DAGOREPORT – AVANTI, MIEI PRODI: CHI SARÀ IL FEDERATORE DEL CENTRO? IL “MORTADELLA” SI STA DANDO UN…
1 - DAGO-RETROSCENA - LA PRESIDENZA BIDEN, DOPO APPENA 7 MESI, STA SVANENDO COME UN PROFUMO SCADENTE. SE VUOLE SOPRAVVIVERE, DEVE SOLO PENSARE A COME VENDICARE I 13 MILITARI USA UCCISI
2 - UNO SPETTRO ALLA CASA BIANCA LA SINDROME DI JIMMY CARTER
Federico Rampini per “la Repubblica”
Uno spettro insegue Joe Biden. Ha le fattezze di Jimmy Carter: il presidente democratico la cui stella politica fu abbattuta dai khomeinisti iraniani nel 1979, con la presa di ostaggi americani all'ambasciata di Teheran.
attentato all aeroporto di kabul 0
Un disastro di politica estera qualche volta può essere irrimediabile, per Carter lo fu. Biden sta attraversando la crisi più drammatica della sua carriera politica (anche se sul piano umano la vita gli ha inflitto prove ancora più dure, la perdita di moglie e figli). La giornata più tragica dell'ultimo decennio per gli americani in Afghanistan segna anche il punto più basso toccato da Biden.
le persone davanti all aeroporto di kabul dopo l attentato
13 morti fra i "suoi ragazzi" sono una macchia per qualsiasi presidente, ancor più per un anziano statista che fra i suoi vanti aveva l'esperienza in politica estera. Il coro di critiche contro di lui si fa sempre più assordante. Due parlamentari repubblicani già hanno annunciato di voler avviare la procedura d'impeachment, com' era prevedibile dopo che il loro presidente ne subì ben due in un solo mandato.
joe biden con jimmy carter nel 1978
Ma le sconfitte militari o d'intelligence non rientrano nella fattispecie costituzionale per l'interdizione, altrimenti la Baia dei Porci (1961) avrebbe chiuso la presidenza di John Kennedy, la caduta di Hanoi (1975) avrebbe finito Richard Nixon, i 241 marines uccisi a Beirut (1984) avrebbero segnato la crisi di Ronald Reagan.
militari americani all aeroporto di kabul
Soprattutto, non ci sono i numeri al Congresso per avviare la macchina dell'incriminazione. I repubblicani possono invece trovare dei voti democratici sufficienti ad aprire una commissione d'indagine sulla strage di Kabul.
Senza essere finalizzata all'impeachment, un'indagine del Congresso costringerebbe a testimoniare generali e ministri, col risultato di garantire la massima visibilità e prolungare l'effetto negativo sull'immagine di Biden fino alle legislative del novembre 2022. Quello sarà il vero test. Prima di allora Biden può continuare a scendere nei sondaggi, senza conseguenze concrete. La prova che arriva tra 14 mesi è cruciale.
L'elezione parlamentare di metà mandato rinnova tutta la Camera e un terzo del Senato. Non è quasi mai un appuntamento favorevole al presidente in carica. Clinton, Bush, Obama e Trump, tutti subirono emorragie di voti nel mid-term. Biden arriverà a quel test in una situazione già delicata a priori, perché i democratici ebbero un risultato mediocre nel novembre 2020: la loro maggioranza alla Camera è sottile, il Senato è in parità assoluta e solo il voto di spareggio della vicepresidente Kamala Harris garantisce l'approvazione delle misure più importanti.
Se Biden perde anche un solo ramo del Congresso, buona parte della sua agenda di riforme finirà paralizzata. Guardando ancora più lontano, l'indebolimento di Biden può compromettere le chance di una candidatura di Kamala Harris alla Casa Bianca nel 2024: nessun vicepresidente ha mai guadagnato dalle disfatte politiche del suo capo.
Biden ha una speranza. Nel novembre 2022 l'Afghanistan sarà un ricordo distante, per quanto tragico. Gli elettori si orienteranno con ogni probabilità su altri temi: la gestione della pandemia, la ripresa economica, l'occupazione e l'inflazione. La sinistra del partito è abbastanza silenziosa sull'Afghanistan - salvo chiedere una politica generosa di accoglienza dei profughi - perché ha altre priorità: il Green New Deal, le grandi riforme sociali, il nuovo Welfare.
Tenere duro sul progetto di lungo periodo forse è l'unica cosa che gli resta da fare, nella speranza che il tempo partorisca un giudizio diverso. La storia a volte gioca degli scherzi a chi tiene lo sguardo incollato sull'attualità.
La caduta di Hanoi nel 1975 - spesso evocata a sproposito nei paragoni con la débacle di Kabul - fu seguita 14 anni dopo dal trionfo americano nella guerra fredda. Non esistono ritirate gloriose, tantomeno eleganti.
Non può essere un bello spettacolo, l'abbandono della periferia di un impero che era ormai al di sopra della forza reale dell'America, nonché inadeguato alle sfide del domani. Dietro l'anziano Biden, scosso e indebolito, c'è una squadra di giovanissimi che lo hanno assecondato perché puntano a ricostruire un strategia "light", concentrando risorse sull'unico fronte davvero strategico, la sfida con la Cina.
attentato suicida all aeroporto di kabul kamala harris joe bidenla fuga da saigonattentato suicida all aeroporto di kabul kamala harris e joe bidenaereo decolla da kabul attentato suicida all aeroporto di kabul 3talebani 2afgani in fuga da kabul 2attentato suicida all aeroporto di kabul 2persone in fila per scappare da kabul attentato suicida all aeroporto di kabul 1
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