
“AGRIGENTO CAPITALE DELLA CULTURA 2025” DOVEVA ESSERE PER IL MINISTERO GIULI-VO UN “APPUNTAMENTO…
1- CONSULTA: ACCOLTO RICORSO NAPOLITANO SU INTERCETTAZIONI
Radiocor - La Corte costituzionale comunica che 'in accoglimento del ricorso per conflitto proposto dal Presidente della Repubblica ha dichiarato che non spettava alla Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Palermo di valutare la rilevanza della documentazione relativa alle intercettazioni delle conversazioni telefoniche del Presidente della Repubblica, captate nell'ambito del procedimento penale n. 11609/08 e neppure spettava di omettere di chiederne al giudice l'immediata distruzione' ai sensi del codice di procedura penale 'e con modalita' idonee ad assicurare la segretezza del loro contenuto, esclusa comunque la sottoposizione della stessa al contraddittorio delle parti'.
2- CONSULTA: MESSINEO, ASPETTIAMO DI LEGGERE PROVVEDIMENTO
(ANSA) - "Non credo che si debbano fare commenti allo stato. Aspettiamo di leggere il provvedimento". Lo ha detto il procuratore di Palermo Francesco Messineo, che non ha voluto fare dichiarazioni sulla decisione della Corte Costituzionale di accogliere il ricorso del presidente della Repubblica sul conflitto di attribuzioni con la Procura di Palermo. Messineo, questa mattina, ha partecipato all'udienza in cui si è discusso il ricorso.
3- NAPOLITANO-PM, INTERCETTAZIONI ANDRANNO DISTRUTTE
(ANSA) - La decisione della Consulta sul conflitto Quirinale-Procura Palermo comporta che le intercettazioni che hanno captato il capo dello Stato vengano distrutte. Per conoscere nel dettaglio la decisione assunta oggi dalla Consulta, dopo oltre 4 ore di Camera di Consiglio, sul conflitto di attribuzione tra il Presidente della Repubblica e la Procura di Palermo, bisognerà attendere il deposito della sentenza, e quindi le motivazioni, che avverrà nelle prossime settimane, presumibilmente a gennaio.
Da quanto comunicato dalla Corte al termine della Camera di Consiglio, però, emerge che la Consulta ha ravvisato un'omissione da parte della Procura di Palermo per non aver attivato la procedura prevista per le intercettazioni vietate dall'art. 271 del codice di procedura penale. E da questo discende che i magistrati palermitani dovranno ovviare a questa omissione, chiedendo al giudice di distruggere le intercettazioni.
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