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1. IRAQ, MOSUL NELLE MANI DEI MILIZIANI ISLAMICI
Attacco dei qaedisti, che controllano buona parte della città. Secondo alcune fonti i rappresentanti governativi sono fuggiti con le famiglie
Mosul, la seconda città dell’Iraq, è caduta in buona parte sotto il controllo del gruppo Stato islamico in Iraq e Siria (Isis). A riferirlo sono varie fonti, anche governative. I miliziani hanno già nelle loro mani Falluja e la settimana scorsa si sono impadroniti per diverse ore di alcuni quartieri di Samarra, sacra agli sciiti.
MOLTI QUARTIERI SOTTO CONTROLLO DEI MILIZIANI
In diverse aree sarebbero in corso degli scontri. Gli uomini dell'Isis avrebbero già preso il controllo di metà della città, del palazzo del governatorato di Ninive, della stazione di polizia e dell'aeroporto di Mosul. Una fonte della sicurezza ha riferito all’agenzia "Nova" che alcune emittenti televisive locali hanno interrotto le trasmissioni. Altre fonti, inoltre, hanno confermato che "i rappresentanti governativi dell'area sono fuggiti, accompagnati dalle famiglie, nonostante sia in atto un coprifuoco in altri quartieri'.
OCCUPATO ANCHE IL CARCERE
Una fonte del ministero dell'Interno ha riferito all'agenzia France Presse che la città "è fuori dal controllo dello Stato ed è alla mercé dei miliziani". I guerriglieri controllano anche il carcere e hanno dato alle fiamme alcune pompe di benzina.
LA SITUAZIONE A BAGHDAD
Il portavoce delle forze speciali irachene, Saad Maan, non ha escluso che possano finire sotto attacco anche le sedi governative nella capitale. Parlando con "Nova", il funzionario della sicurezza irachena ha assicurato che "al momento le ambasciate straniere a Baghdad sono completamente al sicuro protette dalle forze di polizia". Anche la zona dell'aeroporto di Baghdad sembra essere sicura e non è stato al momento istituito alcun coprifuoco.
2. IRAQ: GLI ESTREMISTI ISLAMICI CONQUISTANO ANCHE BAIJI
dopo gli scontri tra l esercito iracheno e i terroristi
Si aggrava la situazione in Iraq dove si estende l’influenza sul territorio degli estremisti islamici. I miliziani qaedisti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isis) controllano ormai anche la provincia di Baiji, ricca di pozzi petroliferi tra Baghdad e Mosul. A Baiji c’è la più grande raffineria del Paese, che rifornisce di prodotti petroliferi la maggior parte delle province irachene. Secondo fonti della sicurezza, le 250 guardie alla raffineria hanno accettato di ritirarsi quando i qaedisti, martedì sera, hanno inviato una delegazione di capi tribali locali per convincerli a cedere il passo.
Fonti locali hanno riferito che i miliziani avevano anche avvertito polizia e soldati di non opporsi e di ritirarsi entro la serata di martedì per evitare un bagno di sangue. Poche ore dopo i miliziani sono entrati in città a bordo di 60 veicoli e hanno rimesso in libertà decine di detenuti. I miliziani jihadisti hanno successivamente rivendicato in una nota di aver preso la città di Ninive, capoluogo dell’omonima provincia nella quale hanno già conquistato Mosul, e annunciano nuovi attacchi.
Martedì, l’Isis aveva infatti conquistato Mosul, la seconda città del Paese. Proprio questo evento ha provocato la fuga da Mosul di oltre mezzo milione di civili. Lo rende noto l’Oim, l’organizzazione internazionale per le migrazioni, in un comunicato.
iraq siria e gli scontri con i terroristi sunniti
CHI SONO
Dalla Siria, dove sono impegnati contro il regime di Bashar al-Assad e i ribelli moderati dell’Esercito libero siriano, all’Iraq, dove da cinque mesi controllano Falluja, nella provincia occidentale di al-Anbar, prima di conquistare anche Mosul e Baiji. Si allarga dunque la minaccia posta alla regione dai jihadisti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isis), impegnato sia contro il regime di Damasco, sia contro quello di Baghdad.
Noti per l’uso di tattiche spiegate e attentatori kamikaze, i miliziani dell’Isis sono guidati da Abu Bakr al-Baghdadi e possono contare su migliaia di jihadisti in Siria come in Iraq, molti dei quali anche occidentali. Gli Stati Uniti hanno gia’ parlato di situazione «estremamente seria» e avvertito che i gruppi sunniti jihadisti rappresentano «una minaccia per l’intera regione». Il timore dei governi occidentali è quello che il gruppo, che tenta di emulare Al-Qaeda, possa superare la rete fondata da Osama bin Laden per livello di violenza.
Altra preoccupazione e’ rappresentata dal ritorno in patria di miliziani occidentali che hanno combattuto tra le fila dell’Isis e che possono rappresentare una minaccia interna. Da New York, il Soufan Group, che fornisce servizi di intelligence a governi e multinazionali, stima che siano 12mila i combattenti stranieri impegnati in Siria, tra cui tremila occidentali.
dopo gli scontri tra l esercito iracheno e i terroristi
abu bakr al baghdadi
iraq di nuovo in guerra
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