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INIZIA LA TREGUA A GAZA E SI DIMETTE IL CAPO DELLE FORZE ARMATE ISRAELIANE – DOPO 15 MESI DI GUERRA, HERZI HALEVI GETTA LA SPUGNA ASSUMENDOSI LA RESPONSABILITÀ PER L’ATTACCO DI HAMAS DEL 7 OTTOBRE - OLTRE A LUI, SI È DIMESSO L'UFFICIALE YARON FINKELMAN, RESPONSABILE DELL'AREA DI GAZA: ENTRAMBI ERANO AI FERRI CORTI CON NETANYAHU, PERCHÉ NON RIUSCIVANO A CONVINCERLO DI SMETTERE DI BOMBARDARE LA STRISCIA, NONOSTANTE GLI OBIETTIVI MILITARI FOSSERO STATI RAGGIUNTI - LE LORO DIMISSIONI SONO UNA BUONA NOTIZIA PER I "FALCHI" DELLO STATO EBRAICO CHE VOGLIONO TORNARE AD ATTACCARE GAZA...

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Estratto dell’articolo di Francesca Caferri per "La Repubblica"

 

Herzi Halevi

Più di 15 mesi dopo il disastro del 7 ottobre Herzi Halevi getta la spugna. Il capo delle Forze armate israeliane ha dato ieri le dimissioni con una lettera al premier Benjamin Netanyahu in cui si assume piena responsabilità per ciò che avvenne quel giorno, quando gli uomini di Hamas si fecero gioco dell’avanzatissima e costosissima barriera posta da Israele a difesa del suo confine sud, uccidendo 1.200 persone e portandone a Gaza 250.

 

[…] Insieme ad Halevi lascia Yaron Finkelman, responsabile del Comando Sud e dunque di Gaza: entrambi da mesi erano ai ferri corti con Netanyahu, avendo rivendicato a più riprese che gli obiettivi dell’Idf nella Striscia erano stati tutti raggiunti, solo per ascoltare il primo ministro che ordinava loro di continuare a combattere.

Herzi Halevi

 

L’addio lascia un vuoto alla testa dell’istituzione più rispettata di Israele, nota per essere un bastione di laicità e professionalità. Dai suoi ranghi, da sempre, arrivano primi ministri e politici di primo piano che godono della credibilità che deriva dal fatto di essere stati alla testa dell’Idf. Halevi è stato il primo religioso a guidare le Forze armate: ma ha fatto del mettere la professionalità davanti alla fede il suo modus operandi dal primo giorno.

 

Benjamin Netanyahu Herzi Halevi

Le dimissioni diventeranno effettive il 6 marzo, a pochi giorni dalla scadenza di quel cessate il fuoco fra Israele e Hamas entrato in vigore solo domenica ma già fragile. Netanyahu da giorni si tiene le mani libere sulla possibilità di riprendere a combattere, nonostante la fortissima pressione della piazza. E in questa direzione spingono i suoi alleati dell’ultradestra, capeggiati dal ministro delle Finanze Bezolel Smotrich, che ieri ha detto che il prossimo responsabile dell’Idf dovrà essere «pronto a riprendere la guerra».

 

Il peso specifico di Smotrich nella coalizione è aumentato da lunedì, quando si è insediato Donald Trump. Fra i primi atti del nuovo presidente americano c’è la cancellazione delle sanzioni imposte dall’Amministrazione Biden contro cinque coloni estremisti che nei mesi scorsi si erano resi responsabili di atti di violenza nei confronti dei palestinesi.

 

Yaron Finkelman

Non solo: Trump ha anche detto di «non aver fiducia nel fatto che la tregua reggerà» per poi concludere le sue esternazioni con qualche parola su Gaza che «si trova in una posizione fenomenale e ha un clima fantastico: si potranno fare cose meravigliose lì».

 

Tutte frecce nell’arco di Smotrich, che ha legato la sua permanenza al governo alla ripresa dei combattimenti nella Striscia e supporta i coloni che a Gaza vorrebbero costruire nuovi insediamenti. [...] Di certo quello che sta accadendo in queste ore a Jenin rafforza Smotrich: l’offensiva lanciata dal-l’Idf è un colpo durissimo verso l’Autorità nazionale palestinese che proprio qualche giorno fa aveva raggiunto un’intesa con i militanti del campo profughi della città, uno dei bastioni della resistenza contro Israele. [...]

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