DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA…
Enrico Pirondini per https://www.blitzquotidiano.it
DOMENICO ARCURI GIUSEPPE CONTE
Sanità pubblica allo stremo, dopo decenni di tagli corposi. Abbiamo perso un anno. Tutto è come prima. Sulla Sanità tante parole e pochi fatti. Gli ospedali sono al collasso, siamo di nuovo nei guai. Ci avevano promesso che “nessun virus, nessuna nuova ondata ci avrebbe trovato indifesi e fragili” almeno su questo decisivo fronte dell’azione di contrasto del morbo. Parole e musica del trio Conte-Speranza-Arcuri. Il nostro trio Lescano.
pierpaolo sileri giuseppe conte roberto speranza sandra zampa
Qualcuno, forse, ricorderà le tre sorelle venute dai Paesi Bassi per rifilarci “Tuli-tuli-pan” e “Maramao perché sei morto”. Cose di quasi un secolo fa riprese a maggio dal premier Conte, dal ministro alla Salute e dal commissario Arcuri. Due sono già fuori gioco, Speranza ancora no. Resiste e promette. È fatto così. E Draghi lo ha capito subito. Lo scavalca.Il piano vaccinale sta accelerando. Coinvolte anche 500 parrocchie. Il cambio di registro è sotto gli occhi di tutti.
Ma le terapie intensive e sub-intensive e i letti di area medica Covid stanno saturandosi. L’incubo per la sanità ritorna. Aveva detto il ministro Speranza dieci mesi fa: ”Aumenteremo del 115% i posti letto e nelle terapie intensive assumeremo medici e infermieri“.
Certo i letti di intensiva sono aumentati. “Ma solo sulla carta“, denuncia l’Aaroi-Emac, il principale sindacato dei medici ospedalieri dei reparti di terapia intensiva. Cioè i letti ci sono, ma non sono operativi. Sono posti letto teorici. “Sui novemila in teoria disponibili possiamo utilizzarne a stento 7.500” incalza il potente sindacato che dal 1952 tutela i medici “in prima linea”. Compresi medici di Pronto Soccorso e 118.
Un atto di accusa duro, frontale. Conseguenza inesorabile del tempo perduto. Nel frattempo sono arrivate la seconda e terza ondata. I numeri e le denunce dei medici ci riportano esattamente allo scenario devastante di un anno fa. La medicina territoriale e di base è rimasta carente come nella prima fase. E così, ancora una volta, contiamo morti e malati gravi che potevano essere evitati.
Paghiamo l’anno nero di Arcuri, collezionista di flop, mascherine, banchi a rotelle e le Primule, disegnate da Boeri, per un progetto di vaccinazioni ardito e mai decollato. Conte ha puntato su Domenico Arcuri e sono naufragati tutti e due. Pensava, prezzemolino Giuseppi, che Mimmo – uno dei più longevi manager di Stato, per di più ad di Invitalia, agenzia per gli investimenti controllata dal ministero delle Finanze – fosse l’uomo giusto.
DOMENICO ARCURI GIUSEPPE CONTE
Quando l’ha nominato (18 marzo 2020) sembrava un colpo di genio. Arcuri sapeva risolvere ogni problema, era in sella da dodici anni. Era soprattutto sopravvissuto a 6 governi. Impresa che solo un fuoriclasse può fare. E Mimmo ne aveva tratto una certa forza e sicurezza, tanto da permettersi risatine di scherno ai giornalisti. L’invettiva contro i “liberali da divano con il cocktail in mano” che lo contestavano per la gestione statalista. Si sentiva vincente e intoccabile. Un personaggio.
Il coronamento estetico del Potere (vedi l’imitazione di Crozza). Era diventato ingombrante con i suoi “non rispondo “ e i suoi “dati creativi” dispensati nelle conferenze stampa. Mario Draghi lo ha congedato. Il plenipotenziario di Conte è sparito dai radar. Arriva aprile “il più crudele dei mesi“, come scriveva T.S. Eliot. Ma anche marzo non ha scherzato.
Mancano all’appello 53 mila infermieri (fonte Fnopi ) e tremila anestesisti (fonte Asroi). I tassi di occupazione nelle terapie intensive si stanno avvicinando a quelli della primavera scorsa. Sulla Sanità continua il bla bla. Draghi è stato costretto ad alzare la voce. Ha fatto l’interventista contro le Regioni. Si è fatto capire dai burosauri di Bruxelles. E lunedì sforna il suo primo Dpcm. Conte, di Dpcm ne aveva licenziati 24.
È tornata la paura, si pretende il “ rischio zero” sulle vaccinazioni. Impossibile. Non esiste il rischio zero. Ogni individuo reagisce diversamente a un trattamento. Siamo meno preoccupati di 400 morti al giorno che di un possibile decesso per il vaccino. E così ritardiamo l’uscita dalla pandemia. Abbiamo bisogno di più coraggio. Certezze non c’è ne sono. Ma, per fortuna, ci sono le opportunità.
Ultimi Dagoreport
LE CENERI DI HOLLYWOOD - VINCENZO SUSCA: “DOPO L'OMICIDIO DELLA REALTÀ PER MANO DELLE COMUNICAZIONI…
DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL…
"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON……
DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER…
DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…