DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA…
Cesare Zapperi per il “Corriere della Sera”
«Il centrodestra non c'è più. I partiti sono in profonda crisi. La politica deve ripartire dalle persone e non dai simboli che ormai non contano più nulla». Claudio Scajola torna sindaco di Imperia per la terza volta in 35 anni, ma non è una vittoria (ha battuto il candidato del centrodestra Luca Lanteri con il 52,5% contro il 47,95) che si può confinare in un ambito locale.
Troppo lunga la sua storia politica, con tanti alti e bassi che gli fanno dire di aver vissuto una «vita avventurosa», troppo vasta la sua esperienza per non capire che a suo modo potrebbe rappresentare l'inizio di qualcosa di nuovo. L'ex ministro ci crede, a chi gli chiede cosa farà da grande («ho 70 anni ma sono io il più nuovo») spiega che «bisogna costruire un'alternativa a questo governo populista, sovranista, demagogo».
Proprio lui che è stato tanta parte dei primi successi berlusconiani ora si trova a recitare il de profundis per il centrodestra che fu. «Aveva un senso quando la guida della coalizione era nelle mani di Forza Italia. Oggi al governo c'è la Lega, mentre gli azzurri sono all'opposizione. E per di più anche il centrosinistra è in profonda crisi».
Secondo Scajola il sistema politico italiano si trova di fronte ad un punto di svolta. «Non so cosa succederà, penso che bisogna attrezzarsi per vivere in uno scenario completamente diverso. Io ho vinto la battaglia di Imperia per ridare orgoglio ai suoi cittadini. Ma mi auguro che il mio esempio possa servire a far capire che se si costruisce un progetto politico sulle persone è possibile battere chi agita paure e fantasmi».
Nello scenario locale si inserisce Giovanni Toti, il governatore forzista che ha sempre considerato Scajola il passato e che, al contrario del neo sindaco di Imperia, crede in un centrodestra a trazione leghista. «Il centrodestra si è diviso e Scajola ha vinto per poco più di 600 voti. Non credo che questo possa essere un numero tale da farne discendere delle teorie o dei progetti nazionali».
Ma il tentativo di ridimensionare la portata della vittoria non scompone l' ex ministro. Che, anzi, rilancia invitando a considerare che nel Ponente ligure il suo trionfo è l' epilogo di una campagna che ha visto gli uomini a lui vicini conquistare anche Alassio, Bordighera e Ceriale.
Quella che per ora può sembrare un'enclave alla periferia del Paese, per Scajola è la base di partenza di un progetto politico che punta a ricostituire un centro moderato oggi schiacciato dalla Lega da un lato e dal Movimento 5 Stelle dall' altro. Qualcuno ha detto che l' ex ministro punta a costruire una sorta di Democrazia cristiana 2.0. Per chi è nato e cresciuto nel ventre della Balena bianca è quasi un complimento, ma Scajola ribatte di non essere interessato a farsi protagonista di un' operazione nostalgia.
«Dobbiamo ricominciare dalle cose più semplici, dalle risposte ai problemi dei cittadini, a partire da quelli più banali». E allora esemplifica raccontando che l' orologio della torre civica è fermo da tempo immemorabile, che nella fontana della piazza principale l' acqua non scorre più. «Riconquistiamo la normalità» è il suo impegno che accoglie gli applausi scroscianti delle centinaia di sostenitori e simpatizzanti accorsi a celebrare l' ennesimo ritorno.
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