARANNO TAJANI E I SUOI PEONES A SGANCIARE FORZA ITALIA DALLA FAMIGLIA…