
JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA…
«Lo sforzo strutturale dell’Italia per il 2015 sarà dello 0,1% del Pil, mentre il braccio preventivo» del Patto di Stabilità e Crescita «richiede lo 0,5% del Pil. Su queste basi, misure efficaci sarebbero necessarie per consentire un miglioramento dello sforzo strutturale». È la richiesta dell’Eurogruppo all’Italia, nella riunione dedicata all’esame delle bozze di bilancio per il 2015.
CORREZIONE DI 5 MILIARDI
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Lo stesso invito è rivolto agli altri «Paesi a rischio di “non rispetto”», ovvero Francia e Belgio, per «rispettare l’appropriata convergenza verso l’obiettivo di medio termine e il rispetto della regola del debito». I ministri delle Finanze dei 18 paesi hanno bene accolto «l’impegno a utilizzare i redditi inattesi o le spese impreviste nel 2015 e ad accelerare gli sforzi di privatizzazione per portare il rapporto debito/Pil verso un percorso di riduzione».
Infine, l’Eurogruppo apprezza «gli impegni dell’Italia di affrontare le debolezze strutturali dell’Economia e incoraggiare l’attuazione di un’agenda di riforme ambiziosa e ad ampio raggio, come si evince dalla lettera indirizzata alla Commissione lo scorso 21 novembre». Si sposta dunque a marzo la partita: per l’Italia potrebbe riguardare pochi decimali di punto percentuale (0,2-0,3% del pil, pari a 3-5 miliardi di euro) a patto che funzioni tutto il resto.
RENZI: UE NON SIA SOLO SPREAD E VINCOLI
renzi parlamento europeo mogherini 2
Dalla convention dei Giovani Democratici, invece, Renzi è tornato a punzecchiare le istituzioni europee: «Noi stiamo facendo una battaglia sull’Europa che non è sullo “zero virgola” ma è di impostazione ideologica e filosofica. Rispettiamo gli accordi, ma l’Europa prima di essere contratto è una comunità: non può essere solo un insieme di vincoli e di spread».
SCHAEUBLE PLAUDE ALL’ITALIA
Stamane il ministro tedesco Wolfgang Schaeuble aveva elogiato il piano di Renzi: «L’Italia ha approvato una riforma notevole del mercato del lavoro. La Commissione ha proposto di dare più tempo (per sforzi sui bilanci, ndr) ad alcuni Paesi, e il tempo deve essere usato». Un’evidente correzione di tiro all’indomani delle parole di Angela Merkel, che ieri aveva definito «insufficienti» le riforme di Italia e Francia, ricordando che non erano state promosse ma rimandate alla verifica di primavera.
DIETROFRONT MERKEL
protesta contro i leader europei attaccati a bombole di gas e petrolio durante il g sette
Poi anche la cancelliera tedesca ha fatto marcia indietro rispetto alla precedente entrata a gamba tesa. Il suo portavoce, Steffen Seibert, ha spiegato che Berlino ha «rispetto» per le riforme portate avanti in Italia, per le quali occorre «coraggio» e rispetto alle quali sono grandi le «difficoltà interne». Il Jobs Act è stato definito «un primo passo importante» per il miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro italiano, aggiungendo che «non tocca al governo tedesco dare consigli ai vicini o ai partner su come rispettare ciò che è stato stabilito a livello europeo».
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