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Da “Circo Massimo - Radio Capital”
Più vicini che lontani. Nella maggioranza ci sono degli scricchiolii legati a diversi provvedimenti, ma secondo Massimo Cacciari ci sono delle "ragioni di fondo di tenuta di questa maggioranza": "Innanzitutto", spiega il filosofo a Circo Massimo, su Radio Capital, "Lega e M5S sono accomunati da da un'ideologia infantile e regressiva: quella dei padroni a casa propria, del sovranismo. Poi manca completamente un'alternativa".
L'equilibrio di governo, secondo l'ex sindaco di Venezia, "è stabile e si poggia sulla Lega, che è il partner più forte. Secondo me, una volta che questo governo cade, i 5 stelle scompaiono quasi, visto anche il momento di estremismo senile che sta attraversando Grillo".
Per Cacciari, il M5S è "un'accozzaglia di tendenze tenute insieme da vaghissime ideologie di tutti i tipi, hanno raccolto da Rifondazione Comunista a Casapound. Non hanno alcuna identità. Se i 5 stelle non esercitassero più il potere, sarebbero finiti. Oppure si ricicleranno in qualche modo, morto un 5 stelle ne può nascere un altro domani.
Ma Di Maio e il gruppo dirigente che ha fatto questo contratto sparirebbero dalla faccia della terra". Magari a capo potrebbe esserci Di Battista? "Può darsi, sarebbe un ribaltone all'interno dei 5 stelle, ma qui siamo nel campo della profezia".
Per il filosofo, Salvini non mollerà Di Maio per ricostruire una maggioranza di centrodestra: "Se lo facesse, avrebbe anche lui un contraccolpo", ragiona Cacciari, "potrebbe giocare questa carta, ma proprio all'estremo. Salvini non è scemo, allearsi con Berlusconi sarebbe una sciocchezza".
E se ci fossero segnali negativi dall'economia? "Lì potrebbe esserci un intervento del capo dello stato, ma Mattarella non è Napolitano, non avrebbe mai fatto quello che ha fatto Napolitano con Monti. E anche se intervenisse per fare un governo del presidente, oggi che maggioranza troverebbe?"
Intanto il premier Giuseppe Conte, a DiMartedì, ha detto che il popolo è "la somma degli azionisti che sostengono questo governo": "Sono espressioni che denotano ignoranza di cultura politica", commenta il filosofo, "È una battuta di un giurista, magari bravo e specializzato in alcune cose, che ormai ha una visione aziendalistica dello Stato, del popolo. D'altra parte, c'era quel tipo che chiamava il proprio partito 'ditta'".
A proposito del PD, Cacciari si dice "allibito e costernato": "Non si sa ancora chi sono i candidati, come sono collocati, come si intende affrontare i prossimi, decisivi mesi... si sono incartati, sono sospettosi l'uno dell'altro. Siamo a un punto dalla catastrofe". Fra i candidati possibili c'è anche l'ex ministro dell'interno Marco Minniti: "È una persona educata", dice il filosofo, "ma verrà percepito come un PD all'inseguimento di chi sta al governo. È una follia, semplicemente per questo motivo. Non è così, Minniti non è Salvini, ma verrà percepito così".
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